CAPITOLO 4

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Arrivammo a casa di mio fratello. Era bellissima. Salii le scale per scegliere la mia stanza ma inciampai e caddi di faccia a terra. Mi venne un dolore lancinante alla caviglia. Ahiaa. Sempre la solita sbadata. Sentii qualcuno ridere. Alzai la testa e c'era Austin che si piega va dalle risate appoggiato allo stipite della casa. Mi alzaii presi le valigie e zoppicando lo raggiunsi 'Non c'è niente da ridere scemo'
Mi guardo trattenendo le risate e scoppiò nuovamente a ridere 'Che c'è adesso eh!'
'Scusa e che eri troppi buffa..ma aspetta hai un taglio sulla fronte'
Toccai la testa con un dito guardai il dito e notai che c'era del sangue. Ero sempre stata terrorizzata dal sangue. Da dopo quel giorno che mia madre mi picchió. 'Ehi ti senti bene' annuì ancora spaventata 'Disinfettiamolo, seguimi' mi portò nel bagno mi fece sedere sul coperchio del water e iniziò a disinfettarmi la ferita. Cavolo bruciava. 'Ahiaa brucia'
'Lo so la prima volta è sempre così' pronunciò guardandomi maliziosamente. ' ma non è la prima volta che mi disinfetto'
'Non intendevo quello baby'
Ah... questo pervertito
'Non chiamarmi baby brutto pervertito'
'Non chiamarmi così baby' disse sottolineando l'ultima parola
'Sei così pervertito con tutte?' Chiesi anch'io sottolineando la parola pervertito.
'Sì sono così con tutte'
'Beh allora continua a farlo con le altre non con me' dissi seriamente
'Se no che mi fai baby'
'Mhh potrei fare questo' dissi mentre gli tira un calcio nelle palle.
Mi pentii subito.
Non ero mai stata violenta. Iniziai a ricordarmi di mia madre, lei era violenta io non ero come lei non lo volevo diventare, non voglio far passare agli altri quello che ho passato io. Mi venne da piangere così scappai in una stanza da letto liquidandolo con un 'Scusa non volevo'. Mi gettai sul letto e iniziai a piangere tirando pugni al cuscino. Cercavo di trattenere i singhiozzi ma non fu facile. Così mi sedetti di fronte alla finestra. Di forte casa c'era un parco. Le mamme giocavano con i propri figli. Erano felici. Volevo provare cos'era la vera felicità. Sì, l'avevo provata tanti anni fa quando mio padre era ancora con me. Ma da quel momento avevo smesso di essere felice. Mi scesero altre lacrime. 'Che ti è successo?' mi voltai e trovai Austin che mi guardava preoccupato 'Niente esci per favore'
'Non credo che si pianga per niente comunque non esco è la mia stanza'
'Allora scusami esco io' dissi abbassando la testa ero arrivata alla porta ma mi fermò 'Smettila di scusarti, puoi restare qui dormirò nella stanza di fronte alla tua, se ti va di parlane con me... di sfogarti fai pure' stavo per rispondere ma squilló il mio cellulare senza vedere chi fosse risposi
'Pronto?'
'Dove ti sei cacciata Amanda?' gridò furiosa mia madre.
Iniziai a tremare e risposi 'lo-lontano d-da te'
'Ahahah lontano da me, sai Amanda ti troverò e ti uccideró con le mie stesse mani sei sempre stata la rovina della famiglia.' e attaccó.
Rimasi impietrita e cominciai a tremare più di prima.
Austin mi abbracció, avevo bisogno di quell abbraccio.
Mi sussurrò all'orecchio 'ho sentito tutto piccola, mi dispiace non so cosa ti sia successo ma ci siamo io Matt e tuo fratello a proteggerti'
'No!' quasi urlai 'Mio fratello non deve sapere niente nessuno lo sa oltre a te, non sai molto ma per me è già tanto quello che sai, non preoccuparti, partirò ritornerò da lei' continuai disperata
'Mi preoccupo,  significherà che ti proteggeró da solo, non andrai da nessuna parte'

L'UNICA COSA DI CUI HO BISOGNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora