Un ululato.
Questo era il suono che rompeva la tranquillità formatasi tra la fronde degli alberi.
Un ululato di dolore, un ululato di chi aveva perso tutto.
Il mio ululato.
Correvo: correvo per dimenticare, per scordare quel giorno di cui non ho memoria.
Per dimenticare il mio riveglio tra sangue, cenere e una sola e semplice notte.
Gli arbusti mi circondavano, imponenti e rigogliosi, il muschio aveva preso possesso delle cortecce, insieme a funghi e piante.
Guardai in faccia alla realtà:
Ero sola.Non c'era più nessuno.
In completa solitudine attraversai la foresta, con lo sguardo demoralizzato, con le orecchie rivolte verso il basso, e la coda tra le gambe.
Fino a che, un altro ululato mi distrasse, mi innamorai di quel suono così familiare.
Mi fidai del mio istinto, andai verso il richiamo del mio simile, cominciai ad aumentare il passo senza accorgemene, e poi lo vidi: un lupo marroncino, quasi sul dorato rivolgeva i suoi occhi color notte alla luna.
Regalandole un grido di rabbia e solitudine.
