Addestramento

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Uscii dalla stanza, la porta era aperta, per fortuna non mi tenevano più chiusa a chiave.

Alzai il cappuccio della felpa che avevo messo sopra la canotta, camminando a testa bassa come mi era stato detto, ma dov'era la sala addestramenti?

Dopo essermi persa un paio di volte, arrivai davanti una porta con sopra un grosso numero quattro, così decisi di entrare.

All'interno c'era Ben ad aspettarmi, il suo volto non lasciava trapelare nulla.
"Ben svegliata ragazzina, era ora"
"Se avevi bisogno di me prima potevi farmi chiamare", "Sí, ma ti preferisco riposata", ma è scemo o cosa?

"Io sarò il tuo insegnante per quanto riguarda i tuoi poteri da spirito e la lotta, quando raggiungerai un certo livello ti unirai agli altri", sbuffai, perché proprio lui doveva capitarmi? Comunque dovevo accontentarmi, stringere i denti e andare avanti.

Iniziai facendo flessioni e addominali, dopo due ore di esercizi ero stanca, ma tutto sommato stavo bene, non avendo di meglio da fare, quando frequentavo il collegio, facevo molto sport, nuoto, difesa personale e lotta libera, per scaricare da qualche parte la mia frustrazione.

"Facevi sport nella tua vita da umana?", mi alzai ansimando da terra e mi poggiai al muro bevendo dell'acqua, essendo anche spirito e umana non avevo necessità, come gli altri demoni, di bere molto sangue.

"Facevo nuoto, difesa personale e lotta libera" dissi, lui mi guardò innervosito, "E perché diavolo non l'hai detto prima?! Ci saremmo risparmiati un sacco di lavoro", mi sarei, visto che lui non aveva fatto altro che guardarmi mentre facevo flessioni, addominali, affondi e correvo da una parte all'altra.

"Vieni" mi avvicinai, sallimmo sul tatami, immaginai per cominciare a lottare. Ero sinceramente preoccupata, ero abbastanza brava ma lui era il doppio di me, decisamente più muscoloso e si allenava fin da piccolo, io solamente da quattro, cinque anni e sicuramente non ero forte come lui.

Si posizionó di fronte a me, lo guardai.

Cercó di tirarmi un calcio nell'addome ma lo schivai andando indietro, gli tirai un pugno e lo colpii, non si mosse di un millimetro, oooh andiamo... "Devi incanalare la tua forza da demone", ok, respirai, incanalare la mia forza, gli tirai un calcio nello stomaco che sembró fargli male, "brava, così, ma ora che ho testato la tua forza non mi farò più colpire così facilmente", fece un sorrisetto furbo e iniziammo a combattere.

Riuscii a colpirlo solo altre due volte in mezz'ora di combattimento, lui naturalmente molte di più, non era un demone ma era forte, alla fine dell'allenamento ero piena di lividi e dolori.

"Come mai ti fa male tutto?" chiese incuriosito, beh, mi aveva appena ammazzata di botte... "Io, non guarisco come gli altri demoni, in questa fase prevale la mia parte umana", "un motivo in più per abituarti al dolore", mi trattenni dal mandarlo a quel paese.

"Se vuoi farti una doccia eccoti le chiavi della mia stanza, poi lasciale sulla scrivania" lo ringraziai e prima di andare nella mia stanza passai dalla sua, odiavo il sudore e il sentirmi sporca, trovai anche altri vestiti puliti, era stato gentile, forse era meglio di quel che voleva sembrare.

Nella mia "camera" trovai Josh seduto appoggiato al muro, lo guardai con aria interrogativa, "com'è andato l'allenamento?","faticoso", "mhmh".
"Ti ho portato il pranzo, avrai fame, e poi ho preso qualcosa dalla tua camera del collegio, qualche libro e un album con delle matite, non c'era altro", lo guardai con gli occhi che brillavano e corsi ad abbracciarlo, ero felice di riavere le mie cose, le uniche che possedevo.

All'inizio titubante, ricambió l'abbraccio sorridendo,era molto più alto di me, gli arrivavo alla spalla, il suo corpo era freddo, come ghiaccio, il suo respiro era come vento, profumava d'inverno e di pino.

Joceline.                                                Erede MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora