Capitolo 3

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Harry si sciacquò il viso madido di sudore e si guardò allo specchio. Respirava ancora affannosamente ed era ancora ubriaco. Si passò una mano tra i capelli.
"Cazzo! Fanculo!" Tirò un pugno sul lavandino.
Si sentiva confuso. Non capiva il motivo di quello strano tremolio che gli scorreva sul petto. Non se lo spiegava. Lui non era buono,non era gentile. Era incazzato,sempre incazzato col mondo,beveva e ciò ampliava la sua cattiveria verso tutti. Le ragazze poi,non significavano niente per Harry. Non esisteva nessun bacio,nessuna carezza,scopare e basta era la parola d'ordine.
Ma adesso si sentiva stretto in questo bagno e avrebbe urlato per la rabbia.

Uscì e trovò Zoe intenta a sistemarsi la gonna,il viso ancora rigato dalle lacrime.
La guardò e quella morsa tornò a farsi viva nel suo petto. Decise di ignorarla.

"Ma cristo santo sei ancora qui?"

"Io....stavo per..."

"Ah si è tutto chiaro.." si passò le mani tra i capelli con un gesto nervoso,mise le mani in tasca dei jeans,tirò fuori dei soldi e li gettò a terra.

"Aspettavi questi! Eccoti accontentata. Fuori da qui forza!"

Zoe rimase impietrita. Quel ragazzo davanti a lei era tutto ciò che di più bello avesse mai visto ma la stava umiliando a poco a poco.
E quello che più era grave è che non gliene faceva una colpa,sembrava lo giustificasse. Si sentiva un pò che se fosse la sua prescelta. In fondo ha scelto me pensava.
Si chinò e prese i soldi senza dire una parola,le labbra socchiuse e le guance rosse. Si passò il dorso della mano sotto il naso e lo sfregó.
Lo guardò negli occhi ancora qualche istante.

"Ho detto fuori cazzo!" Gridò lui e la fece sobbalzare.

Zoe si girò di corsa e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Harry chiuse gli occhi e si gettò sul letto. Non si era mai sentito una merda come in quel momento,e di cose squallide ne aveva fatte in passato. Non poteva stare chiuso in quella stanza così chiamò gli altri ragazzi e insieme si misero d'accordo per andare in qualche pub nelle vicinanze.

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Zoe andò giù in reception e vide Daniel intento a guardare la TV.

"Ehi baby che ci fai ancora qui? Hai già cenato?"

"No non ho appetito" disse di fretta.

"Ehi,ascolta pensavo di dormire nella stanza dove riposa ogni tanto mio padre,mi sento stanca e non ho voglia di guidare fino a casa,intanto domani inizio presto il turno e tu non avrai paura che possa arrivare in ritardo".

"Ok baby,va tutto bene si?"

"Sono solo stanca Daniel,cosa non dovrebbe andare?"

"Nulla,ti vedo un pò a pezzi,chiedevo tutto qui". Era sempre lui quello su cui si sfogava quando aveva qualche problema. Non aveva mai una parola buona per lui,come se lui la trattasse male. Anzi,tutt'altro. Era sempre gentile con lei.

"Notte allora". Zoe entrò in ascensore senza neanche aspettare la risposta di Daniel che,a bassa voce e con aria triste quando le porte si chiusero disse "Notte anche a te....".

Zoe non riusciva a chiudere occhio quella sera. Non faceva che pensare a qualche ora prima,a quel ragazzo così perfido nei suoi confronti ma così attraente da cancellare tutto il resto.
Le tornavano in mente le immagini della sua lingua calda che percorreva il suo collo,le sue mani che stringevano il suo sedere così forte da fare male e quei gemiti.

Basta. Era inutile,erano le 3 di notte e sapeva di non riuscire ad addormentarsi. Si alzò per bere qualcosa quando percepì dei rumori in corridoio. Sentì delle ragazze sghignazzare e le prese un mezzo infarto quando riconobbe tra queste oche una voce profonda brontolare qualcosa.

Quella voce profonda!! Oddio.

Aprì lentamente la porta appena si accorse che avevano sorpassato quel punto e vide Harry con ai lati quelle che sembravano a tutti gli effetti due prostitute. Le abbracciava e barcollavano per il corridoio. Non stavano in piedi,una delle due inciampò sui suoi tacchi e l'altra incominciò a ridere in maniera sguaiata.
Harry fece per girarsi di scatto e la vide.
Zoe rientrò subito e chiuse a chiave. Si attaccò con le spalle alla porta e strizzò gli occhi.

Porca puttana fai che non venga qui! Fai che non mi abbia riconosciuta!!

Sentì i suoi passi sempre più vicini.

"Ehy!" Urlò Harry colpendo la porta.

"Apri questa cazzo di porta!" Biascicava.

Zoe rimase in silenzio con gli occhi sempre chiusi. Sentiva una morsa sul petto farsi sempre più forte.

"Ehy voi due,siete più fastidiose di quanto pensassi,prendetevi i vostri soldi e toglietevi dal cazzo!" Gridò alle ragazze.

Non sta succedendo davvero. Aiuto!

A quel punto Harry iniziò a dare pugni alla porta. "Ehy lo so che sei li dentro,non aver paura apri la porta!"

"No ti prego vattene! Non ti ho fatto nulla per favore!"

"Apri questa cazzo di porta o giuro che la sfondo a calci! E sai che lo faccio."

Zoe prese coraggio e aprì la porta lentamente. Si osservarono per qualche istante,lui aveva i capelli scompigliati,i ciuffi gli ricadevano sul viso,gli occhi rossi e uno strano ghigno sulle labbra. Zoe intravide una fossetta sulla sua guancia sinistra e perse un battito.
Aveva paura ma questo la eccitava.
Lui le prese i fianchi e la spinse dentro.

"Devi fare la brava e tutto va per il verso giusto non trovi?" Le sussurrò nell'orecchio mordendo la parte sotto il lobo. La sua voce così calda e profonda le entrava nelle viscere. Appena la toccava non capiva più nulla,si sentiva in uno stato di trans.

"Sei ubriaco".

"Dimmi qualcosa che ancora non so piccola!"

Allungò le mani sotto la gonna e la sentì eccitata.

"Oh si ora ti scopo!" sorrise prendendola per il collo e portandola a sè. Si avventò sulle sue labbra facendo roteare la lingua con forza.
A Zoe uscirono dei gemiti di piacere da farle mancare il fiato.

"Va bene,fai quello che vuoi di me!"

"Sssh....." la prende per un braccio e la butta sul letto togliendole la gonna.

Zoe lo guardava slacciarsi i pantaloni e pensò che se il cuore non avesse smesso di battere così forte sarebbe svenuta di li a poco. Il petto andava su e giù quando lui si chinò su di lei.

"Fai la brava piccola!" Sussurrò entrando dentro di lei.

Raggiunsero l'apice entrambi.
Rimasero sdraiati guardando il soffitto ancora col fiatone. Dopodiché Harry si alzò,si portò una mano ai capelli tirandoli indietro e senza nemmeno guardarla raggiunse la porta e se ne andò.

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