capitolo 1

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Io e Cristall , emettemmo un urlo stridulo,ci abbracciammo e io le porsi le chiavi che avevano come portachiavi una loro foto; un sorriso a 32 denti si fece largo sul suo viso. I suoi occhi blu s'illuminarono e con un gesto veloce prese il mazzo di chiavi , aprì la saracinesca e saltò, letteralmente come una bimba di 7 anni, dentro al suo bar, sempre urlando... ovviamente. Io la seguì accompagnata dagli zii.
"É davvero mio?!" Chiese chiaramente sconvolta.
"No é del barbone che c'era prima sul marciapiede"
"Sempre molto simpatica Amber"
"Ma ovvio sorella"
Ridemmo insieme e dopo il milionesimo 'grazie' mi abbracciò, ancora.
"Ora non resta altro che farti l'iscrizione a scuola"
"Em... si non vedo l'ora"
Mentì spudoratamente, io odio la scuola, non perchè non mi piaccia studiare, più che altro è una questione di principio : non si può stare in lungo malandato e poi definirlo come 'scuola' che non esprime affatto quello che è , credo che sia piu appropiato 'prigione infernale per ragazzi, che non possono avere opinioni prioprie con delle persone solitamente 50enni comunemente conosciuti come professori, riguardo a un qualsiasi argomento'.
"Non sembri molto convinta" affermò zia Angy con un ghigno.
"No infatti" risposi acida.
"La devi smettere di fare l'asociale, sorellina"
"Disse la 22enne single da quando aveva 14 anni"
"Non sfottere Amber, lo sai che é per mia scelta!"
Colpita. Affondata.
"Io non sfotto, dico la verità in situazioni puramente casuali"
"Si certo, come ho fatto a non pensarci prima"mi guardò in cagnesco e poi si mise a ridere. Che scema.
"Vuoi che ti accompagni a scuola in auto?"
"Oh No! Grazie zio Jack!"
Lui é sempre stato il compagno della zia, ma non si sono mai sposati il che non lo rende ufficialmente nostro zio. Quindi appena possiamo glielo ricordiamo sempre, chiamandolo 'zio'.
"Non iniziare con questa storia, comunque fa lo stesso, vai in autobus?"
"Ovvio no?!"

Arrivata alla fermata dell'autobus aspettai dieci minuti che il mezzo arrivò. Presi un biglietto dall'autista, poi mi accaparrai un posto vicino al finestrino, cuffie nelle orecchie e musica ad alto volume. Io e la solitudine. Guardare fuori dal finestrino la vita delle persone che trascorre veloce, mi donava una certa tranquillità. Mi faceva pensare. E mi faceva formulare ipotesi.
'Andare in corriera è come stare su un enorme divano, il finestrino ti fa da televisore e trasmette storie inedite, di persone vere con una vita vera, un racconto reale. Nella corriera talvolta sei tu il protagonista perché ci sarà sempre qualcuno che da lontano ti ammira, nascosto'

Almeno qualcosa di positivo c'è in questa scuola, non è molto distante dalla fermata. All'esterno dell' istituto c'era scritto : 'lasciate ogni speranza o voi che entrate'. Oddio ci mancava solo Dante Alighieri. Entrata 'nell'inferno' mi resi conto che non era tanto infernale, era accogliente con pareti gialle, alla destra c'era scritto su un cartello l'indicazione alla segreteria, mi diressi là; prima avrei fatto , meno sarei dovuta rimanere.
Arrivata dentro feci la radiografia alla segretaria: era in piedi probabilmente sulla 40ina d'anni aveva una camicetta leopardata con un giacchino di jeans sopra, i pantaloni o la gonna non si vedevano perché era totalmente coperta dalla scrivania, era bassa quasi sicuramente alcuni centimetri gli aveva acquistati con un paio di tacchi a spillo, ma questa era solo un ipotesi. Le sue unghie erano pittate di un colore indefinito tra il beige e il rosa.

"Buon pomeriggio, desidera?" Pronunciò queste parole senza neanche degnarmi di uno sguardo.
"Si grazie, vorrei compilare il modulo per l'iscrizione" volevo sembrare il più carino possibile.
"Tenga"
Mi diede i fogli sempre senza guardarmi. A prenderli in mano a momenti mi graffiavo con gli artigli che si ritrova. Avrei voluto tirarle uno schiaffo. Ma devo essere gentile.
Mentre compilo i fogli mi sento strana, mi sembra che qualcuno mi osservi ma la scuola é deserta e non ci diedi tanto peso.

Mentre uscivo mi rimisi le cuffie, era piacevole la musica ad alto volume sovvrastava i miei pensieri ed io mi sentivo libera.
All'improvviso sentì un tonfo, e mi trovai a terra. Quando riaprì gli occhi in contemporanea emisi un 'ahia', di fronte a me trovai una ragazza praticamente sdraiata sul marciapiede, del resto lo ero anche io. Aveva i capelli rossi e quando le vidi gli occhi notai die bellissime iridi verdi, vicino a lei c'era un ragazzo , dall'angolazione in cui lo guardavo era alto biondo e credo con occhi marroni, probabilmente stavano insieme. Quando finalmente riuscì ad altzarmi accaddero le inevitabili scuse.
"Scusa non ti ho vista mi dispiace tanto!"
"No scusami tu ero alquanto distratta"
Scoppiammo a ridere in una risata potente e con noi si aggiunse anche il biondino.
"Piacere mi chiamo Amber!"le porsi la mano, lei stringendola disse "io mi chiamo Amely e lui é Colin".
Colin mi chiese se volevo stare con loro a fare un giro , per essere asociale me la stavo cavando bene a fraternizzare nella nuova città. Devo finire addosso alle persone più spesso.

________

Tornai all'appartamento fiera di me , avevo fatto amicizia con due miei coetanei tra l'atro molto simpatici. Durante la passeggiata scopri su di loro parecchie cose per esempio che Colin non era il ragazzo di Amely, era il migliore amico e manteneva una relazione a distanza con una ragazza di nome Emma. Amely era figlia unica e viveva a Boston da quando era una bambina. Io dissi soltanto che mi ero trasferita da Brighton a qui , e che abitavo con mia sorella.
Appena entrai vidi la gigantografia sulla parete bianca che avevamo da qualche mese : una foto di mamma e papà. Buttai lo zaino che mi portavo sempre dietro in camera mia e salutai con un bacio sulla guancia mia sorella che stava facendo dei toast per cena, era pessima in cucina , era capace di bruciare anche l'acqua, quindi ci limitavamo a toast (bruciati ma comunque mangiabili) , hamburger comprati al McDonald's, insalata confezionata, si insomma robe così.
"Ti sei divertita alemeno oggi?"secondo me si aspetta una risposta negativa come quelle del resto della settimana.
"Si" la sua faccia sconvolta era buffissima ma io mantenni un espressione seria.
"Amber stai bene? Hai la febbre?" Disse accennando un sorriso.
"Si che sto bene"
"Cosa é successo? Hai incontrato qualcuno? Magari un ragazzo? Me lo fai conoscere?" A ogni domanda il suo sorriso si allargava. Odio quando fa così.
"Sì" dissi con voce più seria possibile.
"Allora?!"
"É gay".
La sua faccia tramuta da ficcanaso a che stronza che sei. Io scoppiai a ridere. Ovviamente.
"Mi prendi per il culo vero?!"
"Può darsi... oppure é la verità, chi mai potrà dirlo?" Ma quanto é bello prendersi gioco di lei?
"S-E-I U-N-A S-T-R-O-N-Z-A" come da copione.
Mentre pronunciava queste parole alla velocità corrispondente a mia nonna che cammina io attraversai il corridoio e mi buttai sul letto di camera mia. Benché non é tardi io mi sento come un'anima in pena, presi il libro di 'Harry Potter' per leggerlo per la centesima volta, é il mio libro preferito. É incredibile poter viaggiare in mondo totalmente diverso dal nostro, pieno dell'unica cosa che a noi manca : la magia. Fin da piccola ho sempre sognato di andare ad Hogwarts, dato che abitavo a Brighton anche se ero originaria di Manhattan.

"Amber é pronta la cena!" Gridò mia sorella dalla cucina.
"Senti la puoi chiamare in tutti i modi tranne che cena" biascicai ho la bocca impastata , sono troppo stanca.
"Non ti lamentare troppo , questo é un cibo raffinato" sventolò la mano sul piatto mentre diceva la cazzata più grande del pianeta.

"Si , certo" mangiai a fatica questi sottospecie di toast, ma la volevo fare conteta in fondo di impegnava tanto.
"Allora, domani é lunedì, come pensi di presentarti a scuola? Da dark? O da cocca dei pro?"
"In nessun modo... voglio essere la ragazza normale , anzi normalissima. Hai presente quella che non si nota anche se ti passa accanto una ventina di volte?"
"Sei troppo noiosa, dovresti giocare un po' sulla tua identità"
La guardai male e uscì platealmente dalla stanza lasciando il toast sul piatto.
Mi rimisi a leggere ma mi addormentai sulle psgine del libro. Ero stanca, come temevo.
__________

"Amber alzati o farai tardi!!" Cristall urlava dall'altra parte dell'appartamento.
"Mmmmmh" mi usci il lamento di una mucca in coma.
"Non puoi fare tardi oggi, farai una pessima impressione sui prof!" Ha ragione. Per inerzia mi alzai dal letto e andai al bagno. Poco dopo ero in corriera in attesa di entrare a scuola.

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