Sixth

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La porta si spalancò e quell'odore così avvolgente e familiare invase le narici dei ragazzi. Entrare in quella casa per Amelia era sempre come la prima volta. Provava di routine le stesse sensazioni, con un pizzico di disagio.
Finalmente il caldo dei termosifoni ardenti era a fare loro compagnia e poterono finalmente togliersi le giacche senza rabbrividire.
"Perchè non prendi un'aspirina? Ti farà stare meglio." Il premuroso consiglio della ragazza non esitò a farsi vivo.
Gennaro non se lo fece ripetere e successivamente si rifugiò nella sua piccola stanza, seguito da Amelia.
"Passo più tempo qui che a scuola..." Sospirò la ragazza prendendo posto su una comoda sedia girevole ed allungando le gambe sulla scrivania piena zeppa di cianfrusaglie di ogni genere.
Il suo amico era intento ad allungarsi sul letto con le mani dietro la nuca e le ginocchia piegate. Non aveva spiccicato parola da quando avevano messo piede in casa. Il profondo ed insopportabile silenzio rimbombava tra quelle quattro mura.
Non doveva parlarle?

"Ieri sera ho cantato di merda."
La fragile voce del ragazzo infranse quegli interminabili attimi di silenzio.
"Capita a tutti di avere una giornata no."
Amelia rispose con immediatezza cercando di giustificare il suo amico.
"Anche la settimana scorsa.
E quella scorsa ancora."
Ribattè lui con un sospiro.
"Bhe allora capita a tutti di avere un... 'periodo no'. " un sorriso sincero comparve sul candido viso della ragazza, nell'ennesimo tentativo di consolarlo.
"Io vorrei che tu venissi a vederci suonare al locale la prossima settimana."
Amelia sbuffò alzando gli occhi al cielo prima di rispondere:
"Gè. Il mese scorso mi hai chiesto di non venire più perchè secondo te ero io il motivo delle tue distrazioni, ricordi?"
Lui corrucciò le sopracciglia e le regalò un suo sguardo con aria interrogativa non sapendo a che punto la sua amica volesse arrivare.
"Non puoi usarmi come scusa e rimedio ogni volta che vuoi cercare di non renderti conto che l'unica cosa che ti sta lacerando pian piano è la droga." Continuò lei senza peli sulla lingua.
Silenzio totale.
Nessuna risposta.
Non aveva mai voluto aprire l'argomento.
E mai vorrà farlo.
Amelia ci aveva provato fin troppe volte.
Ormai si limitava ad agire, aiutandolo quando sembrava divorato internamente.
"Quindi ci sarai?" Gennaro fece un ultimo tentativo.
"Questa volta te la cavi da solo, Gè."




In questo capitolo ho cercato di ridurre le descrizioni e aumentare i dialoghi, spero possa piacere anche così.
Ma voi cosa ne pensate? Voglio sapere qualche vostra opinione. È importante per me!

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