STUPIDA E INSENSATA SCELTA

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Sentii il pavimento tremare... non era mai di buono auspicio quando qualcuno mi diceva così... l'ultima volta che lo aveva fatto mia madre, era per dirmi che era incinta, e prima ancora lo aveva fatto per dirmi che sposava quell'orangotango... guardai Jimmy e aprii la bocca per dire qualcosa ma lui mi spiazzò

-Vado via-

Quelle due semplici parole mi fecero vacillare, che significava che andava via? E dove? Per quanto? Quando? Con chi? e soprattutto... perché?

-Jim... che stai dicendo?-

-Che vado via, May. Vado via-
-Spiegami, perfavore-
-Non c'è niente da spiegare. Quale parte del 'Vado via' non ti è chiara? Sono due parole May-

-Sì, ma perché?! Con chi? Quando? Dove? Per quanto starai via?-

-Mio padre ha deciso così... Ha deciso di spedirmi in uno di quegli alloggi sperduti nel mondo dove ti insegnano l'educazione e l'arte militare ecc... ha detto che è per il mio bene... Parto questa sera sul tardi... Da solo-

Ero senza parole... -E CHE DIAVOLO ASPETTAVI A DIRMELO, STUPIDO!-

Urlai forse troppo perché adesso ci stava guadando tutto il corridoio, ma non mi importava nulla, volevo sapere, e  lui doveva delle spiegazioni.

-Sapevo avresti reagito così, per questo ho aspettato a dirtelo. Vedi, non è una mia scelta May... Perdonami, se puoi-

-Perdonarti? Hai aspettato a dirmi una cosa così maledettamente importante?-
-Questo è solo un piccolo particolare, May, non cambierà nulla-

-Solo un piccolo particolare? Maledizione Jimmy! Non vai a fare visita ai parenti, vai in una di quelle maledette scuole dove ti fanno il lavaggio del cervello! Non cambierà, dici? Oh, sai benissimo che non è così, lo sai! Cambierà tutto, dopo, Jimmy! Cambierai tu! Te ne rendi conto?! Dovevi dirmelo prima, almeno. Darmi il tempo di assimilare il colpo! Sei crudele, sei cattivo, sei...-

Avevo iniziato a tremare davvero adesso, avevo socchiuso gli occhi e stretto le mani a pugno, lui mi guardò triste... 

-Vieni, andiamo via da qui, andiamo a parlare da un'altra parte-

-Dovevi pensarci prima a parlare!-

Mi prese per un braccio e mi trascinò nel cortile, dove non c'erano ragazzi, erano tutti dentro aspettando il suono imminente della campanella. Che sarebbe arrivato a momenti.

-May... Non è stata una mia scelta... io l'ho saputo solo due settimane fa... mio padre non ha neanche chiesto il mio parere... è venuto da me due settimane fa presentandomi la brochure del campo e dicendomi che sarei partito a momenti. Non ho avuto neanche il tempo di discuterne-

-Due settimane? Due settimane?  Davvero hai avuto due settimane di tempo per parlarmene e lo stai facendo ora? Il giorno stesso della tua partenza? Scherzi?! Dimmi che è uno scherzo, ti prego, perché se lo è non è divertente!-

-Ho dovuto aspettare a dirtelo-

-Perché?-

-Perché tu mi devi ancora una risposta, ricordi? Hai detto che volevi tempo per pensarci, ricordi? Ti volevo dare il tempo, avevo paura che se te lo avessi detto tu avresti detto di no subito... volevo che la tua scelta non fosse condizionata da questa stupida e insensata scelta di mio padre-

Lo guardai negli occhi... quegli occhi color miele nei quali si leggevano contemporaneamente tristezza e speranza... speranza che non avrei alimentato.

-Bene. Avevi ragione. La mia risposta è no. Anzi, ti ridò indietro anche quel biglietto. No. Assolutamente no. Vai. Parti. Vattene. E non tornare più. Perché se torni, giuro, non te la faccio passare liscia, Jimmy!-


Lui sembrò davvero deluso...

-May... ti prego... ragiona... non dire così, non fare così... Ti prego-

-Jimmy. Hai aspettato troppo per dirmi questa cosa... Una cosa importante come questa... Via... Lontano... Questo cambia tutto. Come hai potuto anche solo lontanamente immaginare che avrei accettato tutto così, come se niente fosse? Beh non sono così, non sono quel genere di ragazza che aspetta. Io corro, forte. Chi mi ama mi segue, e chi non riesce a starmi dietro, beh, cavoli suoi. Se devi andare vai, sparisci. Non voglio più vederti allora-

Le mia mani chiuse in due pugni, avevano raggiunto il suo torace, ma non avevo abbastanza forza neanche per spostarlo di un millimetro... sentivo le lacrime amare scorrermi sul viso, quell'acqua salata bagnarmi le labbra, tremavo e cercavo di svegliarmi, pensavo fosse solo un sogno.
Lui mi prese le mani schiudendole con una mano e con l'altra mi alzò il volto e passò una mano sulle guance per asciugarmi le lacrime che continuavano a scendere imperterrite a quello che stava accadendo... Quel gesto effimero, mi fece voltare la testa. Lui accompagnò il mio mento e abbassando lo sguardo, lo fissò nei miei occhi.


-Oh, May... Perdonami... Ho promesso a me stesso che mai, mai, per nessuna ragione al mondo, ti avrei fatto piangere... E invece, per la decisione di un padre, devo persino lasciarti... Perdonami May, devo farlo-

-Non farlo... Non andare via... Sei il mio unico amico... il mio migliore amico... Non andare via Jimmy-

-Non posso, è proprio questo il problema... Sono il tuo migliore amico? Non me lo avevi mai detto prima, sai? Bene, avrò un bel ricordo di te, allora-

-Non ti serve, se resti-
-Vado-

Il suo tono era diventato fermo e duro, lasciò andare il mio viso e le mie mani, allontanandosi da me con un passo indietro. Scavò nella tasca dei jeans e ne tirò fuori un pacchetto di fazzolettini di carta che mi porse, quasi non curante. Lo presi di malavoglia e mi asciugai le lacrime, ricomponendomi.

-Quando è la partenza? Da dove?-

-Stasera alle 20:00, giù alla stazione ferroviaria che va fuori paese...-

-Prendi il treno quindi...-

-Sì-

Sentimmo il trillo acuto della campanella e scuotendo le spalle mi sistemai meglio, sfoggiai uno dei miei sorrisi che usavo come maschera, di tanto in tanto, e mi avvicinai a lui, gli diedi un pugnetto sulla spalla e gli dissi -Allora facciamo in modo che questa sia la miglior mattinata scolastica di tutta la tua vita!-

-Ecco la mia May- Mi sorrise e insieme entrammo nell'istituto dirigendoci nella classe di inglese, pronti per altre due ore.

Ma sarebbe stata davvero la migliore mattinata scolastica che avrebbe passato? Sarei davvero riuscita a dargli questo, prima che partisse? Non posso crederci che abbia aspettato così tanto per dirmelo... Devo assolutamente parlare con il padre... Solo... che... cavoli non lo conosco!

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