Tedeschi

656 24 9
                                    

Questo è l'inizio della mia storia.
All'epoca mi chiamavo Eden. Ero un bambino comune di nove anni. Famiglia ebrea, amici ebrei, ma per me erano solo: famiglia e amici. Senza specificare. Perché siamo tutti delle persone e io non capivo tutta questa differenza. Ma sinceramente nemmeno ora la capisco.
Era un mercoledì di scuola normalissima. All'ultima ora avevamo educazione fisica nel campo della scuola. Mentre giocavo con i miei compagni, vidi passare dei grossi camion verdi coperti di tende marroni . Erano una ventina. Non mi preoccupai più di tanto, vedere camion era normale in quei tempi, in fondo eravamo all'inizio di una guerra. Nella mia cittá cercarono di non farci agitare e cercavano di comportarsi come sempre.
Tornai a casa a piedi come sempre, notai una cosa entrando nel mio ghetto, era circondato da recinti e cancelli di metallo. Molti uomini in divisa ne tiravano su altri. Entrando, un uomo mi fermò e chiese di identificarmi. Mi chiese se abitavo li, dopo che gli risposi di si, mi fece passare e scarabocchò su un quaderno il mio nome.
Qualcosa non andava. Camminai il più veloce possibile.
A casa trovai i miei genitori che discutevano. Sul volto di papá c'era una striscia rossa.
Qualcuno era entrato nel nostro negozio e ha rotto tutto, papá voleva fermarli ma lo hanno picchiato.
Cenammo presto e andammo a dormire. Poi senti delle urla. Era notte. I miei genitori mi tirarono fuori dal letto, uscimmo di casa di corsa e iniziammo a correre. Per le strade del mio ghetto vedevo persone che correvano e soldati che li rincorrevano con fucili. Tanti spari misti a delle urla di terrore.
Non andammo lontano. Ci catturarono. Mi staccarono con forza dai miei genitori, fu l'ultima volta che li visi perché qualche minuto dopo vennero fucilati senza preavviso, li, in quel cortile dove succedevano solo cose belle tra amici e famigliari, cene e giochi di gruppo. dopo quello, un ombra oscura calò e vidi quel luogo diversamente. A me diedero una botta in testa e svenni. Mi svegliai per terra al buio. Ero in movimento. Intorno a me tanti corpi caldi. Ero su un treno con tanti altri bambini. Ci stavano portando da qualche parte. nessuno sapeva dove.

Un Bambino Del '38Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora