Capitolo due

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Canzone per il capitolo: We Got Us di Daniel Skye

Appena si girò, per poco non le mancò il fiato. Un ragazzo bellissimo l'aveva appena salutata. Capelli sbarazzini, sguardo da finto duro, labbra fine, era, a suo parere un ragazzo molto bello. Aveva degli occhi color nocciola molto intensi, e, i capelli del medesimo colore.

Lei non gli rispose, troppo imbarazzata per farlo. Si rigirò timidamente e si mise a scrivere delle cose sul suo quaderno. Amava l'italiano, aveva preso come indirizzo il liceo classico. Le sarebbe mancato scrivere pagine e pagine di temi, nella sua lingua madre, e sapeva che avrebbe rimpianto correggere gli errori sui testi della sorella.
Scrisse varie pagine di diario, dove raccontava del suo arrivo lì in California. Aveva provato a seguire trigonometria, ma proprio non riusciva a capire.
Finiti i quarantacinque minuti di lezione, si alzó, ed insieme agli altri, si recó fuori alla porta, dove, sempre lo stesso ragazzo misterioso, le rivolse, di nuovo, la parola.

(N/B Dylan parla in inglese, solo che io, non essendo una cima in questo, metteró le cose in italiano, mentre, per Tina, metteró i puntini, che, stanno a significare la difficoltà che ci mette nel dire quella cosa in inglese... Capitemi pls)

"Ciao, prima non mi hai risposto" Tina era riuscita a capire per intuito cosa aveva le aveva detto quel misterioso ragazzo.

"Si..si scusami, è che.. Emh... Sono nuova e sono Italiana e... Non capisco molto bene" pronunciò quelle parole in modo molto impacciato, e non sapeva se aveva detto le cose giuste, in tal caso non le importava molto, il giorno dopo, a suo parere, già non le avrebbe più rivolto la parola. Le era già capitato in Italia, il primo giorno di liceo. Un ragazzo a dir poco carino, di nome Stefano, le aveva parlato i primi due giorni e poi, non si era più fatto sentire.

Andó nell'aula di letteratura inglese, sperando di riuscire a capire qualcosa di una materia che le era sempre piaciuta, ma con scarsi risultati.
Riuscì a capire qualche parola su Emily Bronte, e del suo libro, se no, per il resto, zero assoluto. Nada.

"Signorina, la vedo distratta, mi puo' dire che libro ha scritto Emily?" E lei li, non capì nulla se non il nome e quindi tiró ad indovinare "cime tempestose, un grande classico" non si accorse di averlo detto in italiano, così, il ragazzo misterioso dell'ora di trigonometria, di cui non si é accorto che aveva anche la seconda lezione con lui, le suggerì la risposta e lei la disse.

"Grazie.. Non so come, ehm come.. Avrei fatto senza di te" gli dedicó un tenero e innocente sorriso e si rigirò.
L'ora le sembró non passare mai. Prese gli appunti alla lavagna e, una volta finiti i quarantacinque minuti di lezione, uscì. Ora aveva chimica. "Di bene in meglio" pensò ad alta voce, forse un pochino troppo alta, tant'è che alcune ragazze la squadrarono. Cercó di chiedere ad una ragazza bionda/castana dove si trovasse l'aula di chimica e lei molto dolcemente glielo disse. Aveva degli occhi color nocciola molto belli, e anche lei lo era.

Tina decise di andare a posare i libri e i quaderni nel suo armadietto, il numero 257, che non si trovava molto distante dall'aula di chimica e ne approfittò. Appena entrata trovó la professoressa guardinga sull'uscio a braccia incrociate, in modo da vedere tutti gli alunni entrare in classe. Tina corse all'ultima fila. Odiava la chimica, e come se non bastasse odiava anche l'inglese. 'Fantastico' pensó.

"Scusa ragazza mai vista, ma questo è il mio posto" una ragazza dai lunghi capelli neri le aveva detto qualcosa con tono molto, ma molto acido e Tina fece una smorfia cercando di capire cosa aveva detto, e la ragazza dai capelli corvini si alteró sempre di più. "Devi andare via da lì" un ragazzo molto alto e con la mandibola leggermente storta, le fece segno di sloggiare, e così fece. Si mise nel banco accanto a quel ragazzo.
"Volevi proprio prenderle eh?! Comunque sono Tyler, Tyler Posey piacere." Tina scosse la testa "ehi, che c'è? Perché non mi rispondi? Sei sorda? Muta?" Non sapeva come zittirlo. Ormai la sua testa stava esplodendo. " sono italiana" riuscì a far uscire qualcosa di sensato dalla sua bocca, e quel Posey, si zittì con un "oh! Scusa"

Tina si addormentò per tutta la durata della lezione, finché Tyler non le mosse la spalla fino a svegliarla. "Ehi? È tutto ok?" Scosse la testa. "Scusami Tyler, ma ehm... D-devo andare" e si precipitò così fuori dalla porta. Era l'ora di pranzo, così, per tutta la mensa si mise a cercare Camilla. Aveva assolutamente bisogno di parlare con lei. La trovó. Era in un tavolino tondo un pochino isolato dagli altri ed era accanto ad una pianta. Si sbrigó a prendere la 'sbobba' che servivano e la pagò, andandosi successivamente a sedersi accanto alla sorella. "Tina, finalmente non ce la facevo più! È stata una cosa orribile! Non ho capito quasi nulla ed ora ho un mal di testa orribile! Vedo che anche tu non stai meglio." " è vero. Non ce la faccio più. Oggi una ragazza all'ora di chimica mi ha detto di 'sloggiare' dal suo posto. Assurdo! Poi un ragazzo mi ha iniziato ad assil-" "ASPETTA, ASPETTA, ASPETTA! TINA SESTI CHE PARLA CON UN RAGAZZO? E TANTO MENO AMERICANO? ODDIO COSA NE È DI MIA SORELLA? UN'ALIENO LA RAPITA?" Tina si voleva sotterrare. La sorella aveva letteralmente urlato quelle parole, facendo si che tutta, e per tutta, si intende completamente tutta la mensa.

"Cretina che caspio urli? È soltanto il nostro primo giorno di scuola, anzi, le nostre prime tre ore e tu che fai? Urli a caso?" Voleva cercare di essere cattiva ma invece scoppio' a ridere. " che ti importa, tanto loro non capiscono" lo disse con tono così convincente che Tina rise ancora di più. "Comunque, prima di trarre conclusioni affrettate. Mi ha fatto tutte domande, e io ho risposto che ero Italiana giusto per farlo zittire. Seriamente, non smetteva di parlare." "E poi?" Chiese Camilla. "E poi mi sono addormentata." Disse ovvia Tina. "Ma no cretina! Come era questo? Bello? Carino? Super carino? Bellissimo? Osceno? Ti ha detto il suo nome?" Ed eccolo lì. L'interrogatorio della sorella. 'Peggio di mamma' pensó. "Aveva leggermente la mascella storta, e si, si chiama Tyler Posey, mi pare. Peggio di mamma! Te invece? Conosciuto qualcuno?" "Si, beh, una ragazza davvero, ma davvero dolce e simpatica, è Italiana anche lei, solo che vive qui da anni. Mi ha aiutato a capire la lezione di Geo-Storia. Si chiama Melissa, è davvero dolce, le ho chiesto se a tavola le andava di sedersi con noi, ma ha detto che doveva stare col suo ragazzo. Un certo Dylan Sprayberry, mah, che strano cognome, Spray bacca.. Comunque mi ha fatto capire molte cose e gliene sono grata."

Passarono le ore e arrivó l'orario d'uscita, mentre aspettava sua sorella, il ragazzo misterioso delle prime due ore, si mise accanto a lei e le fece qualche domanda. "Come mai non mi rispondi molto? Comunque, sono Dylan, Dylan O'Brien, piacere. E tu sei?" " ehm.. Sono Tina Sesti e sono Italiana, quindi ehm... Se... Non ti rispondo è perchè sto pensando a come... Creare una frase sensata." Sapeva il suo nome. Si era fermato a parlare con lei. "Scusa Dyl, devo andare" Dyl.. Da dove le era uscito quel soprannome cosí confidenziale? Arrivó la sorella e si diressero a casa, dicendosi a vicenda cosa era successo quel giorno.

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