Capitolo 1

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Chiarisco ancora due cosine prima di iniziare sul serio. Questa storia l'ho scritta qualche anno fa,quindi in realtà è già completa su carta ma avendo cambiato idea su alcune cose,ogni tanto mi capiterà di riscrivere interi capitoli. Spero di riuscire ad essere costante e di pubblicare qualcosa ogni settimana.
Buona lettura a tutte!!! :)

Erano le 3 di notte quando il gruppo entrò nella hall dell'albergo.
Durante il turno di notte Zoe solitamente si addormentava seduta sul divanetto vicino al bancone della reception,davanti a qualche film horror che passavano in tv..Odiava quel posto. Con tutta se stessa. E se avesse potuto l'avrebbe fatto saltare in aria.
Si svegliò di colpo e vide i ragazzi che si avvicinavano al bancone,si alzò subito in piedi e si sistemò i lunghi capelli neri per rendersi presentabile. Andò di corsa al banco per l'accettazione dei documenti sforzandosi di essere gentile,anche se le riusciva difficile. Sentiva un disprezzo così forte nei confronti della vita e del mondo intero che,come diceva lei "nessuno avrebbe potuto capire".

Uno di loro colpì subito la sua attenzione,era alto,tatuato,capelli castani,lunghi e disordinati,distaccato dal resto del gruppo e con quello sguardo burbero,bieco, minaccioso. Tutto ciò che in lei smuoveva qualcosa nel profondo.
A quel punto lui si sentì osservato e la guardò storto. Dopodiché le si piazzò davanti,le buttò le valigie davanti al bancone e con tono acido le disse: "portale nella mia stanza".
Come se la conoscesse da sempre,come se la avesse già in pugno.
Zoe non ci pensò un secondo di più e ubbidì subito. Sembrava che non aspettasse altro che fare da serva a lui.
Gli altri tre ragazzi invece si diressero verso le camere senza commentare la scena vista.
Arrivati in stanza Zoe poggiò le valigie.

"Se non hai bisogno d'altro io andrei". Disse lei titubante.

Lui si voltò e lei rabbrividì alla vista dei suoi brillanti occhi verdi. Indossava una maglia nera aderente e un paio di jeans scuri strappati sulle ginocchia. Era l'uomo più sexy che avesse mai visto.

"Dove andresti scusa?! Voglio compagnia stasera. Rimani qui". Ordinò lui.

Zoe rimase davanti alla porta della stanza incerta su che risposta dare. Si sfregó le mani umide per l'agitazione. Infine,come per giustifacarsi disse: "Sono sola in reception stanotte,non posso abbandonare il posto di lavoro". La voce le tremò verso la fine della frase.

"Non pensi che non me ne possa fregare un emerito cazzo di quello che puoi o non puoi fare?" Disse lui ridendo con strafottenza. Poi diventando serio la guardò dritta negli occhi e disse: "Ti voglio nella mia stanza. Punto. Vado a fare una doccia!"

Ad essere sinceri,uscito dalla doccia,non si aspettava di certo di vederla seduta sul letto della sua camera. Le mani poggiate sulle gambe. Era tesa,si poteva sentire il suo respiro accellerato.

"Ti droghi?" le domandò così dal nulla.

"Cosa? Beh...qualche volta,cioè qualche tiro ogni tanto.."

"Beh vedi di non toccarla quando sei con me!"

A Zoe scappò da ridere ma non fece in tempo a rispondere a tono che lui le diede uno schiaffo in pieno volto.

"Hai capito cosa ti ho detto? Mi sembra di essere stato chiaro!"

Zoe si portò una mano sulla guancia e con occhi lucidi disse: "Si ho capito. Non lo farò." Voleva scoppiare a piangere ma riuscì a trattenere le lacrime. Non capì il senso di quel gesto ma lo accettava.

Il ragazzo sembrava pentito invece di aver reagito in quel modo e di solito non si pentiva mai di queste sue azioni del cazzo. Era rude,violento,non gli importava di nulla. Ma sentì una stretta allo stomaco quando vide luccicare gli occhi di Zoe.
Non voleva lasciarla andare così le ordinò di dormire con lui. Le disse di non rivolgergli più la parola e lei lo fece.
Il cuore di Zoe riprese a battere regolarmente,si sdraiò dandogli le spalle e ben presto si addormentò.

La mattina aprì gli occhi e le ci volle un pò per capire dove si trovava. Si girò di scatto sul letto per vedere se lui fosse accanto a lei ma non c'era. Al suo posto c'erano dei soldi accanto ad un bigliettino.
C'era scritto: PER IL DISTURBO.

"Fanculo!" e stroppicciò i soldi insieme al biglietto.

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