Capitolo 2

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L'estate l'ho passata in tranquillità perché non andavo a mare spesso e neanche uscivo quindi a quei bulli non li incontravo . Ma purtroppo stava finendo, già era settembre e cominciava la scuola io speravo in un anno migliore senza tutto quello che è successo l'anno prima . Comincia la scuola, il primo giorno ovviamente uno è disorientato, si deve abituare di nuovo all'ambiente scolastico . I primi giorni tutto apposto, ma poi cominciarono di nuovo a prendermi in giro, a seguirmi in bagno, tutta la classe ce l'aveva con me, ma io non avevo fatto niente perché se la prendevano con me ? A questa domanda ancora oggi non so rispondermi. Io ovviamente nel banco ero seduto da solo, emarginato dagli altri e dalla società, ero seduto sempre nella parte del muro nella penultima fila e dietro avevo i bulli. "Voi potete pensare per ora che potevo cambiare posto, ma loro mi avrebbero seguito lo stesso" . Facevano tutto il giorno a dare pedate nella mia sedia, temperavano la matita, i colori e poi la sporcizia me la buttavano di sopra, una volta mi hanno pure tagliato il giubbotto con il taglierino . Mi dicevano quasi ogni giorno che, appena finivano le ore scolastiche e suonava la campanella mi avrebbero preso a pugni e io ero terrorizzato infatti quando suonava la campanella io ero sempre il prima fila e appena uscivo dal cancello mi mettevo a correre dato che avevo la casa vicino la scuola .
Ogni santissimo giorno mi minacciavano fino a quando non è arrivato quel giorno, non lo posso dimenticare ;
È suonata la campanella, stavo uscendo dal cancello quando uno di dientro mi prende e mi tira, comincia a metteri il primo pugno io per difendermi gliene do uno anch'io ma dietro ne avevo altri due che mi tenevano e non potevo più muovermi, lui dato che io ero fermo ha cominciato a darmi pugni in faccia e a darmi pedate come se fossi una palla da lanciare in aria. Dopo avermi fatto dei lividi in faccia era contento e mi ha lasciato andare , io mi metto a correre e subito arrivo a casa e a mia madre invento la scusa che sono caduto e ho sbattuto la faccia per terra. Ma avevo lividi anche nelle braccia e nelle gambe, menomale che non li poteva vedere. L'indomani mattina quando vado a scuola ero spaventato, e terrorizzato da questi "ragazzi" a tal punto che mi nascondevo dietro una macchina facevo suonare la campanella così tutti entravano compreso loro e io poi entravo senza incontrarli ma ero costretto a sopportarli in classe.

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