capitolo 2

69 2 0
                                    

Passarono sei anni dalla morte di Elisabeth. Miracolosamente il piccolo Erick sopravvisse, ma era debole. Non riusciva a camminare, la cosa peggiore era che, costantemente provava dolore e nessun medico sapeva spiegarne la causa. Carlisle ogni qualvolta che vedeva gli occhi e il viso di suo figlio, rivedeva la sua amata Elisabeth e questo lo faceva soffrire ancor di più, e non solo per le condizioni di salute del piccolo. Per dimenticare e per alleviare il suo dolore, aveva incominciato a prendere sul serio la caccia ai vampiri e ai licantropi, ma non avrebbe mai più dato la caccia alle streghe.
Oltre ad aver ereditato gli occhi e la somiglianza della madre, Erick aveva ereditato il suo dono, infatti, quando iniziò a parlare, il padre ne rimase quasi sconvolto, era riuscito a prevedere che ci sarebbe stato un forte temporale, anche se fuori c'era il sole e il cielo sereno.
Un giorno tornò a casa euforico, dicendo che aveva scoperto un covo di vampiri nelle fogne. Preparando il tutto, disse che sarebbe tornato da vincitore. Quando sentì le parole del padre, il piccolo si agitò, dicendo che non doveva andare perché non sarebbe più tornato da lui. Carlisle in fondo sapeva che le parole del figlio erano vere, ma non lo ascoltò, non sapeva bene il perché, ma forse, pensò, che volesse congiungersi alla sua amata Elisabeth. Era stanco di tutto, di dover vivere senza di lei e andare avanti, e soprattutto, non voleva più veder soffrire suo figlio, il bambino per cui si era sacrificata la sua amata moglie. Così andò a dare la caccia a quei vampiri che vivevano nelle fogne e non tornò mai più.
Passarono undici anni ed Erick peggiorava sempre di più, il suo dolore lo tormentava, ma per chissà quale ragione non moriva.

