4^ parte

324 22 35
                                    


Louis si svegliò di soprassalto, con l'affanno e la fronte coperta di sudore. Si arrotolò sul letto troppo grande per una sola persona, prese il cuscino di fianco a lui e lo strinse a sè, facendo sprofondare il viso in esso.

Inspirò il profumo, l'odore di Harry che ancora era intrecciato nel tessuto.

Louis urlò nel cuscino, buttò fuori tutta la rabbia e la tristezza che aveva dentro in quel' urlo disperato.

Erano passati due mesi da quel giorno, un mese e ventotto giorni dal funerale. Era stata una cerimonia privata, solo con i famigliari più stretti.

Per tutto il tempo era rimasto a fissare la bara davanti a lui, con la madre di Harry che piangeva senza sosta di fianco.

Quando dovettero uscire dalla chiesa, per andare al cimitero, ogni passo che Louis faceva, era come se si lasciasse indietro un pezzo della sua anima.

"se questi frammenti potessi darli ad Harry, mi strapperei l'intera anima pur di rivederlo sorridere" pensò, fermandosi davanti al portone aperto.

Ritornò indietro correndo, arrivando di fronte a quella cassa di legno e lasciandosi andare per terra sulle ginocchia. Lacrime calde cominciarono a scendere.

-dobbiamo andare Louis- gli sussurrò Niall, appoggiando una mano sulla spalla dell'amico.

-io l'amavo..-

-anche lui ti amava-

Louis si avvicinò ancora di più e appoggiò una mano sul legno.

-tiralo fuori- mormorò.

-louis?-

-lui è qua dentro, al buio, da solo...tiralo fuori-

-louis, non si può, lo sai. È m-morto ormai, devi lasciarlo andare- gli disse dolcemente Niall, mentre guardava quella scena struggente.

-non può stare qua dentro! Lui ama il sole! Come può respirare li dentro?!- esclamò.

Niall gli andò incontro e circondandolo con un braccio, cercò di allontanarlo.

-non potete tenerlo chiuso li! È Harry, il mio ragazzo! Non potete allontanarlo da me!- urlò al vuoto

-louis, andiamo, su. Hai bisogno di riposo- gli portò la testa sul suo petto e lo strinse in un abbraccio.

Louis si aggrappò alla sua maglietta, scosso da tremiti e da sossulti.

-di notte vuole che qualcuno lo abbracci, così non fa incubi e solo bei sogni, me l'ha detto lui- mormorò tra un pianto isterico. -come faccio ad abbracciarlo se sta dentro ad una cassa? Come posso osservare i suoi occhi e giocare con le fossette? E chi pettinerà i suoi capelli alla mattina, quando è ancora troppo addormentato?....come posso renderlo felice?-

* **

prese la giacca ed uscì di casa, non prima di aver accarezzato la foto sul comò all'entrata. Ogni mattina e ogni sera, salutava e ringraziava quell'immagine. Forse per alcuni poteva sembrare solo una semplice foto raffigurante un ragazzo riccio, ma per lui era tutto.

Arrivò a lavoro in orario. Salutò i colleghi con un sorriso, che per tutto il giorno tenne sulla faccia. Se Harry fosse stato ancora li, vicino a lui , gli avrebbe detto di sfogarsi, di urlare, ma non di tenere tutto dentro, mascherandolo con quel sorriso falso. Ma Harry non c'era più e l'unico modo che aveva trovato per riuscire a continuare a vivere, era mettere quella maschera, almeno quando non era da solo e a casa.

I'll take care of your soul - larry stylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora