6.Capitolo~

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Avvolte serviva soltanto accorciare la distanza che li separava per rendere felice entrambe le nazioni ma il destino per loro aveva riservato solo la rivalità, nonostante dentro volevano soltanto stare vicini, abbracciarti magari, un abbraccio desiderato ma sempre mancato, braccia che tanto desideravano avere avvinghiate intorno il proprio bacino, sentire forse quel profumo inconfondibile dell'altro, udire magari la sua voce... bastava davvero poco per far si che si completassero e tramutare quella tristezza in un sorriso vero però, adesso erano lontanissimi per queste gesta, troppo lontani.
Il giorno prestabilito per la guerra ormai era abbastanza vicina, chissà chi avrebbe vinto contro i loro rivali, avvolte delle nazioni europee non erano d'accordo ancora su un certo commercio oppure non volevano rispettare le condizioni poste attualmente, per questo dovevano combattere per la libertà, non mollare mai in semplici parole, dipendeva tutto da loro.

Erano le 8:00 AM precisa, le nazioni immischiate per la battaglia erano pronte per affrontare un discorso da parte di Doitsu, Germania e magari formare delle alleanze.
Inghilterra quella mattina era arrivato puntuale, magari avrebbe rivisto Alfred e gli avrebbe chiesto una volta per tutte scusa per tutto quel che aveva detto e fatto quella giornata, voleva stare in pace con sé stesso, doveva per obbligo personale farlo e inoltre, ci teneva tanto nel dirlo a lui.
Era seduto su una sedia al tavolo delle riunioni, guardava ininterrottamente la porta sperando di una sua figura, sperando con tutto se stesso che fosse quell' americano per cui soffriva giorno e notte quando una voce lo fece sobbalzare, era potentissima
-Bene... Adesso inizieremo.-
Disse Germania, guardando tutti quanti abbastanza serio, non c'era per nulla da scherzare quando in gioco c'era la loro indipendenza dalle leggi ingiuste che volevano gli altri omettere nei loro paesi.
Arthur si voltò verso il tedesco, ormai la porta d'ingresso si chiuse, segno che non sarebbe arrivato più nessuno e di Alfred neanche l'ombra.
-Nazioni, ascoltatemi attentamente per favore...
Ben presto come sapete si terrà un ennesima guerra, in pari c'è la nostra libertà, dunque dovete dare il massimo in quel giorno.
Potete allearvi tramite un trattato se volete, adesso, uno per volta a chi è favorevole alle alleanze?.-
Chiede il tedesco guardando tutti in presenti che avevano alzato le mani in quel momento.
Poi, ecco che si alzò Prussia dal proprio posto, posò le mani sul tavolo e guardò tutte le nazioni, poi la voce, ovvero Germania.
-Perdonate la domanda, io vorrei allearmi con l'America, ma non è presente...-
Disse lui aspettandosi una risposta più che logica quando invece Arthur strinse i pugni, perché mai doveva allearsi con il suo Alfred?!
Stava già guardando Prussia con aria negativa.
-Mi dispiace, ma America sarà fuori dalle alleanze. Ha firmato un trattato a parte di combattere da solo contro i nemici...-
Affermò il tedesco. Arthur fissò lui con fare davvero confuso e allarmato. -È IRREALE QUESTO!.-
Urlò tutto ad un tratto l'inglese alzandosi subito dal suo posto e guardare Germania. Doveva ammettere che stava sudando freddo, sapeva che seppur America fosse forte aveva sempre in sostegno nel momento del bisogno durante le guerre, certe volte era lui stesso ad aiutarlo ma adesso l'altro sarebbe andato da solo in guerra... perché non gli aveva detto nulla?
-Inghilterra... non so che dirti, Alfred è venuto personalmente qui due giorni fa e ha firmato. Non posso farci molto, è una sua decisone, sembrava molto serio e deciso.-
Confermò Germania procedendo con il discorso una volta vide che l'inglese finì le sue curiosità.
Arthur era rimasto di sasso, si lasciò cadere sulla sedia dietro di sé con uno sguardo perso nel vuoto, il vivace colorito che aveva negli occhi tutto ad un tratto si spense in un colore morto.
Non poteva andare in guerra da solo, avrebbe rischiato molto e lo sapeva anche lui, sicuramente.
Che forse era stato lui? Tutta colpa sua?
Lo aveva sempre rifiutava, in un certo senso lo capiva se non voleva più allearsi con lui ma che sarebbe andato in guerra da solo no... questo non poteva permetterselo, avrebbe dovuto inoltre combattere sul terreno nemico...
Al solo pensiero le mani gli sudavano e le gambe tremarono come non mai ma trovò comunque la forza di alzarsi, come se fosse stato quasi spontaneo.
Quel movimento attirò l'attenzione di tutti ma gli occhi del britannico adesso erano coperti dai suoi capelli biondi che scendevano avanti, come a nascondere tutto invece di guardare in faccia ai componenti a quel tavolo.
-Io... abbandono la riunione.. sono d'accordo anche io, domani stesso verrò a firmare i documenti, andrò in guerra da solo.-
Rivelò l'altro e improvvisamente con uno scatto corrrse subito verso la porta. Uscì a tutto razzo, non prese neanche l'ascensore che scese dalle scale per poter raggiungere il piano terreno. Il cuore sembra palpirare sempre più veloce ma sicuramente non per la corsa.

"PERCHÉ?! PERCHÉ MI VUOI ABBANDONARE?! PERCHÉ VUOI MORIRE?!"

Iniziò a piangere di nuovo, ma adesso non stava piangendo perché l'altro gli aveva fatto qualcosa, adesso stava davvero piangendo per lui, rendendosi che la vita lontano da "quell'idiota" era sopportabile ma una vita senza era praticamente impossibile.
Scese più in fretta che poteva, quando poi raggiunse in piano terreno uscì subito dalle porte dell'edificio.
Di fretta e furia prese il telefono, doveva chiamarlo, anche se la sua voce era tremante per il forte pianto che stava avendo ma doveva parlarci.

Il telefono di Alfred squillava, stava vibrando sul tavolo della cucina di casa sua ma vicino lui non c'era.
In cantina invece c'era un fucile, l' americano così lo prose tranquillamente in mano. Quanti ricordi aveva quell'oggetto, era improtnatisismo per lui, forse perché sapeva che apparteneva ad Arthur... ma poco importava, adesso basta con i ricordi. Lo strinse fra le mani, ormai era tutto pronto, doveva solo andare sul quel terreno e farsi valere come eroe.

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||UsUk|| Promise: Sarò il Tuo EroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora