Esprimi un desiderio

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Esprimi un desiderio Joceline...

Pensai soffiando su un fiammifero come fosse una candelina, il giorno del mio compleanno, l'unica cosa che davo per certa della mia vita.

Vivevo nel collegio "S.Barbara" dove ero stata lasciata da piccola insieme ad un foglio con la data della mia nascita ed una filastrocca,
"Demoni e spiriti guardano su,
è nata una luce che brilla di più,
tutte le anime s'inchinano a te,
erede di ghiaccio col cuore di fuoco,
mia bimba non piangere più",
la conoscevo a memoria, non ricordavo nient'altro, anche se a volte mi capitava di sognare gli occhi di mia madre, che piangendo mi lasciava andare.

Mi stiracchiai, essendomi appena svegliata per andare a scuola. Ero sola nella stanza, a differenza delle altre ragazze, perché mi trovavano una ragazza strana per via dei miei occhi, che non solo erano di colore diverso, uno era rosso come il fuoco, l'altro chiaro come il ghiaccio.

Mi ero abituata alla solitudine, tuttavia, odiavo gli sguardi straniti della gente, così indossai le lentine e una volta messo lo zaino in spalla uscii per andare a scuola.

Mi piaceva osservare le persone camminare per strada e immaginare per loro una storia, quella mattina ero parecchio felice, perché avevo compiuto sedici anni, quindi anche la mia mente fece pensieri felici.

Ad un certo punto, mi parve di vedere un ragazzo con gli occhi rossi, all'inizio non ci feci caso, poi, peró, mi girai di scatto ma non lo vidi più.

Un ragazzo con gli occhi rossi? Forse non mi ero ancora svegliata del tutto.

Accellerai il passo presa da mille pensieri e da una certa inquietudine, mi sentivo diversa quella mattina e quell'incontro non aveva aiutato, più forte ma al contempo più leggera e provavo un lieve bruciore alla gola, forse avevo preso freddo avendo dormito con la finestra aperta.

Comunque non gli diedi molto peso e cominciai a pensare alla noiosa lezione di storia che mi attendeva una volta in classe.

Varcai la soglia del mio istituto facendo un respiro profondo, mi aspettavano ore d'inferno. Come al solito ebbi fin da subito tutti gli sguardi addosso, pochi si facevano gli affari propri, per gli altri io ero sempre il super pettegolezzo, l'orfana disadattata e solitaria.

In effetti, forse potevo risultare leggermente inquietante, con la mia pelle bianca e i capelli neri e i miei occhi, però indossavo le lentine quindi loro non li avevano mai visti, tuttavia spesso mi riscoprivo a fissare le persone, riuscivo a capire esattamente cosa pensassero e questo metteva soggezione, ma non potevo farci niente era più forte di me.

Sospirai e cominciai a camminare verso la mia aula, guardai di fronte a me infondo al corridoio e mi sembró di vedere qualcosa, due occhi, chiari come il ghiaccio... sbattei più volte le palpebre e non vidi più nessuno, quel giorno ero troppo strana perfino per i miei standard.

Arrivata in classe mi sedetti al mio posto, in ultima fila accanto alla finestra, il banco era doppio ma di fianco a me non si era mai seduto nessuno, almeno fino ad oggi, vidi un ragazzo che non avevo mai visto entrare dalla porta, aveva gli occhi chiari come il ghiaccio, quindi non lo avevo sognato. Si sedette proprio accanto a me ma nessuno ci fece caso, possibile? Un nuovo ragazzo, con l'aspetto di un dio e degli occhi straordinari entra dalla porta e nessuno lo vede?

Lo fissai intesamente, cercando di capire cosa stesse pensando, lui si voltò a guardarmi, poi giró la testa come per cercare qualcosa dietro di lui, non vedendo niente si rivoltó verso di me, mi squadró avvicinandosi un po'. Aveva la mascella ben scolpita, la pelle olivastra e i capelli castani, sembrava più grande di me, che ci faceva in una classe del terzo anno?

Joceline.                                                Erede MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora