Airport

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-Bene- esclamò la piccola- io avevo pensato di metterci qui- disse gettando a terra la sua borsa piena di fogli riguardanti il primo incontro tra i due futuri innamorati.
-Ma sei scema?- chiese a quel punto Ameera, la quale era stata in silenzio fino a quel momento. Da quando aveva saputo la notizia era passata all'incirca un oretta e sua sorella non aveva smesso un solo minuto di parlare di tutti i componenti della band fermandosi ogni tanto a parlare un poco di più di un ragazzo che si faceva sempre delle tinte strane, ma non ricordava il nome. Tanto non le sarebbe servito a nulla.
-Perché scusa?- chiese Luz non capendo il commento della sorella.
-Perché? Ti sembra che questo sia 'un punto non troppo affollato'? Siamo letteralmente al centro dell'aeroporto! - allargò le braccia enfatizzando il tutto.
-Bhè, almeno non c'è tanta gente -rispose Luz buttando un occhiata nei dintorni. In effetti c'era poca gente, e quella che c'era non aveva per niente l'aria da fan sfegatata di una band.
Così la maggiore sospirò rassegnata all'idea di passare un oretta all'interno di quella struttura.
-A che ora è previsto il loro arrivo? -chiese guardando il suo orologio da polso, erano appena le dieci e mezza di mattina.
Luz tirò fuori un foglio dalla sua borsa iniziando a parlare -Allora, se non ho sbagliato i miei calcoli, il che è un po improbabile visto che li ho fatti fare ad Hanna e lei ha una A in matematica, dovrebbero essere qui per circa le quattro di pomeriggio - alzò lo sguardo sorridendo alla sorella che era rimasta con la bocca schiusa.
-Alle quattro di pomeriggio?- sussurrò incredula Ame- Ti sei fumata una canna o cosa?- sbraitò questa volta.
-Perché scusa? - il suo fare da finta innocente la mandò ancora più in bestia.
-Mi hai fatta venire qui, alla dieci e mezza di mattina per una stupidissima band da quattro soldi e che per giunta non arriverà prima di cinque ore? Tu sei completamente pazza!- urlò l'ultima frase attirando la curiosità di un paio di turisti.
Appena se ne accorse si passò una mano sul viso come per voler cancellare quella figura di merda fatta in mezzo a tutta quella gente.
-Va bene, tu stai qui ad aspettare i tuoi amati cantanti, io vado al bar qui dentro-
-Certo- confermò Luz sapendo che non appena avrebbe visto la faccia di Michael lo avrebbe mandato nella direzione della sorella o, peggio ancora, gli avrebbe lasciato il suo numero di telefono.
Così Ameera si avviò verso il bar dove scelse un tavolino e ci si sedette, per far passare il tempo tirò fuori uno dei libri che le erano stati consigliati da una sua compagna di corso. Era un libro romantico, che lei personalmente non avrebbe mai letto, ma ora che lo aveva iniziato la incuriosiva sempre di più.
Era talmente presa dalle vite di Liam ed Amber che non si accorse di ciò che stava succedendo nelle sue vicinanze.

I quattro ragazzi avevano anticipato io loro volo, con la speranza di trovare meno fan al loro arrivo. In parte fu così, infatti c'era solo una squadra formata da una ventina di ragazzine al centro dell'aeroporto. Calum sbuffò trovando odiosa la parte del bodyguard che doveva scortarlo per non essere assalito. Così si tirò su il cappuccio e consigliò di fare lo stesso agli altri tre ragazzi.
-Dritti in auto- disse serio Ashton che era leggermente stralunato quel giorno e di certo non aveva voglia di essere circondato da persone che amava. Insomma era una tipica giornata NO.
Michael invece aveva fame e, visto che Luke aveva finito le sue patatine voleva dirigersi al bar, solo una piccola scappatina prima di tornare in auto dagli altri tre.
Alzò così il cappuccio, come gli aveva consigliato Calum ed al primo momento di distrazione scappò cercando di sembrare normale. Appena mise piede in quell'area il suo sguardo fu catturato dalla barista, una ragazza rossa, tinta ovviamente, con gli occhi castani.
Le si avvicinò con la scusa delle patatine.
-Scusi - le rivolse un sorriso dolce e malizioso al tempo stesso.
-Ha bisogno?- chiese a quel punto la rossa posando lo sguardo sul ragazzo.
-Avrei bisogno di tante cose ma partiamo con delle patatine- ammiccò.
La ragazza alzò un sopracciglio e gli porse le patatine indicandogli il prezzo.
-Ora vorrei il tuo nunero- disse a quel punto il biondo tinto appoggiando il braccio destro al bancone con un'aria da fighetto.
La rossa si morse il labbro per non scoppiare a ridere prima di parlare.
-Sono dell'altra sponda, biondino - liberò la risata lasciando l'amaro in bocca alla rock star.
Michael non rispose e con uno sguardo scioccato si sedette al primo tavolino che trovò, non si curò nemmeno della ragazza con un libro che lo occupava.
Essa, appena sentì un rumore poco distante da lei, alzò lo sguardo puntando gli occhi chiari sulla figura del ragazzo che le era seduto di fronte.
Era lì, con il cappuccio calato sulla testa e uno sguardo assente.
-Tutto bene?- si ritrovò a chiedere allo sconosciuto.
Michael in quel momento, con ancora le labbra schiuse per la sorpresa, guardò la bionda che era nel tavolo.
-No- rispose semplicemente.
-Emh- si trovava in imbarazzo- posso aiutarti? - non sapeva nemmeno lei cosa fare, di solito tutti rispondono 'Si' alla domanda 'Stai bene? '. Lui l'aveva presa alla sprovvista, ma apprezzava il fatto che fosse stato sincero.
-Lo sapevi?- chiese semplicemente.
-Cosa?- aggrottò le sopracciglia, quel tipo era veramente strano.
-La rossa, é dell'altra sponda -spiegò.
Ameera trattenne una risata per poco prima di scoppiare a ridere davanti alla faccia del biondo.
-Lo sapevo- disse poi - Lo ho intuito dal biglietto con il suo numero di telefono che mi ha lasciato vicino al muffin - alzò un fogliettino di carta su cui erano state scritte alcune cifre.
-E dirmelo prima, no?- chiese con una voce insolente.
-E come? Non ti conosco nemmeno - azzardò alzando le spalle.
-È un modo per sapere il mio nome?- sorrise maliziosamente il ragazzo.
-Ovvio! Perché mi interessa il nome di uno sconosciuto- guardò l'ora sull'orologio, erano già le due di pomeriggio. Decise così di andare dalla sorella e con una mano chiuse il libro che era rimasto aperto fino a quel momento. Prese le sue cose e si alzò.
Stava per uscire dall'area ristoro quando una mano le afferrò il braccio. Confusa si girò a guardare degli occhi di un verde chiaro, quasi trasparente.
-Sono Michael- si presentò il ragazzo con il cappuccio.
-Cos'è, un modo per sapere il mio nome?- ripetè le parole dette in precedenza dal biondo per deriderlo.
-Forse- ammise lui.
Ameera sorrise e andò avanti per la sua strada ma si girò un istante trovando appunto Michael che la stava ancora fissando.
-Ameera- disse -Sono Ameera- e sorrise prima di infilarsi tra la piccola folla di gente.

Spazio d'autrice :

Salveeeee!

Come vi è sembrato esto capitolo? Io trovo puccioso Mike che ci prova con la barista :')
Povero piccolo *si fa per dire vista l'altezza* unicorno. Diciamo che quella parte mi è stata ispirata dalla canzone I found a girl- The Vamps, non sono una loro fan ma questa canzone è carina.

Detto questo, non ho molto da dire, ricordò che questa storia è uno Spin off della storia 'The Wrong Fan' su Luca Roberto.
Buon carnevale a tutti quanti!

Alla prossima Chicas

TheonlyNiallHoran.

The Michael ProjectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora