Inizio

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Il concerto finì.

Sentii i boati delle grida del pubblico.

Tutti ci acclamavano e io non me lo stavo godendo per niente.

Erano ormai quota tre i concerti che vivevo male, che vivevo avendo paura.

Paura di mostrarmi ancora per quello che ero, dopo quello che leggevo su Twitter, su Facebook, su ogni cazzo di social network. Dove c'erano persone che insultavano me e insultavano Harry, oppure persone che erano troppo ossessionate da noi due, e che ogni giorno ero costretto a ignorare pur di riuscire ad andare avanti.

Io quella situazione non potevo più sostenerla, e dovevo dirglielo nel modo più indolore possibile.

<<Non possiamo più Harry.>> dissi tutto d'un fiato arrivando nel backstage, senza guardarlo negli occhi.

Era già troppo difficile per me dire quelle cose che non pensavo, figuriamoci quanto era difficile per lui sentirle uscire dalla mia bocca.

<<Cosa intendi Lou?>> disse confuso e si mise dietro di me, chiudendo la porta del nostro camerino alle sue spalle.

<<Harry, ormai se ne sono accorti tutti. Non ci permetteranno più di andare avanti. Li ho visti... ci odiano, ci vogliono vedere più lontani possibile, non ci lasceranno più liberi di fare quello che abbiamo sempre fatto. Ora è diverso, ora è troppo evidente, ora le persone che sono coinvolte sono molte di più.>> mi misi le mani tra i capelli accasciandomi al suolo.

<<Di chi stai parlando? Chi ci odia?>> sentii un cenno di panico nella sua voce, che stava cercando di reprimere in tutti i modi, ma che notavo comunque.

<<Parlo delle persone che ci chiamano 'froci', parlo di alcuni tizi del nostro staff che ogni volta che ti cingo in vita davanti alle telecamere, o quando mi siedo vicino a te, o quando ti tocco un braccio volutamente, o anche solo se ti abbraccio troppo calorosamente, mi lanciano occhiate infuriate, facendomi ogni volta segnali da dietro le telecamere che mi inducono a bloccarmi da quello che faccio. Parlo anche di certe nostre "fan" che dicono che facciamo schifo, e che smetteranno di seguirci solo perché ci vedono troppo attaccati quando siamo insieme, e si fanno influenzare da quelle che invece ci sostengono e pubblicano prove di ogni genere sulla nostra presunta relazione. Capisci, Harry? Qui la situazione ci è sfuggita di mano.>> conclusi rimanendo inginocchiato a terra, trattenendo le lacrime che stavano per rigarmi le guance.

<<Ma.. dio Louis, le persone che dicono certe cose di noi non le devi ascoltare. Se sono vere "fan" ci accettano per quello che siamo, no?>> chiese speranzoso.

<<Sì cazzo, sì lo so. Ma non tutte la pensano così, e io mi odio Harreh, quanto mi odio per aver lasciato trasparire qualcosa di troppo grande.>> non ce l'avevo fatta a trattenermi, stavo piangendo come un bambino.

<<Credi seriamente che se dicessimo di essere quello che siamo, le cose cambierebbero e vivremmo per sempre felici e contenti? Non è così facile.>> disse ironico.

<<No, no, no. Ci odierebbero tutti ancora di più.>> alzai la voce, scuotendo freneticamente la testa.

<<Ma non ci sono solo le persone che ci odiano Lou, lo sai quante fan ogni giorno mi inviano cose su di noi? Lo sai quante ci adorano e accettano? Sai quante cazzo sono le persone che ci vogliono così come siamo senza cambiarci di una virgola?>> alzò in aria le braccia, per poi lasciarle sbattere sulle sue cosce, in modo rabbioso.

<<Lo so Harry, credi che non me ne accorga? Ma cosa vuoi che faccia? Abbiamo sempre negato, come ci era sempre stato detto di fare. Credi che ora, se ci girasse di dirlo al mondo, potremmo andare in giro a gridare "oh, guardateci, sì, ci stiamo tenendo per mano e non ce ne facciamo un problema."?>> mimai con la voce spezzata dal pianto.

<<E tu vuoi seriamente allontanarti da me, e nemmeno nasconderti più, per delle cazzo di critiche? Ti importa così tanto il fatto che alcune persone non ci apprezzino?>> disse con voce bassa ma arrabbiata e triste allo stesso tempo.

<<Dobbiamo farlo, Harry. Non riesco a nascondere i miei sentimenti. O lo facciamo noi, o ci imporranno di farlo loro.>> dissi tenendomi le mani sul viso, mentre alzandomi da terra, andavo a sedermi sulla sedia con i gomiti poggiati sulle ginocchia.

<<Ma sei serio, cazzo?>> quasi gridò.

<<Harry, ti prego.>> lo implorai.

<<Vaffanculo Louis, vaffanculo.>> sbraitò sbattendo la porta dietro di sé quando uscì dalla stanza, facendomi così scoppiare in un pianto silezioso ma struggente, dal quale credevo non mi sarei più ricomposto.

Non so quanto tempo passò, ma ad un certo punto sentii bussare alla porta. Sperando fosse lui, dissi di entrare.

<<Disturbo?>> mi chiese Zayn sedendosi al mio fianco.

<<Ho sentito che c'era un po' di casino qui, prima. Che è successo?>> chiese leggermente preoccupato, guardandomi.

<<Ho chiuso con Harry.>> risposi frettoloso.

<<Di tua volontà?>> chiese stupito.

<<Non lo farei mai di mia volontà Zayn, ma ormai era tutto troppo evidente per poter continuare.>> dissi asciugandomi gli occhi e le guance.

<<Cazzo Lou, ammetto che c'era qualcosina che faceva intuire un po' troppo a volte, ma non per quello siete costretti a dover interrompere tutto. Potrete continuare fuori dall'inquadratura delle telecamere, no?>> gesticolò un po' impanicato.

<<Lo ha detto anche lui, ma io non riuscirei a stargli lontano la maggior parte del mio tempo. Meglio farlo sempre, così mi abituerò.>> dissi poco convinto.

<<Ma che cazzo dici, ti sarà impossibile abituartici. Stava andando avanti praticamente da quando si è formato il gruppo.>> chiarì lui, sistemandosi sulla sedia, ora più serio di prima.

<<Non lo so, in qualche modo farò. Me lo dimenticherò e sarà tutto tranquillo. Saremo cinque fratelli che si vogliono bene, e che non dimostrano nessuna effusione al di fuori di quelle amichevoli.>> continuai, sempre meno convinto, sorridendo di cattivo gusto.

<<Vedremo proprio chi prima dei due mollerà, e non riuscendo a stare più lontano, tornerà dall'altro.>> ridacchiò leggermente Zayn, passandosi una mano tra i folti capelli.

Feci uno sbuffo impercettibile, e lui accorgendosene, mi abbracciò stringendomi a sè per farmi sentire che mi era vicino. E io ricambiai.

<<Devi avvisare gli altri di questa situazione.>> affermò poi staccandosi da me e rimanendo in piedi a guardarmi.

<<Lo farò con calma. Prima devo ancora realizzare io stesso quello che è appena successo.>> dissi stropicciandomi le mani sul viso, cercando di evitare così un altro attacco di pianto che sembrava voler prendere il sopravvento.

<<Già, capisco... In ogni caso, tu sai che qualsiasi cosa succederà, noi saremo con voi. Vero? Lo avete sempre saputo, e rimarrà sempre così.>> mi disse poggiandomi una mano sulla spalla.

<<Sì, okay.>> risposi guardandolo negli occhi, mettendo la mia mano sopra la sua, in segno di ringraziamento.

<<Io vado fratello, perché c'è come sempre il brindisi di fine spettacolo. Ti aspetto in sala?>> disse sulla soglia della porta.

<<Sì, arrivo..>> accennai vedendolo annuire per poi lasciarmi solo dentro quella stanza, con tutta la mia tristezza.

Non mi sarei più rialzato da questo abisso in cui ero precipitato. Solo lui avrebbe potuto recuperarmi, e io stesso sapevo che non avrei potuto più accettare il suo aiuto.

•On top of a Paper Plane•《L.S》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora