Epilogo

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Il giorno seguente a scuola avvicino Davide e gli chiedo:
-Colore preferito?-
Lui mi guarda stranito, poi sorride e risponde: -Blu, per...-
-Piatto preferito?-
-Risotto allo zafferano ma..-
-Segui il calcio?-
-Non molto, che..-
-Ti piacciono gli..- non riesco a finire la frase perchè sento le sue labbra poggiarsi sulle mie, zittendomi.
-Taci un attimo- sussurra lui ad un centimetro dal mio sorriso.
Mi guardo intorno ma per fortuna i nostri compagni sono tutti impegnati a fare altro e non si sono accorti di niente.
-Scusa, è solo che mi sono accorta di non sapere alcune cose su di te.-
-Lo stesso vale per me. Ma pian piano ci si conosce, non c'è bisogno che mi punti una lampada contro e inizi a spuntare sul tuo taccuino tutte le domande che ti sei posta di farmi- dice lui ridendo.
-Sì, beh, forse non hai tutti i torti..-

Dopo scuola usciamo e decido di chiamare Francesca. Non la sento da un po' e per quanto sia risentita dal suo comportamento, credo che fare il primo passo per l'ultima volta non guasti. Così mentre aspetto il pullman compongo il suo numero. Dopo diversi squilli risponde.
-Ehm.. Ciao Franci-
-Oh, ciao Gì.. Come stai?-
-Io bene e tu?-
-Tutto bene. Senti, scusa ma mi hai presa proprio in un brutto momento, ti devo lasciare..-
-Sì ma..-
-Mi rifarò viva io, ciao. Grazie per aver chiamato!-
Come a dire "tu non chiamarmi più, grazie", e questo mi fa davvero male. Ormai è chiaro che, per un motivo a me sconosciuto, quella che ho sempre considerato la mia migliore amica non ne vuole più sapere di me e ovviamente la cosa mi fa stare male, perchè non ho avuto neanche il tempo di capire cosa sia successo, cosa sia cambiato all'interno del nostro rapporto, e magari trovare un modo per evitare che tutto cambiasse in modo tanto drastico.

Le settimane passano lentamente, tra lo studio e la stesura della tesina. Senza poter più vedere Davide fuori da scuola le giornate sono un incubo e non passano mai, ma fortunatamente ogni tanto lui mi sorprende con qualche trovata che ci permette di recuperare il tempo perso stando separati senza che i miei se ne accorgano.
Manca esattamente una settimana alla fine della scuola e io sono nel panico più totale: la tesina è praticamente finita, ma l'ansia inizia già a farsi sentire e la paura di non riuscire ad affrontare correttamente la maturità sta scavando una voragine nel mio stomaco. Sono piegata sulla scrivania a fare esercizi di matematica, maledicendo ogni singolo risultato scritto sul libro che non corrisponde a quello a cui arrivo io.
Ad un tratto sento qualcuno bussare alla finestra della mia camera. Inizialmente un po' impaurita, scosto la tenda e incontro l'azzurro degli occhi di Davide, che si tiene sollevato con le braccia sul davanzale. Apro la finestra e lui subito si sporge a darmi un bacio; sorrido, poi gli chiedo: -E tu cosa ci fai qui?-
-Sarebbe più romantico se avessi un balcone e se ci fosse la notte a farci da sfondo ma mi potrei anche accontentare- risponde lui sorridendomi. -Ora però o entro io o esci tu: non sono tanto atletico da reggermi ancora per molto.-
-Solo per poco però, c'è mia mamma in casa e sai come funziona.. Mi invento una scusa per uscire, aspettami.-
Corro in giardino senza preoccuparmi del mio aspetto, perchè so che a lui vado bene in qualsiasi condizione. Gli salto al collo appena lo vedo e lui mi stringe a sè come fa sempre, in quel modo tanto delicato quanto deciso da farmi sentire al sicuro. Ci sciogliamo dall'abbraccio e io gli chiedo come abbia fatto ad entrare.
-Ho scavalcato il cancello. È stata un'impresa ardua ma sono pronto a tutto pur di vederti.-
-Sei fortunato che la mia camera è al piano terra allora-
-Già.. Ti ho portato una cosa. Ci ho messo un po' a farla ma.. Beh, spero ti piaccia.- dice consegnandomi una specie di album fatto con fogli di carta ruvidi e spessi legati con dei nastri azzurri e arancio. Sulla copertina, la mano di Davide ha disegnato una G e una D. L'album è formato da tutte le foto che abbiamo fatto insieme in questi mesi, arricchite da piccoli disegnini, battute e frasi scritte da Davide. È bellissimo e non so come fargli capire quanto mi piaccia senza essere diminutiva.
-E poi.. Ecco, ti ho portato anche questo- dice consegnandomi un piccolo registratore, di quelli con le cassette che non se ne vedono più in giro. Lo guardo affascinata e decisa ad ascoltare la cassetta al più presto. Premo play e sento le onde del mare che si infrangono sugli scogli, All this time in sottofondo.
-So che sei agitata per gli esami, quindi dato che purtroppo non posso portarti tutti i giorni al mare.. Beh, ho portato il mare da te, così ogni volta che hai l'ansia, sei preoccupata o altro e io non ci sono per tenerti tra le mie braccia, ci sarà il mare a calmarti.-
Lo abbraccio di getto, senza pensarci, come mi accade spesso negli ultimi tempi. Lui mi prende in braccio e mi lascia un tenero bacio, veloce, sulle labbra. Lo guardo e penso che in questo momento potrei mandare tutto a quel paese e perdermi nelle bellissime gradazioni d'azzurro dei suoi occhi.
-Grazie. Io non so cosa dire..-
-Ma a questo ci sono abituato, non è un problema.-
Gli sorrido e per la prima volta prendo io in mano la situazione e lo bacio, con una foga che mi è completamente estranea. Lui ricambia, senza smettere di abbracciarmi e tenermi sollevata da terra. Quando mi accorgo di essermi lasciata andare un po' troppo, mi stacco leggermente da lui, che però non sembra averne abbastanza.
-Ehi, devo andare..- sussurro.
-Sì, certo. Comunque, non dovresti sapere cosa dire più spesso se questo è il risultato.- dice sorridendomi e rimettendomi a terra.
Io metto l'album è il registratore sul davanzale della mia finestra per non destare sospetti una volta rientrata in casa, dopodichè saluto Davide e rientro, cercando di distrarre mia mamma mentre apro il cancello e lui se la svigna.

È ufficialmente arrivato il giorno tanto temuto: il 22 giugno, giorno della prima prova di maturità. Io e Davide ci siamo dati appuntamento un po' prima per andare a fare colazione insieme. Passa a prendermi in macchina e per tutto il tragitto ascolto la cassetta che mi ha regalato per cercare di tranquillizzarmi.
Una volta consumati i nostri caffè e le nostre brioches, ci dirigiamo verso la scuola, e arrivati davanti a quel cancello tanto conosciuto ma allo stesso tempo estraneo in questo momento, mi prende nuovamente quel misto di paura e di ansia che mi bloccano.
-E se scappassimo?- propongo.
-Saremo punto a capo l'anno prossimo- dice sorridendomi Davide. Poi mi prende per mano e continua: -Forza, affrontiamola insieme. Non è il primo e spero non sarà l'ultimo ostacolo che supereremo insieme.-
Gli stringo forte la mano mentre mi perdo nei suoi occhi, che come il mare mi infondono tranquillità, dopodichè varchiamo il cancello, dirigendoci insieme verso il futuro.
                                                                                                                                                      FINE.

Ciao a tutte! Spero che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto. Quando ho iniziato a scrivere questa storia non avrei mai pensato che sarei arrivata ad una conclusione, invece eccomi, anzi eccoCI qui. Sì perchè è grazie a voi che sono riuscita ad arrivare a questo punto, è merito del nostro lavoro di squadra. Grazie mille a tutte per il costante supporto. Spero di essere riuscita a trasmettervi qualche emozione attraverso Gaia e Davide, sarebbe la conquista migliore per quanto riguarda questo "mondo". Ho già in mente un seguito che spero potrà prendere forma velocemente. Che dire ancora.. Grazie, perchè non è mai abbastanza. Un abbraccio grande grande.
Baci, seaswave.

Philofobia: I'll save you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora