La Morte di Mercuzio

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"Ecco, è finita."
Questo è l'unico pensiero che attraversa la mente di Mercuzio, mentre il pugnale di Tebaldo lo trapassa da sotto il braccio di Romeo.
Il suo Romeo.
Ma Romeo non è mai stato suo. Ha sempre donato il suo cuore a fanciulle più o meno meritevoli.
Rosalina...Giulietta...questi nomi sono come ferite nell'animo di Mercuzio; gravi quasi quanto quella causata dalla lama del Capuleti.
Romeo è di Giulietta e il ragazzo lo sa benissimo.
Tebaldo scappa e Benvolio e Romeo tornano di corsa dal buon Mercuzio che, rimasto indietro, si tampona la ferita con la mano.
Accenna di essere ferito ma se ne pente appena le parole lasciano la sua bocca.
Il lampo di preoccupazione negli occhi di Romeo lo ferisce più di mille pugnali.
-Ma come sei ferito!?-
-Niente...è solo un graffietto.- mente, dandogli una pacca sul braccio e cercando di tranquillizzarlo.
Benvolio però si avvicina per controllare la ferita e nota subito la sua camicia zuppa di sangue.
-No...no la ferita non può essere così grave...no...- scuote la testa e cerca di convincere se stesso e gli altri, ma un'amara consapevolezza gli si para davanti agli occhi: Mercuzio sta morendo.
Il biondo inizia a vaneggiare; il dolore gli offusca i sensi ma cerca di sdrammatizzare: -Chiedete di me domani e troverete un uomo muto come una tomba!-
Lo dice quasi ridendo, beffandosi della sua sorte.
Ma la realtà lo assale come una secchiata d'acqua gelida quando una fitta di dolore lo scuote.
Mercuzio non vuole morire. Non vuole lasciare andare la sua tanto amata vita, non vuole lasciare la spensieratezza, i suoi amici, il suo amore...l'unica cosa che non è mai riuscito a confessare neanche a sé stesso.
E allora li maledice e grida:-Peste alle vostre famiglie!-
Quelle due famiglie che lo hanno ridotto a diventare cibo per i vermi della terra, trascinandolo nella loro insensata faida.
A quel punto le gambe non lo sostengono più e lo aspetta l'impatto col suolo polveroso della piazza, ma questo non arriva.
Le braccia di Romeo scattano a sorreggerlo e lo poggia delicatamente sulle proprie gambe, stringendolo a sé.
Mercuzio non riesce a vederlo, a causa della vista che si appanna sempre di più ogni secondo che passa.
"Stare tra le braccia di Romeo è come essere già in Paradiso. Ti invidio, Giulietta Capuleti. Nonostante tu sia, di fatto, la sua peggior nemica, potrai godere del suo cuore e delle sue braccia per molto tempo ancora...io da amico ho potuto goderne solo in questi ultimi istanti...morire tra le sue braccia è l'ultima gioia che mi è concessa."
Si sta allontanando sempre di più dalla realtà che lo circonda.
Solo il suo profumo e la sensazione delle loro pelli a contatto lo tengono ancorato alla terra.
Non può andarsene, però, senza aver realizzato il suo sogno; quello che lo tormentava tutte le notti e che lui insisteva ad ignorare per timore e vergogna.
"Non ho più niente da perdere ormai."
Con gli ultimi sprazzi di energia si aggrappa alla camicia di Romeo, lo tira verso di sé e preme le labbra contro le sue con violenza inaudita.
Il suo ultimo respiro esalato nel primo bacio al suo unico amore, sulle labbra di Romeo, colui che ora piange disperato e lo invoca, sperando di vederlo aprire gli occhi e annunciare uno scherzo ben riuscito.
Romeo che non capisce.
Ma Mercuzio è morto.
Si è lasciato andare alle dolci braccia della Regina Mab.
Benvolio lancia un grido straziante, accasciandosi al suolo.
Copiose lacrime sgorgano dagli occhi dei due giovani Montecchi.
Romeo è accecato dalla follia, corre e raggiunge Tebaldo, pugnalandolo alle spalle.
La perdita dell'amico gli ha causato un dolore così grande da superare la ragione.
La vera tragedia ha inizio.

Romeo E Giulietta Ama E Cambia Il MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora