No sense

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Alle quattro in punto, il campanello di casa suona, così tolgo i miei immancabili pantaloni del pigiama, indosso il primo paio di jeans che trovo e mi catapulto ad accogliere Francesca.
-Ehi, Gi!-
-Ciao Franci-, dico abbracciandola. Guardandola togliersi la sciarpa e sbottonarsi il cappottino mi fa tenerezza, perché per me, nonostante il suo carattere estroverso, è sempre stata una persona dolce e sensibile, quasi da proteggere. E ora, scoprendo quello che il suo ragazzo potrebbe farle ribollo di rabbia; cerco di non darlo a vedere sorridendole e accompagnandola in cucina, dove ci aspettano due tazze di cioccolata fumanti che avevo preparato giusto in tempo. Ci sediamo una di fronte all'altra e iniziamo come al solito a parlare del più e del meno, anche se ovviamente io punto ad arrivare ad un discorso ben preciso, così ad un tratto, per rompere il silenzio che si è formato e per evitare che lo riempia prima lei con qualche domanda, le chiedo: -Allora, come sta Samuele?-
Penso che una persona innamorata la si riconosca subito da tante cose: la testa tra le nuvole, la felicità costante, il sorriso perenne sulle labbra, l'espressione imbambolata ma, soprattutto, il tono di voce e il luccichio degli occhi quando si parla della persona. E' una cosa che ho imparato con gli anni, vedendo le mie compagne di classe e alcune mie vecchie amiche, ma che purtroppo non ho ancora sperimentato in prima persona. Ecco, quel luccichio, quel sorriso spontaneo che nasce sentendo il suo nome, non lo vedo in Francesca, che al contrario si rabbuia in volto, come al solito quando si parla di lui, e guardandosi le unghie mangiucchiate risponde: -Tutto bene-, risponde evasiva, e capisco che ha intenzione di cambiare discorso al più presto. Ma nonostante mi faccia tenerezza e mi dispiaccia tantissimo vederla così, non glielo permetto: -Sabato alla fine siete andati in discoteca?-
-No, come previsto ha incontrato Giorgia..-
-E dove sono andati di bello?- chiedo sorseggiando la mia cioccolata e sperando che non si accorga del tono quasi accusatorio con cui le pongo le domande.
-Non lo so, mi ha solo detto che si sarebbero visti, presumo siano andati in qualche pub a bere o in discoteca.. A bere anche lì..-
-Non fa bene bere così tanto, dovresti dirglielo. Dopotutto sei la sua ragazza, se non dà retta a te..-
-Oh, ho provato diverse volte ma.. Comunque, allora, tu invece sabato non sei andata a prendere le pizze, vero?-
Cerco in fretta un modo per tornare al discorso di prima: ho bisogno di avere delle risposte, e le avrò!
-No, ma a quanto pare sono talmente fortunata che oggi mi sono trovata Giacomo sul pullman..-
-Davvero? E..?-
-Niente di che, abbiamo un po' parlato, ci siamo addirittura presentati dopo anni! e lui mi ha chiesto perché avessi accettato di uscire con Emanuele quella sera.. Gli ho detto che per un'amica questo ed altro, tu ci tenevi tanto, o almeno, presumo che Samuele volesse aiutare il suo amico, com'è giusto che sia. Così gli ho detto di non preoccuparsi, che nessuno mi aveva minacciata ma che ho accettato io di mia spontanea volontà.- Modifico un po' il tutto e aspetto una reazione da parte di Francesca alla parola "minaccia": ricordo che mi aveva spaventata quel pomeriggio quando mi aveva proposto l'uscita, sembrava terrorizzata dalla possibilità che potessi rifiutare, e solo ora capivo il perché e iniziavo a dare importanza a quell'episodio. Infatti la sua reazione non tarda ad arrivare: sbianca improvvisamente e inizia a balbettare, probabilmente cercando un modo per dirottare nuovamente l'argomento della nostra chiacchierata. Ma io nuovamente non le permetto di prendere in mano le redini della situazione: lo sto facendo per il suo bene, e lei dovrà parlare!
-A proposito, come sta Emanuele? Spero si sia arreso alla fine!-
-Sì, sì, non ti preoccupare,- dice con voce assente.
-E invece il livido che avevi sul polso? Fammi un po' vedere..- dico sporgendomi sul tavolo per prenderle il braccio. Lei però sposta indietro la sedia, prendendosi il polso con l'altra mano per nasconderlo alla mia vista.
-Ma che ti prende oggi Gaia?! Sei impazzita? Senti, io devo tornare a casa, ho molto da studiare e ho accettato di vederci perché pensavo avessi novità e..- dice alzandosi e mettendosi cappotto e sciarpa.
-No, aspetta Franci, scusa. Volevo solo sapere se..- sto per tradirmi ma non posso, se le dicessi che so tutto probabilmente si chiuderebbe a riccio e non mi racconterebbe niente per paura; deve aprirsi lei con me, e devo cercare di non forzarla, per quanto il tempo in questi casi conti molto..
-Sapere se..?- mi incalza lei.
-Sapere se il tuo polso è guarito, mi sono spaventata l'altro giorno quando l'ho visto!-
Per un momento mi guarda con tenerezza, come una sorella maggiore guarda la sorella più piccola, ignara di come sia difficile crescere e affrontare la vita e tutti gli ostacoli che essa pone sul nostro percorso. Ma dopotutto, cosa c'è di meglio di saltare un ostacolo insieme, mano nella mano, con la consapevolezza che la persona al tuo fianco spiccherà il salto nel tuo stesso momento, volerà con te e atterrerà al tuo fianco, sia illesa, perfettamente in equilibrio sulle sue gambe, sia a terra con un ginocchio sbucciato?
E' un attimo, poi torna ad essere un miscuglio di emozioni diverse, tutte negative purtroppo. Mi saluta velocemente e mi lascia con il rammarico di non essere riuscita ad aiutarla, anzi! di averla spaventata con la mia insistenza. Mi lascio cadere sul divano, ho troppi pensieri per la testa per riuscire a studiare come si deve, così, per distrarmi, mi affido ad un buon libro e passo così il resto della giornata.

Il giorno seguente arrivo a scuola ancora "scossa" per gli eventi del pomeriggio precedente. Mi siedo al mio banco e appena arriva Davide lo ringrazio imbarazzata per il salvataggio del giorno prima sul pullman.
-Figurati. Il tuo amico però dovrebbe stare un po' più attento, se non ci fossi stato io avresti picchiato la testa contro qualche palo di sostegno e chissà..-dice con un tono da sbruffone che un po' gli si addice e irrigidendo la mascella. Sto per rispondergli che anche "il mio amico" mi ha afferrata in tempo, ma non faccio in tempo a ribattere che lui se n'è già andato, unendosi al gruppetto formato da Laura e altri tre nostri compagni di classe. Che strano! Fino a ieri li considerava un branco di asini e adesso sta con loro? Addirittura lo vedo impassibile di fronte al solito atteggiamento civettuolo di Laura, anzi si gira verso di me, come per assicurarsi che stessi guardando, e quando lei prova ad abbracciarlo, lui non si scosta, ma le mette un braccio intorno alle spalle sorridendole. Questa poi! Sento le guance in fiamme e come un nodo allo stomaco, qualcosa mai provato prima. Non avrò digerito bene la colazione, oppure mi starà venendo la febbre.. Liquido così queste sensazioni e mi volto in fretta verso il mio libro di italiano per leggere velocemente ciò che avrei dovuto studiare per oggi. Al suono della campanella, Davide e Laura si accomodano di fianco a me, senza però smettere di parlare; Laura continua a nominare un nuovo locale che hanno aperto nel suo paese, definendolo "strabello" e proponendo a Davide di andarci insieme un sabato sera; lui acconsente e io nuovamente sento un nodo allo stomaco. Ma che mi prende?! Per metà mattina Davide non mi rivolge la parola e passa il tempo con Laura, la quale non ha ancora smesso di definire il nuovo locale con aggettivi sempre nuovi e sempre meno appartenenti al vocabolario italiano.
Così all'intervallo mi avvicino al mio solito gruppetto, assistendo ai loro discorsi anch'essi su locali, alcolici e nuove collezioni di un qualche stilista a me sconosciuto; sono presente solo fisicamente, perché i miei pensieri, ma anche i miei occhi, sono puntati verso lo strano comportamento di Davide e la sua improvvisa indifferenza nei miei confronti. Ehi, Gaia! Ma che t'importa?! E' solo un tuo compagno di classe, neanche carino poi (ma che dico?!)!
Al suono della campanella che segna la fine dell'intervallo, torno al mio posto e sono tentata dal chiedere a Davide che cavolo gli è preso, ma non voglio dargli l'impressione che mi interessi, e poi figuriamoci se la mia timidezza me lo permetterebbe! Ma stranamente è lui a rompere il silenzio dicendo: -Il tuo amico abita nel mio stesso paese. E' considerato un po' uno sfigatello-
Ma che faccia tosta! Vorrei davvero dirgliene quattro, ma opto per un comportamento distaccato, come il suo fino a quel momento dopotutto: -A parte il fatto che non è mio amico, è solo il cameriere della pizzeria in cui vado da sempre, comunque non mi interessa, non mi è mai importato niente di quello che dice la gente su di me, figuriamoci sugli altri!-
Per un momento non dice niente, devo averlo zittito, ma poi riprende sorridendomi per la prima volta quella giornata e dice: -Bene, mi fa piacere.- senza però specificare che cosa, e questo stranamente mi fa sorridere.
Ad un tratto sento Laura che sussurra: -Gaia, dopo mi metto io al tuo posto, ok?-
Non faccio in tempo a risponderle che Davide mi precede: -Per quale motivo scusa? Ognuno rimane al proprio posto.-
Laura è visibilmente scioccata da quella risposta e ammetto di esserlo anch'io: gli è stato appiccicato tutto il giorno senza dire niente, anzi, assecondandola, e ora le risponde male dicendole di rimanere dov'è? Non che mi dia fastidio certo, però, che ragazzo strano..

Ciao a tutti! Oggi sono a casa e appena sveglia mi sono messa all'opera! Spero vi piaccia questo capitolo e vi chiedo di farmelo sapere nei commenti! In questo periodo ho notato che certe persone mettono le stelline ai miei capitoli una dopo l'altra, nell'arco di un minuto, e questo mi ha fatto venire un dubbio: leggeranno davvero i miei capitoli? Voglio farvi sapere che non siete assolutamente obbligati a leggere la mia storia, o comunque non dovete sentirvi in dovere di leggerla perché io leggo le vostre. A me interessano pareri sinceri, non sono qui per fare una gara a chi ha più stelline e commenti, sono qui semplicemente perché amo scrivere e vorrei migliorarmi.
Scusate per la "predica", non è un'accusa, più un chiarimento! Detto questo, ringrazio di cuore chi legge la mia storia e mi fa sapere cosa ne pensa!
Ne approfitto per consigliarvi della storie che a mio parere sono scritte davvero bene e che meritano tanto:

-Mermaid Tattoo di nottebianca ;

-Be my sun, be my anchor, be my hero di @StellaDepp ;

-Elena di @MauraGrignolo ;

-A secret inside me di @sognatricedilibri91.

E ovviamente, se vi va, passate a leggere l'altra mia storia, "Dentro ad un pensiero", a cui sono molto affezionata!
Baci, seaswave.

Philofobia: I'll save you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora