Capitolo II

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Un ululato.

Questo era il suono che rompeva la tranquillità formatasi tra la fronde degli alberi.

Un ululato di dolore, un ululato di chi aveva perso tutto.

Il mio ululato.

Correvo: correvo per dimenticare, per scordare quel giorno di cui non ho memoria.

Per dimenticare il mio riveglio tra sangue, cenere e una sola e semplice notte.

Gli arbusti mi circondavano, imponenti e rigogliosi, il muschio aveva preso possesso delle cortecce, insieme a funghi e piante.

Guardai in faccia alla realtà:
Ero sola.

Non c'era più nessuno.

In completa solitudine attraversai la foresta, con lo sguardo demoralizzato, con le orecchie rivolte verso il basso, e la coda tra le gambe.

Fino a che, un altro ululato mi distrasse, mi innamorai di quel suono così familiare.

Mi fidai del mio istinto, andai verso il richiamo del mio simile, cominciai ad aumentare il passo senza accorgemene, e poi lo vidi: un lupo marroncino, quasi sul dorato rivolgeva i suoi occhi color notte alla luna.

Regalandole un grido di rabbia e solitudine.

Il branco perdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora