Allegheny Asylum (H.S)

Capitolo 11

Oggi c'era piú freddo del solito e la mia bianca pelle si riempí di brividi.
Tra pochi minuti sarei dovuta andare dalla stronzetta nonché strizza cervelli.
Niall mi prelevò dalla mia cella e mi accompagnò. Entrai e chiusi la porta dietro di me... La stronza era seduta sulla sua sedia girevole con la testa bassa a leggere dei documenti di pazienti presumo.
Tossì per farmi sentire e infatti alzò la testa guardandomi sorpresa.
"Oh ciao MaryJane" disse con aria superba.
Le feci un breve cenno col capo e mi sedetti difronte a lei, guardò tutti i miei movimenti con un sorriso tirato. Brutta stronza.
Non so perché la odiassi così tanto, forse perché era estremamente falsa o perché non mi convinceva per niente ma fatto sta che la odiavo sempre e comunque.
"Allora, vuoi parlarmi di qualcosa successo in questi giorni?" disse sistemando gli occhiali sul ponte del suo naso.
"No" risposi secca. Incrociai le braccia al petto guardandola con aria di sfida.
"Come pensi che possa aiutarti se non me lo permetti?"chiese esasperata.
"Ce la faccio benissimo da sola non ho bisogno del suo aiuto" risposi guardandola dritta negli occhi.
"Invece ne hai bisogno eccome."
"Non capisco perché mi odi così tanto" continuò. Sembrava quasi sincera,quasi però.
Non avevo una risposta perché non sapevo neanch'io perche la odiassi ma era quasi naturale essere fredda e dura con lei.
Non mi convinceva, non sapevo se fosse coinvolta con le cose orribili che succedevano all'Allegheny Asylum o meno ma sapevo di non potermi fidare di lei.
"Non mi fido di lei, sembra che nasconda qualcosa"dissi apertamente.
Fece un sorrisetto beffardo e scosse la testa sistemandosi gli occhiali sul ponte del suo naso.
"Cosa dovrei nascondere?" Chiese tranquillamente.
"Oh non lo so me lo dica lei"
dissi in tono di sfida.
" Non c'è niente che io debba nascondere quindi sta tranquilla " disse mangiando una mentina.
"Beh penso che si sia accorta anche lei che fanno lobotomie e schifezze varie sui pazienti e che sono totalmente indifferenti ai loro malesseri" dico con tono duro.
" Per quanto ne so io non fanno nessuna lobotomia e altre cose varie ai pazienti e sono indifferenti come dici tu perché molte volte delirano" disse guardandomi dritta negli occhi.
" Ora posso andare?" Chiesi sbuffando e non facendole notare che non la credevo affatto.
" Certo cara" disse congedandomi con quel sorrisetto falso.
Aprì la porta e trovai Niall poggiato al muro, mi mise le manette e mi portò nella mia "amata" cella.
-------------------------------------
Erano le sette e mezza di sera e tra mezz'ora mi avrebbero portata alla mensa e sperai vivamente di incontrare Harry. Non so perché ma quel ragazzo mi intrigava molto, certo era totalmente ossessionato dal sesso e a volte mi chiedevo se non era veramente pazzo ma c'era qualcosa nei suoi occhi che mi diceva che era come me, normale e che sicuramente aveva sofferto molto nella sua vita. Eravamo molto simili io e lui e volevo conoscerlo meglio anche se un po' mi intimoriva.
Niall interruppe i miei pensieri aprendo la cella e mettendomi le manette pronta per andare alla mensa.
Quando si aprirono le porte i miei occhi perlustrarono l'area intorno a me e subito adocchiai il ragazzo dagli occhi verdi. Stava con la testa bassa a guardare le sua mani che martellavano sul freddo metallo, lo vidi un po' strano così mi avvicinai e mi sedetti di fronte a lui senza aprire bocca.
Dopo un paio di minuti parlò.
" Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Chiese passandosi una mano tra i capelli.
" No solo che non ho niente da dire" dissi subito.
Non rispose e finalmente si degnó di guardarmi. Spostò subito lo sguardo alle mie spalle corrucciando le sopracciglia così mi girai per vedere un ragazzo parlare con la mia guardia . Sicuramente era stato assunto oggi poiché non lo avevo mai visto prima d'ora . Guardai di nuovo Harry e sembrava incazzato visto che aveva le mani chiuse in due pugni e stava trucidando il ragazzo nuovo con il suo sguardo .
"Lo conosci?" Gli chiesi confusa.
" No" rispose mentendo.
" Non è vero , tu lo conosci" risposi.
" E anche se fosse?
Non sono cazzi tuoi" rispose ringhiando.
" Perché devi sempre fare il cazzone?" Dissi arrabbiata .
Spostò lo sguardo su di me e parlò.
" Non ce la fai proprio a stare zitta eh?" Disse rude.
" Voglio solo sapere perché lo stai trucidando con lo sguardo" risposi appoggiandomi allo schienale della sedia.
" È uno stronzo ecco perché " rispose sospirando.
" oh.." risposi soltanto.
Non dicemmo più niente e arrivò il momento di andare nelle proprie celle.
Salutai Harry e lui mi rivolse un debole cenno a mo di saluto.
Niall mi portò nella mia cella, mi sdraiai sul mio letto e guardai il soffitto crepato ponendomi mille domande sul perché Harry odiasse così tanto quel ragazzo.
Dopo una buona mezz'ora a pensare mi addormentai cadendo nelle braccia di morfeo.
Il giorno dopo
Non so che ore fossero fatto sta che quella mattina mi alzai con un mal di testa terribile a causa dell'incubo fatto la notte precedente.
Mi alzai e mi guardai nel piccolo specchio che si trovava sopra il lavandino, avevo delle profonde occhiaie ed ero più pallida del solito. Non mi piacevo neanche un po'.
Mi mancavano così tante cose anche come un banale correttore, o un banale elastico per capelli, mi mancavano i miei vestiti, mi mancavano quei pochi amici che avevo ma soprattutto mi mancava mia madre e non sapere nemmeno se era viva o no mi uccideva giorno dopo giorno.
Sospirai e mi lavai la faccia e i denti, almeno ci fornivano di spazzolino e dentifricio.
Dopo che finì presi il libro che avevo sopra il comodino e cominciai a leggere.
Dopo un po' sentì aprire la cella e vidi spuntare un ciuffo biondo.
" Wilson devo portarti in mensa e poi in cortile" disse guardandomi. Annuì e lo seguì.
" Niente manette oggi?" Chiesi confusa.
" Non è più necessario" rispose solamente.
Feci colazione e poi mi portò in cortile. Ci facevano stare all'aria aperta solo una volta al mese. Che stupida regola si dovrebbe stare fuori più spesso e invece stiamo sempre rinchiusi come dei fottuti animali in queste quattro mura.
Forse però era meglio se  me ne stavo nella mia cella quel giorno