Clouds

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Non gli piaceva. Non gli piaceva assolutamente la decisione che aveva preso. Ma doveva, ne sarebbe valsa la pena. Doveva mostrarsi a lui, voleva farlo. Perchè lui l'amava, e non avrebbe potuto resistere ancora a lungo sapendo che Louis non avesse la benchè minima idea che lui esistesse, e che ormai da quella che era una vita gli stava accanto, non lo lasciava mai. Perchè lui era il suo angelo custode, e non l'avrebbe mai lasciato solo. Solo che qualcosa era andato storto, qualcosa di non previsto, che non sarebbe dovuto succedere. Si era innamorato di lui, poco alla volta, lentamente. Si era innamorato di tutte le sue piccole cose, di tutti i suoi sbagli e di tutte le volte che lui c'era stato per quel ragazzo stupendo e l'aveva salvato, nonostante lui non ne fosse consapevole.

Non era previsto che si innamorasse, un angelo custode non doveva innamorarsi. Era una delle regole. Non si potevano provare delle sensazioni così vicine a quelle degli umani. Oltre al fatto che fosse contro natura, perchè loro non erano umani, e non potevano provare quei sentimenti. Loro non avevano emozioni. Non provavano gioia, né dolore. Niente. Loro erano stati creati per non farsi distrarre da tutte quelle sensazioni umane, che avrebbero solo compromesso il loro lavoro, che li avrebbero solo distratti dal proteggere il loro umano.

Così, quando Harry aveva scoperto di provare qualcosa, nel profondo, verso quel bellissimo ragazzo suo protetto, con i capelli sempre un po' scompigliati e gli occhi di un azzurro intenso, era rimasto interdetto. Non era possibile, qualunque cosa fosse. Non era possibile che qualche strana forza inspiegabile spingesse sempre la direzione dei suoi pensieri verso il suo futuro con lui. Ma non un futuro con lui come angelo e Louis come protetto, no. Un futuro dove lui riusciva a vederlo, a sentirlo veramente, dove lui era finalmente al suo fianco, con i piedi per terra, senza essergli così vicino e allo stesso tempo così lontano. Era andato avanti così per mesi, illudendosi di poter smettere di provare quei sentimenti che tanto lo spaventavano, ma non ci era riuscito. E Louis di certo non lo aiutava, mostrandosi a Harry senza timore, inconsapevolmente. Mostrando tutti i lati di se stesso, dalla tristezza per aver preso un brutto voto, alla gioia per aver vinto una partita di calcio, ai pianti dopo un litigio con suo padre, alle risate con i suoi amici. No, non lo aiutava, perchè Harry sentiva, e sapeva, di starsi innamorando di lui sempre di più, di starsi innamorando di qualunque cosa di lui. Di amarlo e basta, semplicemente.

Così, quel giorno, o meglio quella notte, mentre lo guardava dormire, decise di farlo, di mostrarsi. Ma decise che lo avrebbe fatto gradualmente, piano piano. Lui aveva il potere di difendere il sonno del suo Louis, doveva difenderlo dagli incubi e proteggere i suoi sogni. Ma non aveva mai provato a crearne uno. Sapeva come si faceva, certo, era stata sua madre a spiegarglielo. Allontanò il pensiero di lei, e si avvicinò al letto di Louis. Non ci sono rischi, si disse. Devo solo creare un'immagine, nulla di più. Guardò lui, così rilassato sotto le coperte, e non impedì ad un sorriso dolce di farsi spazio sul suo viso. Prese un profondo respiro e poggiò delicatamente la sua mano sulla fronte di lui. Si inginocchiò lentamente ai piedi del letto e cominciò a formulare le immagini.

Louis stava camminando su una spiaggia, la sabbia chiara che gli solleticava i piedi. Stava cantando la sua canzone preferita, mentre alzava gli occhi al cielo azzurro, gli occhiali da sole che lo proteggevano dalla luce di quella lucente macchia di colore giallo. Successe in un momento. Qualcuno gli prese entrambe le mani e lo sollevò su, su, e ancora su. Abbassò lo sguardo e vide la spiaggia lontana sotto di sé. Ma la cosa strana è che non aveva paura. Perchè lo vide. Vide il ragazzo che lo stava tenendo sollevato, con un tocco delicato e al tempo stesso rassicurante. Aveva i capelli ricci e le fossette. Era vestito totalmente di bianco e aveva due grandi ali, anch'esse bianche, che svolazzavano nell'aria e davano l'impressione a Louis che fossero soffici quanto le nuvole. Il contrasto del verde degli occhi di quel ragazzo e le sue ali, era di una stranezza anormale. Era tutto così lucente, irreale e al contempo reale al massimo, che Louis ebbe quasi voglia di avvicinarsi e toccare il viso di quel ragazzo, che gli sorrideva amabilmente. È un angelo, pensò. E sì, ne era davvero convinto. Sapeva che se si fosse lasciato andare, quell'angelo non avrebbe esitato ad afferrarlo e a stringerselo vicino, al sicuro.

Clouds || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora