Mi avvicinai lentamente, come se avessi paura di rompere quel sublime silenzio.
Quella pelliccia marroncina mi ricordava qualcosa, o forse era solo un'impressione.
Arrivai a pochi passi da lui, sulla punta del dirupo.
Guardai la luna che ormai stava dando spazio al sole, fissandola per immensi secondi, ma quando diedi la mia attenzione al lupo, lui era scomparso nel nulla.
Sgranai gli occhi: era impossibile che io non l'avessi sentito andare via.
Mi guardai intorno, ma non sentivo nessun battito, nessun respiro.Girovagai a vuoto, in cerca di qualcosa, o forse qualcuno.
L'aria era fredda e pungente, ti entrava nelle vene, e te le gelava, il vento si era calmato, la brina ricopriva tutte le piccole piante, e il terriccio, ormai bagnato da quel freddo mattutino.I miei occhi di ghiaccio vagarono a vuoto, in cerca di un qualsiasi essere vivente.
Ovviamente per mangiarlo, stavo morendo di fame.
Sentii un odore, mi concentrai sulla sua direzione, drizzando le orecchie in direzione della fonte.Camminai silenziosamente, e mi ritrovai un'alce di grosse dimensioni, sentivo odore di sangue: quindi era ferita.
Meglio, non sarebbe riuscita a scappare, pensai con un certo languorino.
Mi appostai ai fianchi dell'alce, a distanza di sicurezza.
Avevo bisogno che cominciava a scappare.
L'alce mi fissò, come per valutare la situazione.
Per poi cercare di scalciare, e correre.
Era lenta, decisamente troppo lenta per fuggire.
Gli diedi dei morsi sui fianchi, evitai accuratamente le zampe.La corsa, o meglio, fuga continuò per poco tempo, e finalmente riuscii a soddisfare la mia fame ed a saziarmi della sua agognata carne.
Affondai le zanne nelle varie parti del corpo, sporcandomi tutto il muso e la mia candida pelliccia: il sangue mi ricopriva.
Lo scricchiolare di un ramo mi distrasse, mettendomi in guardai.
Vidi una lupa, riconobbi che era femmina, dal muso relativamente piccolo, e dalla stazza magrolina, con la pelliccia color cenere, come se fosse stata colpita da un fulmine, perché era tutta scompigliata, dandole un'aria birichina, con una grande striatura bianca, che partiva dagli occhi marroni, e arrivava alla coda, tingendola completamente di bianco.
La cosa particolare erano le altre due linee color ghiaccio, che partivano dagli occhi scendendo in una linea, come delle lacrime.Sentii la sua pancia brontolare, e il suo sguardo rivolgersi per terra in evidente imbarazzo.
- Ehm, non vorrei essere scortese - ammiccò, pronunciando ogni parola con indecisione - ma... potrei mangiare? - continuò aspettando una mia risposta.
Guardai l'alce, non sarei riuscita a finirla tutta, quindi la invitai con il muso, facendo segno di avvicinarsi.- Finalmente ci incontriamo, Grande Alpha - la guardai di sbieco, ma non mi rivolse più la parola, solo quando finì mi degnò di uno sguardo.
- Sono la tua migliore amica - sospirò e un ghigno malvagio si fece strada sul suo volto - quella che hai ucciso con il coltello. Ti ricordi di me, vero? -
Spazio autriceh.
Coffcoff ciau:3 da tanto che non aggiorno, eh?
Scusate ma sono stata alquanto impegnata.
Vi chiederei un solo favore, di leggere "La vendetta- The white Alpha" è di una mia amica:3 la potete trovare sul profilo di ZevisLovers.
Ora la taggoh.
ZevisLovers(Non è uno spam, noooo)
Thanks:33
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