Capitolo 2

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Chicca camminò decisa; non vedeva l'ora di liberarsi dei libri e di sedersi nel fresco della biblioteca. Stava per entrare, quando un impulso improvviso la fece voltare verso il muro alla destra dell'ingresso.

Appeso al muro c'era Lupo, con un sorriso che sembrava indeciso e gli occhi che lei aveva imparato ad amare, la chitarra preferita e la scritta con il nome a grandi lettere colorate. Oddio, è lui. Ci stavo passando davanti senza vederlo. Il manifesto è così simile a quello dell'anno scorso, di quando l'ho conosciuto. Chicca si avvicinò al manifesto, come per controllare se era vero e non un'invenzione della sua fantasia.

"Scusa, puoi spostarti per favore? Vorrei prendere il numero di telefono del locale". La ragazza con la maglia arancione la scansò con la mano e si avvicinò fino a posare un blocchetto sul manifesto. Lo teneva con la mano destra, mentre con la mano sinistra pescava una penna dentro a una borsa – un prodotto dell'artigianato peruviano, forse comprata in una bancarella del mercatino – di tela colorata a grandi righe dal giallo all'arancio intervallate dal verde in tutte le sfumature, dal menta al sedano. Chicca si era incantata a guardare la borsa della tizia, i colori avevano sempre un grande fascino su di lei, e la ragazza si era incantata a guardare Lupo, seppure in formato manifesto. Un lampo di gelosia le attraversò lo stomaco, mentre la ragazza di arancione vestita scriveva sul blocchetto il numero telefonico del pub dove Lupo avrebbe suonato. Poi la ragazza chiuse penna e blocchetto, e infilò tutto nella borsa come fosse un prezioso tesoro, prima di andarsene e lasciarla sola davanti a lui.

Lo guardò di nuovo: era sempre uguale, era lui. Aveva i capelli lunghi che si arricciavano dietro alle orecchie e sembrava più magro. Forse nessuno si preoccupa di lui, di cosa mangia. Aveva gli stessi occhi di sempre, con quello sguardo dolce ma fiero di chi sapeva chi era e dove voleva andare. Lo sguardo di Chicca scese fino alle mani: la sinistra reggeva la chitarra e la destra era appoggiata davanti, quasi aperta a coprire le corde. Le dita lunghe e nervose le ricordarono le carezze di quell'ultima sera. Sul pollice della mano destra c'era una fede di color argento, con piccole incisioni scure sul lucido del metallo. Ha ancora la fede che gli ho regalato. La porta ancora.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12, 2016 ⏰

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