Eleazar fu convocato da Aro, sapeva che non era contento di lui, lo aveva deluso perché non gli aveva portato nessuno con un maggior potenziale per aggiungerlo alla sua guardia.
I Volturi erano il clan di vampiri più potenti che ci fossero. Ogni membro aveva uno straordinario potere o capacità fisica che andava oltre ad un vampiro comune. Erano imbattibili. Nessuno riusciva ad eguagliare il loro potere, per questa ragione erano temuti e dominavano sugli altri vampiri. Eleazar aveva il compito di trovare altri vampiri con straordinari poteri, così che, potessero aggiungersi alla guardi. Il suo dono era quello di percepire il potere degli altri vampiri, se si concentrava anche quello degli esseri umani. Alcuni esseri umani nascevano per diventare vampiri e avevano dei poteri assopiti. Se li trovava, egli aveva il compito di trasformarli e portarli a Volterra. Volterra si trovava in toscana, in Italia, per la precisione.
Arrivato, al cospetto dei Volturi si annunciò: <<Mio signore, mi avete fatto chiamare?>>.
Aro si alzò dal suo trono, dall'espressione si poteva intuire che era deluso da lui. Aro, era il capo dei Volturi, era un tipo molto raffinato e scaltro. Amava collezionare vampiri con doti particolari. Aveva anche due fratelli che comandavano al suo fianco, Marcus e Caius. Marcus era un tipo con l'aria sempre annoiata, probabilmente era stufo dell'eternità. Caius invece era un tipo crudele e spietato, non ammetteva nessun errore.
<<Mio caro Eleazar, mi hai deluso enormemente, infondo non ti chiedo molto>>, Aro si avvicinò a lui con movimento fulmineo, <<ti chiedo solo di cercarmi un vampiro o un essere umano con capacità straordinarie e basta>>. Era furioso con lui, anche se non lo dava a vedere col suo tono pacato.
<<Eleazar, ti do un'ultima possibilità per portarmi qualcuno degno della mia guardia, ma se fallirai, non ti conviene tornare, perché altrimenti ti farò uccidere>>, sentenziò guardando le sue due guardie più forti, Felix e Demetri. Erano uno più grosso dell'altro.
<<Sì, mio signore>>, fece un inchino e si congedò.
Eleazar sapeva, che se non gli avesse portato qualcuno con capacità straordinarie, Aro avrebbe posto fine alla sua esistenza con le sue stesse mani. Così partì.
Gli era giunta voce che a Londra c'erano molti vampiri che si aggiravano da quelle parti, così decise di andare lì nella speranza di adempiere alla sua mansione, così si sarebbe salvato dall'essere fatto a pezzi e bruciato.
Quando arrivò a Londra, mentre camminava per le strade, sentì qualcosa che non aveva mai sentito prima da allora, qualcosa di straordinario. Era un potere potentissimo. Si fece guidare da quel flusso di potere potentissimo fino ad arrivare in un ospedale.
Cosa ci fa un essere con un tale potere in un ospedale? Si chiese confuso e stranito.
Decise di entrare in quell'ospedale per scoprirlo. Con furtività andò dalla fonte di potere senza farsi notare da nessuno, ma ciò che vide non era ciò che si aspettava. Riverso su un letto c'era un ragazzo agonizzante e in fin di vita. Come faceva un ragazzo in tali condizioni ad avere un tale potere? Non era concepibile.
A un tratto il ragazzo parlò: <<Ti stavo aspettando Eleazar>>, gli disse guardandolo negli occhi.
Eleazar si avvicinò a lui sconvolto: <<Come fai a conoscere il mio nome? E soprattutto come sapevi che sarei arrivato?>>.
Il ragazzo gli sorrise: <<È semplice, perché io so sempre tutto o quasi>>, sussurrò con un filo di voce, era esausto.
<<Spiegami bene ragazzo>>. Anche se quel povero ragazzo era sfinito doveva sapere.
<<Io so che sei un vampiro venuto in cerca di qualcuno con poteri straordinari>>, gli spiegò.
<<E il quasi dove sta?>>, gli chiese ancora più confuso.
<<Che non so quale sia il mio potere, ma so che non è quello di sapere sempre tutto>>.
<<Se sai quali sono le mie intenzioni, allora ti chiedo, se posso trasformarti in un vampiro>>.
<<È quello che voglio. Eleazar, ti prego, poni fine alle mie sofferenze>>. Erick non voleva morire così, in un letto agonizzante. Sua madre non era morta per questo, lei voleva che vivesse una vita felice. Se questo era il prezzo, allora era disposto a diventare un vampiro.
Eleazar rassegnato gli dovette dire la verità, <<Mi dispiace ma la trasformazione è alquanto dolorosa, così tanto da farti desiderare di morire>>.
Il ragazzo sogghignò: <<Credimi, il dolore che proverò durante la trasformazione non è niente in confronto a quello che ho provato in questi miei diciassette anni di vita>>.
Così Eleazar si avvicinò al collo di Erick e lo morse dando inizio alla sua trasformazione e alla sua rinascita.
Di norma quando un essere umano viene morso da una vampiro e inizia il processo di trasformazione prova un dolore atroce. È così talmente doloroso da farti desiderare di morire, ma per lui non fu così. Quando il veleno gli entrò in circolo, fu come se il dolore si alleviasse. Più passava il tempo e più si sentiva meglio, era come se stesse guarendo da tutta quella sofferenza che lo perseguitava da sempre.
Eleazar lo osservava incuriosito, in tutta la sua esistenza non aveva mai conosciuto essere come quel ragazzo, era straordinario. Unico. Quando sarebbe tornato a Volterra di sicuro Aro lo avrebbe elogiato. Prima però, doveva portalo via da lì.
Si avvicinò al ragazzo: <<Scusami tanto ma devo portarti via da qui, sarebbe troppo pericoloso>>, gli spiegò.
Erick lo guardò intuendo cosa volesse dire, <<Capisco, sei libero di portarmi ovunque tu voglia>>. Ora mai dopo che anche suo nonno era morto lui era rimasto solo e per questa ragione lo avevano portato in quella stanza d'ospedale convinti che prima o poi sarebbe morto.
Eleazar lo prese tra le sue braccia con cautela. Gli sembrava cosi debole e fragile, in quel momento provò ancor più pena per lui. Nessuno si meritava questa sofferenza, neanche l'essere più malvagio al mondo.
Approfittò delle tenebre per scappare da quel posto. Si avvicinò alla finestra che aprì e con uno slancio si gettò per poi atterrare con estrema leggerezza. Era straordinario cosa riusciva a fare un vampiro.
Eleazar s'incamminò verso Volterra e da quel momento iniziò l'avventura del nostro giovane Erick Cullen.

Il Discendente Di Godric GrifondoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora