CHAPTER FIVE

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Quinta constatazione: mi fidavo di lui sul serio, e probabilmente fin dall'inizio. Che fosse vero o no che eravamo amici già da piccoli, in lui c'era qualcosa che mi spingeva a farlo.

Lo seguii verso l'acqua limpida, poi facendomi coraggio entrai e sentii le caviglie bagnarsi. Nel frattempo il ragazzo continuava a tenermi; era la sua mano a darmi forza, la sua presa dolce ma sicura. Quando si girò per sorridermi, poi, il mio coraggio aumentò ancora e gli sorrisi di rimando. Camminammo finché l'acqua non arrivò ai miei fianchi, quando lui si girò verso di me. L'acqua era davvero limpida, e anche calda e ferma. Non avevo motivo di preoccuparmi, non c'erano neanche degli animali in vista. Eppure... provavo una strana sensazione. Forse era per il buio, anche se in realtá non ne avevo mai avuto paura; oppure la causa era lo stesso mal di testa che avevo avuto nel pomeriggio. O forse mi sentivo così per il modo in cui il giovane mi guardava, da lì di fronte, con un'espressione accorta e anche leggermente preoccupata. «Allora?» mi chiese. «Allora cosa?». «Si sta bene, no? Andiamo un po' più a largo». Istintivamente quando me lo propose feci un passo indietro; la sua espressione mutò diventando abbastanza delusa e dopo un po' mi lasciò la mano. Oddio no, pensai arrossendo, credendo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma lui stava guardando sott'acqua. Probabilmente qualcosa lì sotto aveva attirato la sua attenzione, così anche io mi ero messa a osservare, anche se non vedevo niente. «Che c'è?» gli chiesi. Lui si chinò e immerse il braccio, per poi tirarlo fuori con in mano una piccola conchiglia che mi mostrò. Aveva un buchetto ma comunque era carina, colorata con sfumature perlacee e lilla. Mi chiese di tenerla un secondo, poi si tolse la collana di cordoncino che aveva e la tagliò a metà. Una se la legò al polso sinistro, l'altra la infilò nel foro della conchiglia. A questo punto prese il mio polso destro e vi legò attorno quel braccialetto improvvisato, semplice ma comunque molto grazioso. Ora la mia mano era di nuovo tra le sue e per distogliere l'attenzione da quel tocco, con un sorriso un po' forzato gli dissi: «Grazie è carinissimo, ma non era necessario rompere la collana..». Niente di più banale, Jenn? dissi tra me e me. «Per una cosa così? Di niente. E comunque oggi va di moda tra gli amici, no? Regalarsi e portare collane o braccialetti uguali». Annuii e gli sorrisi ancora, stavolta più convinta. Sembra che ci tenga davvero... Rimanemmo li fermi per un po', io seguendo questi pensieri e lui chissà che altri. Fu il ragazzo poco dopo a rompere il silenzio, sciogliendo l'intreccio delle nostre mani: «Dato che non hai voglia di tuffarti, ho un'altra idea.. Se torniamo in spiaggia ora faremo in tempo a vedere l'alba... Che ne dici?». C'è da dire che nonostante mi svegliassi presto per andare a scuola non mi era mai capitato di vedere l'alba, anche perché molti palazzi in città impedivano la visuale. Questa sarebbe stata un'esperienza nuova e di conseguenza la mia risposta fu positiva. Così, usciti dall'acqua, dopo aver preso le nostre cose ci incamminammo verso il tunnel che ci avrebbe portato fuori dalla grotta delle meraviglie.

Mira auroraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora