prologo

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13 settembre, Philadelfia
Ero nella mia piccola stanza a leggere il libro che mi aveva regalato zia Margaret per il mio compleanno.

Lui non era ancora tornato e io avevo paura, sicuramente mi avrebbe fatto tanto male oggi se avressee saputo che stavo leggendo un libro,lui non vuole che io legga dice che è inutile e che rimarró sempre un ignorante ma io amavo leggere.

Ad"un tratto sentì un tonfo come se fosse caduto qualcosa e sussultai. Aprí cautamente la porta della mia cameretta e andai in cucina per vedere cosa fosse accaduto e lo vidi. Era accasciato per terra con  in mano una bottiglia di liquore e aveva del vomito sulla folta barba, a quella vista distolsi lo sguardo disgustata.
Si accorse di me e mi guardó accigliato.《Che diavolo fai li? Vieni ad aiutarmi》disse con autorità. Avevo davvero paura , i suoi occhi erano iniettati di sangue e mi guardavano arrabbiati.
Lo aiutai ad alzarsi e si passó una mano sulla bocca per levare il vomito dalla barba.
《Tua madre dov'è?》disse con voce profonda.
《N-non lo so forse è uscita》dissi balbettando.
Andó verso le strette scale e vide il libro che avevo lasciato a terra lo raccolse e si giró verso di me.
《Ti avevo detto che non dovevi leggere brutta troietta!》disse urlandomi in faccia e spingendomi.
Mi spinse, ero ancora al secondo gradino per fortuna ma non avevo dubbi che lo avrebbe fatto anche se fossi stata in cima alle scale, persi l'equilibrio e caddi sbattendo il braccio sulla ringhiera.
《Sei solo una stupida ragazzina che crede nelle favole》disse ridendo malvaggiamente. Ero ancora per terra e lui torreggiava su di me.
《Sei un fottuto errore!》disse con disgusto dandomi un calcio sull'anca. Gemetti dal dolore, sapevo che mi sarei messa a piangere da un momento all'altro ma dovevo essere forte non farmi vedere debole.
《Sai, quando seppi che tua madre era incita di te la pestai a sangue era solo colpa sua, sua!》disse urlando e tirandomi per i capelli.
Era un incubo, oggi era piú arrabbiato del solito e per mia sfortuna mia madre non era anvora tornata perchè altrimenti mi avrebbe aiutata ma non era qui a salvarmi.
Tirandomi per i capelli mi trascinó per tutta la casa portandomi nello scantinato dove sapevo cosa mi attendeva. Cercai di protestare ma mi arrivó un schiaffo in faccia e gridai per il dolore, lacrime salate scendevano rigando le mie guance .
《Adesso mi divertiró un po con te piccola puttana》disse alitandomi in faccia e mi venne un conato di vomito che mandai subito indietro.
C'era un sudicio materasso dove mi scaraventó non preoccupandosi affatto di me che sbattei la testa nel muro . Piansi e mi portai una mano dietro la nuca tra i capelli vedendo poi le mie dita sporche del liquido scarlatto.
Prese un coltellino svizzero dalla tasca dei suoi pantaloni e si avvicinó a me, un brivido di terrore invase il mio corpo.
《Spogliati》disse con voce profonda.
《No t-ti prego papà》dissi piangendo.
《Non chiamarmi cosí puttana》disse dandomi un sonoro schiaffo.
《Se non lo farai tu lo farò io 》disse ringhiando.
Cominciai a togliere la maglia e poi tolsi anche i pantaloni mettendoli accanto al materasso lui mi guardava con un ghigno perverso.
Degluttí quando si mise a cavalcioni su di me con ancora in mano il coltellino. Passó le sue mani ruvide su tutto il mio corpo mentre io tremavo dalla paura e piangevo.
Si sbottonó i pantaloni lasciando solo le mutande e tornó su di me toccandomi dappertutto, poi prese il coltellino e iniziò a conficcarlo nel mio fianco strisciandolo fino al mio inguine e urlai talmente forte che mi fecero male le orecchie cosí fece piú pressione per poi portarlo al centro tra il mio petto trascinandolo fino all'ombellico. Il mio corpo era tutto sporco di quel liquido rosso che tanto odiavo.
Si levó anche le mutande e iniziò a levare anche le mie mutandine fancendomi piangere ancora di più ero esausta e disgustata da quello che mi stava per fare mio "padre" biologico.
Tolte le mie mutandine cominció a spingere dentro di me senza ritegno e ad ansimare come un maiale. Piangevo e piangevo gridando non avevo piu forze volevo morire in quel momento.
Quando venne dentro di me si alzó vestendosi e prendendomi dal braccio alzandomi dal materasso mi gettó per terra e iniziò a riempirmi di calci.
《Adesso metteró fine alla tua misera vita》disse ridendo malvaggiamente e continuando a pestarmi.
Non volevo morire volevo prima esaudire tutti i miei desideri cosí scattó qualcosa in me e feci finta di essere morta sperando che mi avrebbe lasciata andare e funzionó perchè dopo aver visto che non mi muovevo sbuffó e se ne andó. Rimasi ancora li per un po avendo paura che sarebbe tornato. Poi mi alzai lentamente e dolorante uscí dalla porta non sentendo piú rumori in casa capendo che era uscito.

Allegheny Asylum (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora