La vicina chiacchierina

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Il rumore di un forte battito alla porta mi fa aprire gli occhi di scatto.

Mi alzo dal divano, cerco di sistemarmi al meglio i capelli arruffati e stropiccio gli occhi.

Vado ad aprire e mi ritrovo davanti una ragazza molto carina, credo sia della mia stessa età.

"Ciao, io sono Nichole e abito alla casa accanto. Ho saputo che la signora Carter ha affittato questa piccola casa e avevo voglia di dare il benvenuto alla mia nuova vicina. Ho buoni rapporti con l'anziana, si fa per dire, signora. È davvero una donna stupenda e piena di vita. Beh allora come ti trovi? Ti piace la città? Ci sei mai stata? Ti piace la casa? Ah, come ti chiami?"
Resto particolarmente basita dalle sue tante domande in una volta, dalla sua parlantina e dal buon umore a prima mattina, ma mi sembra scortese non risponderla o addirittura sbatterle la porta in faccia per poi tornare a rotolarmi sul divano.

Questa ragazza anche se, sembra, simpatica ha una voce troppo squillante per i miei gusti.

"Ehm ciao, io sono Alexandra. Ieri sono arrivata quindi non ho avuto modo di visitare la città e no, non ci sono mai stata. La casa è apposto e anche più delle mie aspettative." le rispondo con un mezzo sorriso.

I miei sorrisi mattutini, lo ammetto, non sono un granché.

"Oh si, scusami. Non volevo essere invadente ma ci tenevo davvero tanto a conoscere la nuova vicina. La signora Carter mi ha detto che affittava la casa ad una ragazza della mia stessa età, più o meno, e dato che da queste parti non ci sono miei coetanei ho pensato di fare un salto per presentarmi. Per caso disturbo?" mi chiede velocemente.

"No figurati. Se vuoi puoi entrare. Mi scuso per il disordine ma ieri non avevo voglia di sistemare." rispondo imbarazzata.

Sono molto pigra e ahimè, non vado molto d'accordo con l'ordine.

"Non preoccuparti ti capisco. Neanche io avrei voglia di sistemare tutto in un solo giorno." mi dice assicurandomi.

Tiro un sospiro di sollievo e la invito a sedersi sul divano mentre io tolgo il cartone della pizza dal piccolo tavolo al centro del salotto.

Mi siedo accanto a lei e subito inizia a riempirmi di domande. Ma non sta mai un po' zitta?

"Da dove vieni? Come mai ti sei trasferita qui a quest'età? Quando hai compiuto diciotto anni? Io due mesi fa ed è stata una festa pazzesca." mi dice con emozione.

"Vengo dalla Francia, precisamente da Marsiglia. Mi ero stufata di vivere lì così ho pensato di trasferirmi. E in realtà ieri ho compiuto diciotto anni." rispondo un po' a disagio mentre mi guardo i pollici che faccio roteare. Alzo lo sguardo e noto la sua bocca spalancata e le sue pupille dilatate.
Lo immaginavo..

"Mi stai dicendo che ieri era il tuo compleanno e non hai festeggiato? Dio mio, io ho aspettato con fin troppa ansia quel giorno  e ho programmato la festa tre mesi prima. Non riesco a crederci che hai passato il giorno del tuo 18esimo compleanno da sola in una nuova città e in una nuova casa. Sottolineo, da sola." mi risponde incredula mentre scuote la testa.

"Beh, è stato proprio così e non mi è dispiaciuto nemmeno un po'. Non sono un tipo da grandi feste. Non ti sto giudicando, sto solo dicendo che non mi piacciono molto le feste, non sono per me ecco."

"Posso accettare il tuo disinteresse per le feste ma non che tu abbia passato l'intero giorno in casa, su un divano a mangiare pizza e guardare serie tv, perché scommetto che hai fatto esattamente questo!" mi dice con un tono più alto.

Okay, sto cercando di essere gentile ma se urla con quella voce un po' troppo fastidiosa che si ritrova, la voglia di buttarla fuori casa aumenta.

Forse ha notato la mia espressione un po' infastidita perché abbassa il tono non appena inizia a parlare.

"Recupereremo non preoccuparti. Quest'età si compie una sola volta ed è un passo importante. Ti avvii in un mondo dove tutto deve essere mantenuto dalle tue spalle, le responsabilità aumentano ed avere una casa a quest'età è veramente da pazzi. Amo la comodità che mi offrono i miei genitori e non la cambierei per nulla al mondo. Cosa ti è passato in mente quando hai pensato di trasferirti da sola? Non ti piaceva vivere con i tuoi genitori?"

A questa domanda mi ghiaccio sul posto e non riesco a muovere un muscolo. Vorrei rispondere ma la mia testa è invasa dai ricordi e la mia bocca è diventata asciutta. Sembra che abbia perso la voce, non riesco ad emettere nessun suono.
Fisso un punto preciso e le immagini di me ed i miei genitori felici si mostrano ai miei occhi, ma presto mi risveglio dal mio attimo di trance grazie allo schiocco delle dita della ragazza seduta accanto a me.

"Hey, ci sei?"

"Si scusa, ero solo distratta. Comunque vivo qui da sola perché non voglio dipendere da nessuno e voglio essere libera. I miei non ci sono quindi anche contro la mia volontà mi tocca fare tutto da sola." rispondo tristemente.

Non gli dirò che ho vissuto con una zia egoista e perfida. È il mio passato e non sono sicura di volerlo condividere, per ora ho già detto abbastanza.

"Scusami, m-mi dispiace. Non era mia intenz-"

"I miei non sono morti. Semplicemente non ci sono. Non scusarti, non ce n'è bisogno." rispondo duramente ma addolcendo pian piano il mio tono di voce.

"Certo hai ragione." guarda l'orologio sul suo polso.

"Io devo andare, è quasi ora di pranzo e devo ritornare a casa. Scusami se ti ho disturbato e se sono stata scortese. Mi costa ammetterlo ma sono molto curiosa e a volte anche fastidiosa ma non sono tanto male come compagnia." fa una piccola risata.

"Non sei stata fastidiosa e nemmeno scortese." le sorrido.

Sinceramente mi ha un po' irritata con le sue mille domande ma il lato positivo è che ho trovato una mia coetanea. Spero venga a trovarmi di nuovo e chissà, forse diventeremo amiche.

Amiche?

Non voglio farmi film mentali, devo vedere solo la realtà anche se il mio papà mi diceva sempre che un pizzico di immaginazione non fa mai male, anzi.

Guardo il cellulare ed è davvero quasi ora di pranzo e io non ho comprato nulla! Ottimo, no?

Devo assolutamente uscire per andare al supermercato. Corro in camera per cambiarmi i vestiti ed esco.

Ma ora che ci penso non ho la minima idea di dove si trovi un supermercato. Continuo a camminare ma non trovo nulla. Poco più avanti c'è una donna che è tranquillamente seduta su una panchina mentre legge un libro.

"Mi scusi, buongiorno. Sa dirmi dove posso trovare il supermercato più vicino?" le chiedo cortesemente.

"Certo. Arrivi alla fine della strada e girando a sinistra lo troverà." mi risponde accennando un sorriso.
La ringrazio e scappo fermandomi solo quando mi trovo difronte al supermercato.

Entro e decido di prendere solo un panino, dato che con me ho pochissimi soldi. Oggi pomeriggio devo assolutamente andare in banca altrimenti il mio frigo sarà sempre vuoto.

Torno a casa e ho già divorato il panino, avevo davvero fame.

Non mi resta che farmi una doccia e restare sul divano finché non saranno le 5 del pomeriggio, credo che a quell'ora tutti i negozi siano aperti.

Questa mezza giornata è stata piuttosto calma, ma prevedo un pomeriggio molto impegnativo.

Perché a me?

Mi scuso per il ritardo di questo bruttissimo capitolo. Non aggiorno da più di due settimane,credo. Sono rimasta a casa tutta la settimana scorsa perché ho avuto la febbre, questa settimana invece è stata piena di verifiche. Tra latino, italiano e inglese non ho potuto aggiornare. Avevo il capitolo pronto già da molto ma non ho avuto tempo.
Sono davvero dispiaciuta ma sono contenta delle,quasi, 250 visualizzazioni della storia. Vi ringrazio MOLTISSIMOOO.
Fatemi sapere se ci sono errori e se apprezzate o non il capitolo.
Ho scelto Emma Watson per interpretare il personaggio di Nichole. Bionda con gli occhi scuri,spero vi piaccia.
Mi scuso per gli errori.
Ciao bellezzee.

Carmen 💙

Nessuno Come NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora