Dion non si fece più vedere ne sentire a parte un piccola telefonata in cui mi chiedeva solo scusa senza neanche darmi il tempo di ribattere.
Kian mi spiegò che era stata sua madre a costringerlo, altrimenti lui non lo avrebbe mai fatto.
A me sinceramente non importava niente delle sue scuse, mi bastava che non mi mostrasse più la sua faccia altrimenti gli avrei cambiato i connotati.
Io e Kian ci attenemmo alle condizioni imposte da suo padre evitando di farci scoprire.
Ad essere sinceri, per alcuni versi, il fatto di doverci nascondere poteva anche essere divertente, ci costringeva a trovare sempre nuovi posti per i nostri incontri intimi e il rischio di venire scoperti rendeva tutto più eccitante.
Ogni momento era buono per rifugiarci in bagno e scambiarci qualche bacio e qualche strusciata veloce che ci lasciava eccitati e desiderosi di avere di più.
Diverse volte eravamo quasi stati beccati.
Però dovevo ammettere che era anche frustrante non poter dire a quelle oche che non facevano che circondare Kian che lui era mio, ero io a farlo godere ed era il mio nome che gemeva in preda all'orgasmo.
Lui continuava a portare avanti la storia della ragazza universitaria.
Per prendersi gioco di me, aveva detto che si chiamava Kayoko e che lui la chiamava solamente Kay-chan.
Quando parlava di lei sapevo fin troppo bene che si riferiva a me e la cosa mi faceva piacere anche se con lui facevo l'offeso.
Un giorno l'avevo sentito vantarsi con alcuni suoi amici di quanto fosse assatanata Kay-chan, una vera ninfomane, e che un giorno lo aveva anche legato al letto ...
Io mi ero avvicinato e gli avevo sussurrato "Perché non gli dici che ti ha fatto il culo?"
Kian mi aveva afferrato per il braccio e trascinato dentro il primo bagno, poi dopo avermi sbattuto contro la porta aveva ghignato "Però gli farò sentire come gemi"
Avevo dovuto soffocare i gemiti nella sua bocca, mentre mi faceva venire con la sua mano con solo una misera porta a separarci dai nostri amici preoccupati per la nostra "lite".
Forse nessuno aveva mai sospettato niente, perché anche solo immaginare una nostra relazione era qualcosa di troppo assurdo.
Solo Hikaru era a conoscenza del nostro segreto, perché un giorno ci aveva sorpresi sul tetto mentre ci baciavamo, se fosse arrivato più tardi avrebbe visto ben altro perché Kian mi aveva promesso una pompa perché ero riuscito a prendere un buon voto in matematica ... adoravo le sue ricompense, ad essere sinceri anche le sue punizioni ...
Hikaru, con mia grande sorpresa, non si era scandalizzato, aveva semplicemente detto "Non potrei essere più felice, due rivali in meno" poi aveva riso e aggiunto "Quando lo verranno a sapere le ragazze sarà lutto nazionale"
Pensavo che nonostante le sue parole la nostra amicizia si sarebbe raffreddata e invece si era consolidata maggiormente, perché con lui potevo parlare liberamente, essere ciò che veramente ero, non avevo bisogno di nascondermi dietro a delle bugie.
Anche Kian sembrava aver accettato la sua presenza, dire che lo considerava un amico era un po' troppo, però quando ero con Hikaru si fermava anche lui con noi e non lo guardava più come se lo volesse fulminare.
Per me fu anche un periodo di studio serrato.
Kian mi obbligò a passare ore e ore sui libri per superare il test d'ingresso per l'università di Tokyo, non avrebbe accettato un mio fallimento.
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Una libera costrizione ... una scelta obbligata
Teen Fiction"Allora ti decidi a muovere il culo o preferisci che venga lì a fartelo?" La sua voce profonda mi fa correre un brivido lungo la schiena. Apro piano gli occhi e lo vedo appoggiato allo stipite della porta. È splendido come sempre, ha appena fatto...