Fift

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La patina candida e il terreno erboso scricchiolavano sotto i piedi dei ragazzi e le ruote della bici, portata a mano da Amelia.
Lei aveva il naso rosso e ghiacciato, ancor più del solito. Camminava facendo passi lunghi e lenti mentre si guardava intorno affascinata dalla maestosità del paesaggio circostante: un vortice di colori suggestivi li circondava completamente. Spruzzi di bianco su vallate verdi e marroni, alberi con rami secchi e scheletrici vestiti solo da una spolverata di neve, l'immenso cielo cupo era il perfetto sfondo per quell'ambiente tanto magico quanto malinconico.
Spostò l'attenzione sul suo amico che sembrava altrettanto interessato ad osservare ogni singolo particolare intorno a lui.
Il calore del suo respiro contrastava con l'aria gelata condensandosi e generando fumo bianco sbuffato dalla sua bocca.
Lo vedeva prendere respiri profondi. Sembrava stesse beando di un odore meraviglioso. In realtà era così. Il freddo profumava di puro, di candido, di libertà.
E stavano entrambi assaporando ogni bellezza che la natura offriva loro.
Arrivarono sulla strada asfaltata ancora umida, erano tornati alla monotonia di quel paese ormai troppo vecchio e arretrato per concepire due anime libere come loro.
Per questo scappavano sempre.
Nella natura.
Dove tutto ha inizio e fine.
Lì si sentivano in pace.
Si capivano.
Percepivano i dettagli e li rendevano propri.

"Mi stai accompagnando a casa?" chiese Gennaro con tono pacato.
"Sì." la voce squillante della sua amica non esitò a farsi sentire.
"Allora mi serve un favore"
Un momento di pausa prima che il ragazzo potesse continuare.
"Devi restare a casa mia."
"Per fare cosa?" si sorprese Amelia
"Parlare."








Vorrei sapere cosa ne pensate, fatevi sentire per favore.

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