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10 febbraio 2016

Caro Diario, ti ricordo di Roberto? Non ne parliamo da un bel po'.
Sono cresciuta molto in quest'anno e ho capito delle cose.
Ho compreso che Roberto è insicuro e per nascondere questo suo difetto cerca di far sentire gli altri più insicuri di lui. Per sentirsi superiore, capito? Io non trovo superiore per niente una persona che a sedici anni prende in giro una ragazzina di tredici, anzi la trovo vuota e ignobile. Mi dispiace per lui, perché vuole fare il "bulletto" per sentirsi grande, per conformarsi agli ideali di "ragazzo figo", mostrandosi "superiore" nei confronti dei più indifesi ed impauriti.
Ho capito anche qualcosa dei suoi amici, che sono immaturi e non pensano con la loro testa. Seguono il gruppo perché "fa figo", non chiedendosi se quel che fanno è giusto e che ripercussioni ha sugli altri. Vorrei soltanto che si rendessero conto di quello che hanno fatto, che si scusassero e si sentissero in colpa. Credo che il senso di colpa sia la punizione più giusta che possa toccare loro.
Infine, la cosa più importante che ho capito è su me stessa. Non sono brutta, sono bellissima. Non sono inferiore a loro, nessuno è inferiore a qualcun altro, perché tutti hanno pregi di cui andare fieri e difetti che preferiscono nascondere al mondo.
Cercherò di non farmi più influenzare da loro, perché nessuno ha il diritto di dirmi chi sono e chi vorrebbe che io fossi.
Non importa se sono diversa dagli altri perché ho scarpe diverse o uso un linguaggio differente. Siamo belli per come siamo, conformarsi non è importante. L'importante è stare bene con sé stessi non a spese degli altri.
Forse un giorno riuscirò a perdonarli e allora sarò davvero felice e in pace con me stessa. Per ora ci sto provando e sto già molto meglio, ma quei ragazzi mi hanno cambiata in tanti modi.
La mia migliore amica spesso mi dice che sono anticonformista. Forse ha ragione. Forse, sono anticonformista perché l'idea di non riuscire a pensare con la mia testa mi fa paura. È così che vedo il conformismo, perché è così che l'ho vissuto e visto: un'arma letale che ti penetra nella testa, sempre più in fondo, finché le idee degli altri prendono il controllo di te.

Qualcuno, nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora