-Capitolo 2

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Erano già  passati un paio di giorni da quando avevo parlato con quel  ragazzo non sono nemmeno tanto sicura che fosse veramente lui, poteva anche essere qualcuno che lo conosceva che gli aveva  chiesto  di fare quella foto.
avevo anche  cancellato la conversazione, non solo per abitudine, ma anche perché  a mio parere era inutile tenere la chat con qualcuno che nemmeno si conosceva.
[...]

Quella mattina stavo seguendo tranquillamente la lezione di laboratorio artistico, una delle materie che più  adoravo riportare con Autocad  e programmi  del genere i bozzetti che venivano ideati.
Mi girai verso  la mia vicina di banco, aggrottando la fronte  non capendo il motivo per cui continuava a guardarmi.
"Ho qualcosa che non va?!" Chiesi  guardandola.
"Non ci riesco più, mancano altre due ore con questa pazza"  alzò  gli  occhi al cielo fingendo un sorriso alla nostra  insegnante, che si limitò  a guardarla.

"Dai, che passano subito..finisci che domani dobbiamo consegnare il lavoro e avere l'insufficienza in una materia d'indirizzo  non è  affatto bello" Dissi finendo di apportare le ultime modifiche, ed ecco he ho finito,  poggiai i   tasti "Ctrl" e"S" sulla tastiera salvando il lavoro.
Mi alzai dirigendomi  poi dalla professoressa, che alzò  lo sguardo dal registro portandolo poi su di me.

"Dimmi" disse mordicchiando quei maledetti  occhiali, solo a guardarli  mi facevano schifo.

"Ho finito il lavoro, potrei uscire dalla classe?!" chiesi afferrandomi poi il labbro inferiore  tra i denti.
 
Si limitò  ad annuire alla mia richiesta, ho sempre pensato che quella donna fosse una vecchia incompetente  buona a nulla, non ne ha mai capito nulla di grafica ciò  era evidente dal suo modo  di spiegare le cose.
tornai al mio posto, pensi il portatile  ripone dolo poi all'interno della tracolla  avviandosi poi alla porta: afferrai  la maniglia tirando la giù  aprendo la porta  uscendo subito dopo.
Il corridoio era deserto come sempre a quell'ora, attraverso il lungo corridoio  finché non raggiunsi la porta  che porta che portava al cortile,    appena fuori  sorrisi nel notare il solito  gruppo di ragazzi sotto al muretto, mi avvicinai a loro sedendomi vicino ad Alessio uno dei ragazzi che ripeteva l'ultimo  anno dell'indirizzo  di grafica.

"Ciao dolcezza" sorrise passandomi  la sigaretta fatta a mano.

"Heii" dissi accennando un sorriso, prendendo dalle sue mani la sigaretta, portandomela  alle labbra  facendo un lungo  tiro da essa  aspirandone  il fumo a pieni  polmoni, buttandolo poi via, osserva la piccola nuvoletta di fumo dissolversi nell'aria, feci un'altro  piccolo tiro passandogliela nuovamente.

"Questa sera ci sei vero? " chiese riprendendo  la sigaretta, tenendola tra le dita mentre mi guardava. "Magari ci divertiamo  come ogni sabato sera" aggiunse  alla fine.
"Ale, non lo so dipende tutto dai miei, nel caso dico ai miei  che sto da Martina" lo guardai avvicinandomi  a lui, gli lasciai  un piccolo bacio sulla guancia,  rivolsi  un piccolo sguardo al resto del  gruppo che si limitò a sorridere.
"Giusto, potresti anche portare Martina sai una botta ci sta" si leccò  le labbra circondandomi  le spalle con un braccio  attirandomi  maggiormente a se, già  sapevo come sarebbe  finita mi avrebbe  baciata..non c'era  volta un cui non tentava di farlo anche se finivo  sempre per ricambiare.

"I suoi  genitori  non la fanno uscire la sera o se lo fanno, non deve superare le 22:00" Mi morsi l'interno guancia osservando  ogni  suo movimento.

"peccato"  alzò le spalle facendo una smorfia.

[..]

Avevo passato  circa una mezz'oretta in cortile assieme ad Alessio e al restante delle persone del suo gruppo,  tornai in classe sbuffando al solo pensiero di passare  un'altra ora è mezza con quella professoressa  che non fa altro che giudicare ogni singolo lavoro con la parola "fa schifo".
come se ad un alunno piaccia sentirsi ripetere  costantemente che il proprio lavoro, il lavoro per cui hai speso del tempo faccia schifo.
Presi il cellulare  dalla tasca, rispondendo a diversi messaggi  che avevo appena ricevuto. andai poi su telegram  per vedere se il ragazzo che mi aveva detto di essere 'Lorenzo'  mi avesse scritto o meno, ma nulla neanche quel  giorno lo aveva fatto era fin troppo  palese che non era veramente lui. 

Come al solito la professoressa era uscita dalla  classe con la scusa del bagno usciva a fumare una sigaretta  o a mangiare dalle tecniche  della scuola, tutto normale era sempre così  se non si trovava in classe era a scroccare del cibo o in giro per la scuola senza una meta precisa.

MI SCUSO  IN ANTICIPO PER IL CAPITOLO DI MERDA, MI FARÒ  PERDONARE CON IL PROSSIMO.
SAREI GRATA SE LASCIASTE UN COMMENTO O UN PICCOLO VOTO ALLA STORIA.

Strangerbot||Lorenzo Jared Paggi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora