Marienplatz

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-Bene ragazzi, scendete con calma dal pullman, e mi raccomando: so che non siete più dei bambini, o almeno così dice la vostra carta d'identità, ma vi prego di rimanere nei paraggi e non disperdervi. Dovrebbe esserci una guida ad aspettarci. Lei ci scorterà in giro per la città questo pomeriggio e questa sera, dopodiché domani mattina proseguiremo il nostro viaggio verso il castello di Hohenschwangau, ma i dettagli ve li comunicheremo più avanti. E ora forza, gambe in spalla e andiamo!- ci informa la prof d'inglese.
Scendiamo con calma dal pullman e tutti ci sgranchiamo per bene le gambe, stiracchiandoci e sbadigliando per la stanchezza che il lungo viaggio ci ha messo addosso. Personalmente non vedo l'ora di arrivare in albergo e farmi una bella doccia, ma appena toccato il suolo, mi guardo attorno meravigliata: questa città pullula di vita, c'è un viavai continuo di persone, tutte indaffarate: chi con una valigetta in mano che parla velocemente in tedesco, chi invece se la prende con comodo e si gusta un bel gelato. Molti si voltano a guardarci, e qualcuno si avvicina addirittura a chiederci di dove siamo in un inglese un po' incerto. Non smetto di guardarmi intorno, ma la prof d'inglese mi importa subito alla realtà urlandomi praticamente contro: -Bianchi! Svegliati, forza! Non abbiamo tutto il giorno, poi se tu te ne vai con la testa addio! Sbrigati!-
Avvampo, mentre qualcuno dei miei compagni inizia a fare qualche battutina e io maledico più volte la prof per il modo in cui mi ha ripresa.
-Calma prof! Come pensa di trovare marito se continua a sbraitare in questo modo?- si intromette Davide, che ama stuzzicarla. Lei lo fulmina con lo sguardo e dice: -Rivolta non ti intromettere o ci penso io a farti passare la voglia di scherzare. Sai, posso metterti le note anche da qui!- lo minaccia lei, pur sapendo che su Davide le sue parole non hanno mai effetto. Infatti: -Faccia pure.- ribatte lui alzando le spalle e sorpassandola. Io abbasso la testa e lo seguo, cercando di raggiungere le mie amiche. -Bianchi! Allora, sei tornata tre noi eh?- dice Matteo prendendomi in giro come spesso fa, e ridendosela con i suoi amichetti. Io proseguo senza voltarmi e cercando con lo sguardo Margherita. Ma nuovamente sento una voce dietro di me: -Oltre alla testa hai perso anche la lingua?- Sto iniziando ad innervosirmi ma so che la miglior arma contro le persone come lui è il silenzio, così sto per darmela letteralmente a gambe ma.. -Tu hai perso il cervello tanto tempo fa, pensa. Quando coglierai l'occasione di stare zitto, Corradi?- chiede Davide guardandolo con astio e continuando a camminare. -Stronzo..- ribatte semplicemente Matteo.
Sorrido a Davide e decido che per oggi è meglio se non combino altri casini: non mi piace assolutamente stare al centro dell'attenzione. Ad un tratto ci fermiamo e notiamo una donna sulla settantina, bassa, vestita con una gonna al ginocchio blu, una giacchetta dello stesso colore abbottonata dalla quale fuoriesce il colletto di una camicia bianca; ai piedi delle scarpe anch'esse blu, con un piccolo tacchetto. Ha i capelli raccolti in uno chignon tiratissimo, gli occhi azzurro ghiaccio che nonostante l'evidente età sprizzano vitalità e un rossetto nude sulle labbra. In mano ha un'asticella alla cui estremità è attaccata una bandiera dell'Italia.
-Buongiorno ragazzi. Io sono Giovanna. Sono una vostra connazionale che ha trovato l'amore proprio qui, a Monaco, precisamente vicino a quella fontana- si presenta, indicandoci la fontana, -e che quindi ha deciso di trasferirsi qui dopo il matrimonio, in una città dalle mille meraviglie. Mi dispiace che trascorrerete qui solo un pomeriggio, ma ho comunque deciso di farvi visitare il luogo più conosciuto di Monaco: la Marienplatz, la piazza più famosa della città. Questo, come potete vedere, è il luogo in cui i monacensi si danno appuntamento per fare shopping, bersi una birra o semplicemente fare una bella camminata: infatti c'è una grande area pedonale per questo. Fin dal Medioevo qui si teneva il mercato del grano e del sale e oggi, anche se solo per un mese, Marienplatz torna ad ospitare un mercato, il Christkindlmarkt, da fine novembre al 24 dicembre E' veramente magico, con il grande abete illuminato da luci bianche, i banchi che vendono addobbi, prodotti tipici dell'artigianato e della gastronomia locale e le più antiche melodie natalizie che risuonano ogni giorno alle 17.30 dalla balconata del Municipio.- La sua voce da nonna cattura subito la nostra attenzione, come dei bambini a cui viene raccontata la favola della buonanotte, e io vedo davanti ai miei occhi quella scena magica.
Il pomeriggio prosegue così, tra momenti di pausa, in cui Giovanna ci permette di guardarci intorno e curiosare in giro per quella bellissima e imponente piazza, e momenti invece in cui ci racconta, come una maestra ai suoi bambini, delle particolarità che caratterizzano Marienplatz. Io mi aggrego al mio solito gruppetto, e insieme ammiriamo il nuovo municipio: Neue Rathaus, che significa appunto "Nuovo Municipio" e che è un imponente edificio neogotico. In particolare ci soffermiamo a guardare incantate l'alta torre che ne domina la facciata principale e che ospita, come ci racconta Giovanna, il celebre Glockenspiel: "gioco di campane", il più grande carillon della Germania che si aziona tre volte al giorno: alle 11, alle 12 e alle 17.
-Si compone di due piani: nel piano superiore sono rappresentati i festeggiamenti per il matrimonio del duca Guglielmo V con la principessa Renate von Lothringen, mentre in quello inferiore viene rievocata l'antica danza dei bottai che simboleggia il ritorno di Monaco alla consueta normalità e alle feste dopo la fine della peste che la coinvolse dal 1515 al 1517. La facciata del campanile, alto 96 metri, è adorna di sculture che raccontano storie e leggende bavaresi, raffigurando personaggi locali o figure allegoriche, di cui il drago nero ed enorme che sicuramente avete notato. Sono quasi le cinque, quindi avrete anche la fortuna di vedere il campanile in azione! Nel frattempo, potete continuare a curiosare un po' in giro- dice Giovanna mentre torna a parlare con i nostri prof.
Di fronte al municipio, si trova la fontana di cui poco fa ci ha parlato Giovanna. Margherita subito le si avvicina e chiede: -Scusi signora, com'è che vi siete conosciuti lei e suo marito? Sa, sono molto curiosa..-
Giovanna sorride e le si illuminano gli occhi mentre racconta: -Non ci crederete, ma ero in gita proprio come oi, con la mia classe. Ero all'ultimo anno del liceo linguistico, e me la cavavo abbastanza con la lingua. Mi avvicinai per guardare il buffo pesce che campeggia sulla sommità del blocco di marmo posto al centro della fontana. Stavo ridendo con le mie amiche, indicandolo, quando ad un tratto un ragazzo mi si avvicina e mi dice in tedesco che, anche se all'apparenza un po' buffa, in realtà quella fontana è conosciuta perché è tradizione, il mercoledì delle ceneri, sciacquarvi il portafogli, che non rimarrà mai vuoto. Io gli risi letteralmente in faccia, al che lui mi prese il foulard che avevo al collo e lo gettò nella fontana. Niente di romantico come avrete capito. Gli sarei saltata al collo, l'avrei strangolato! Chi si credeva di essere?! Così gli tolsi il cappello dalla testa e feci lo stesso. Sì, ero un po' una peperina. Lui invece di arrabbiarsi, però, scoppiò a ridere, riprese cappello e foulard, mettendomi il suo cappello bagnato in testa e lui aggiustandosi il mio foulard al collo. A quel punto risi anch'io, stupita dalla genuinità di quel ragazzo e.. Beh, mi innamorai di quel sorriso. Vi sembrerà smielato, sicuramente, ma da quel giorno io ed Erik non ci lasciammo più.-
Quasi tutte le ragazze (anch'io nel pensiero, lo ammetto), sospirarono, mentre sentii Davide dire a bassa voce: -Ma che stronzata!-
Mi voltai e lo guardai male, al che lui mi fissò a sua volta e disse: -E tu ci credi? Chissà quanto l'ha pensata questa storiella. "Mi sono innamorata del suo sorriso"- disse imitando la voce di Giovanna, -ma per favore!-
-Perché dici così?-
-Perché non è vero niente Gaia! Se mi avesse buttato il cappello nella fontana io ce l'avrei lanciata dentro, altroché! E a quel punto scommetto che non si sarebbe innamorata del mio sorriso.- ribatte.
Sbuffo e vorrei smentirlo nuovamente, ma in quel momento il carillon si aziona: prima partono le campane della torre per annunciare la nuova ora, poi parte la melodia del carillon, iniziano a muoversi i personaggi del piano superiore e quando questi tornano alla loro immobilità partono i danzatori del piano inferiore; a questo punto quasi tutti vanno via ma non è ancora finito lo spettacolo: il gallo dorato posto alla sommità del carillon sbatte le ali, muove la testa e canta tre volte. Rimaniamo tutti con il naso per aria ad ammirare questa scena. I monacensi che ci passano di fianco ci guardano divertiti, ormai abituati a questo rituale.
-Bene ragazzi, adesso andiamo in albergo!- annunciano i prof. Salutiamo Giovanna, dandoci appuntamento per questa sera: c'è in programma un veloce giro della città in pullman, per vederla tutta illuminata e magari conoscere qualche curiosità in più.
Salgo sul pullman e Davide, che ha preso posto di fianco a me dice: -E così tu le hai creduto?-
-Creduto a chi? A cosa?-
-Alla guida e alla storia del marito.-
-Non vedo perché avrebbe dovuto mentire..- rispondo sinceramente.
-Perché fanno tutti così. Cercano tutti di servire la propria vita sul tavolo degli altri su un piatto d'argento, quando in realtà la portata non ne vale neanche uno di plastica. Soprattutto per quanto riguarda l'amore, le persone tendono sempre ad ingigantire le cose: dicono tanto di essere innamorate, ma poi.. Tutto fumo e niente arrosto.-
-Beh, non per tutti è così. E poi si vede che lei è innamorata davvero.-
-E' solo brava a recitare. E poi credimi, l'amore è solo un qualcosa dietro cui si nascondono molte persone. Poi quando c'è da rimboccarsi le maniche e dimostrare quel caz..- si blocca guardandomi, sapendo quanto odio certe parole, -quel cavolo di amore, tutti si tirano indietro, alla prima difficoltà. Lei probabilmente non ha mai incontrato ostacoli nella sua vita con suo marito.-
-Ma non è vero, non è detto! Se è amore vero, ci si rimbocca le maniche insieme e si supera insieme quell'ostacolo.-
-Sei ingenua Gaia, davvero ingenua.- dice lui, ferendomi, con uno sguardo tinto d'amarezza, al che mi chiedo che cosa l'abbia mai portato a pensare quelle cose. A quanto pare si accorge di avermi scossa perché dice: -Ognuno ha la sua visione dell'amore comunque.-
-E la tua storia con Fiamma com'è? Parli tanto male dell'amore..- ho il coraggio di dire a bassa voce, gli occhi bassi.
-Non è amore. E'..- si blocca. -Una cosa fisica, e basta. L'amore non esiste, come ti avevo già detto.- ribatte duro.
Così per lui l'amore non esiste, è solo una stupida fandonia che si racconta ai bambini. Lui non crede nell'amore, probabilmente non è mai stato innamorato. E di certo non lo è. Quest'ultima affermazione mi colpisce a fondo, mi sconvolge quasi e non capisco il perché di questa mia reazione interiore. Non ho il tempo però di rifletterci sopra perché arriviamo in albergo e, dopo aver preso le nostre valigie e aver fatto il check-in, ognuno va nelle stanze assegnate dai prof. Io sono in camera con Margherita, Greta e Lucia per fortuna. E' una camera accogliente, piccola ma con una bel balconcino con vista sul giardino ricco di verde dell'albergo. Ci facciamo tutte una doccia velocemente, poi scendiamo per cena e partiamo nuovamente per la visita notturna della città...


Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Per me è stato un po' un casino scriverlo dato che non sono mai stata a Monaco e ho dovuto cercare un po' di informazioni. Mi sembra sempre che i capitoli siano poco entusiasmanti, e non lo dico per sentirmi dire "Non è vero, sono bellissimi" o cose del genere, lo penso davvero. Più che altro perché la storia tra Gaia e Davide non procede come nelle classiche storie d'amore in cui dopo poco si baciano, o cose del genere. Forse anche perché sto cercando di trattare una argomento un po' più delicato e dato che certe cose non le ho mai provate mi è difficile parlarne, soprattutto senza scrivere delle gran cavolate.. Comunque, grazie dell'appoggio, posso dire ormai di volervi bene, ogni volta che vedo che qualcuno mette una stellina o commenta sorrido sempre davanti allo schermo. Un abbraccio grande!
Baci,~seaswave.

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