Mi ero dimenticata il vero significato della parola traffico. Lunghe code di vetture strombazzanti, il contachilometri che non riesce a sfiorare i sessanta, motorini che zigzagano urtando contro gli specchietti. Freno, per l'ennesima volta, spazientita. Non era esattamente questo che immaginavo quando ho accettato l'offerta del signor Frattini.
Guardo l'ora. E' mezzogiorno passato e mi sto chiedendo se arriverò mai all'appuntamento.
"Tra cinquanta metri svoltare a destra." comunica con voce mielosa il navigatore.
Odio non guidare la mia macchina!
Voglio sentire il timbro rassicurante del mio Tom Tom!
Freccia, sterzo e mi immetto nella stretta via del centro. Una bicicletta attraversa incurante del mio passaggio facendomi il pelo alla fiancata. Il ragazzo si gira e mi lancia un'occhiata accompagnata da un ma-guarda-dove-vai, come se fosse stata colpa mia. Proseguo fingendo di non aver sentito. Sono arrivata da due ore e già sto riscoprendo il lato peggiore di Roma, quello che non fai in tempo a dimenticare che subito ti si ripresenta.
Un altro semaforo rosso mi costringe a fermarmi. Abbasso il finestrino e il frastuono della capitale invade l'abitacolo. E' il sottofondo di una città in fermento. Il ricordo delle corse in motorino è ancora vivo nella mia mente. I clacson che suonavano nella notte e quella radio scassata stretta tra le gambe che gracchiava le parole di un dj emergente. Denny. Era lui che ci teneva compagnia. Quante sere trascorse in attesa della canzone del momento, quanti viaggi verso il divertimento con le sue parole come intrattenimento. Quanto mi sembrano lontane quelle sere ora che della città riesco a sentire solo il rumore e non la melodia che la avvolge. Mi sento spaesata. Io, sicura, decisa, intraprendente, sconfortata da un mondo che non mi appartiene più.
Sto iniziando a pentirmi di aver preso questa decisione così in fretta. Non è da me. Forse avrei dovuto pensarci ancora un po', forse avrei dovuto dire subito no. In questo momento sarei stata seduta alla mia scrivania con la stilografica in mano a ricopiare gli appuntamenti della settimana sull'agendina e stasera c'era quella bellissima esposizione di mobili che avrei voluto visitare. Invece sono qui, con il nome di una via e la promessa di un lavoro.
"Destinazione raggiunta." annuncia sensualmente la mia inesistente ma irritante compagna di viaggio.
Controllo la via. Via Sforza 18. Sono arrivata, non ci credo. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo un posteggio libero. Mi fermo e metto la freccia. C'è una macchina che percorre la corsia opposta. Un ragazzo con gli occhiali da sole guida sicuro, mentre con il braccio fuori dal finestrino aperto tamburella lampo di vita di Luca Carboni che esce dall'abitacolo. Aspetto paziente che mi superi quando lo vedo rallentare e infilarsi nell'unico posto libero.
Il mio posto libero!
Stronzo!
La musica smette, il motore si spegne. Succede che la gente se ne frega di quello che gli sta intorno. Succede, siamo a Roma. Mi ripeto nella mente cercando di mantenere la calma. Abbasso lo sguardo e per caso scorgo l'ora sul cruscotto. 12.46.
Sono in ritardo di...di trentuno minuti!? Merda!
Innervosita riparto, lasciando lì il mio ex posto libero e la serie di insulti che avrei tanto voluto scaricare, senza nemmeno vedere a chi erano diretti. Roma è in grado di tirare fuori il lato peggiore di me e questo lo aggiungerei tra i motivi validi per tornare immediatamente a casa.
Posteggio, dopo l'ennesimo giro dell'isolato, e mentre suono al citofono mi chiedo se non mi stia illudendo nello sperare che il signor Frattini mi abbia aspettato per un'ora.
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Lampo di vita
Storie d'amoreRoma, Settembre 2011. Una giovane donna è su una terrazza a guardare dei fulmini in lontananza, poco distante, alle sue spalle, c'è un uomo che la guarda... Roma, Estate 1996. Luca e Stella sono giovani, diplomati e innamorati... Una storia narrata...