" Cazzo cazzo cazzo, perché finisco sempre per fare ritardo" Fu quello il primo pensiero che venne a Mia quando accendendo il telefono lesse l'orario sulla schermata di blocco. Aveva un appuntamento con tutti i suoi amici alle 9:30 vicino alla Kiko ed erano già le 9:53, in più lei era dall'altra parte della città. Con un gesto rapido ma impacciato, tirò fuori,sempre camminando velocemente, dalla tasca di dietro dei suoi jeans preferiti, delle cuffiette bianche e se le infilò nelle orecchie, prese il telefono dalla tasca della sua felpa GAP verde acqua e lo sbloccò per poi cliccare su Spotify e spararsi della sana musica nelle orecchie. Camminava velocemente, anche se le orde di ragazzi che si rovesciavano in strada le impedivano di riuscire a divincolarsi facilmente tra la folla. Dopo ben 10 minuti Mia era riuscita, in un modo perfino per lei sconosciuto, a camminare tra la moltitudine di persone e di arrivare sana e salva alla Kiko, solo che i suoi amici se ne erano già andati, così prese il telefono, staccò la musica che fino a quel momento le era rimbombata nei timpani, e digitò sulla tastiera del telefono il numero di Alissa. Avviò la chiamata, ma nulla. Primo squillo,niente, secondo squillo,niente, terzo squillo, ancora nulla. "Strano" pensò Mai " Alissa risponde sempre subito, non è che le è successo qualcosa!" Riprovò a chiamare altre due volte, ma nessuna risposta. Alla terza volta rispose una voce familiare -Pronto, chi è? - Mia fece un enorme sospiro di sollievo -Oddio Alissa mi ero spaventata, non rispondevi e pensavo ti fosse successo qualcosa di grave - Mia disse questa frase ad una velocita spaventosa, mangiandosi lettere alla fine di ogni parola, ma Alissa coniscendola bene la capì e la rassicurò sul fatto che stava bene - ma ora dove siete? Io sono alla Kiko ma non vi vedo- Dall'altra parte della cornetta Mia sentì un piccolo sospiro esasperato -Mia dovevamo vederci da Kiko circa mezz'ora fa. Ce ne siamo tutti andati, ora siamo vicino al vicoletto- Mia rimase un attimo di stucco. Il vicoletto era un posto nascosto nella città, era un specie di ritrovo per i ragazzi più "importanti " cosa che ovviamente Mia non era. Lei era una semplice ragazza. Molto spesso andava in quel luogo solo per Alissa e Marco, a cui piaceva molto stare la, anche se Mia non capiva il perché. Si accorse che non aveva ancora risposto ad Alissa così scacciò via tutti i pensieri e riprese subito a parlare - scusa perché siete al vicoletto? La ci sono tutti gli inccannati, i drogati e in più c'è una puzza di alcool da paura. ASPETTA non dirmi che hai ricominciato a fumare! Dopo tutti quegli anni dove ci siamo messe di impegno per farti smettere non puoi ricadere in quel giro Alissa! - - Mia calmati, nessuno ha ricominciato a fumare o a drogarsi. Siamo andati al vicolo solo perché Marco doveva incontrarsi con la sua ragazza - Da dentro di sé Mia senti un piccolo peso togliersi dallo stomaco. Alissa aveva avuti numerosissimi problemi con la droga, alcool e soprattutto con il fumo, e dopo due anni di tortura era riuscita a smettere anche grazie all'aiuto di Mia, che le era stata vicina nel mometo del bisogno, anche quando Alissa credeva che non le era rimasto più nessuno, lei era arrivata per soccorrerla. Mia sapeva come fosse facile rientrare nel giro, quindi stava sempre bene attenta che Alissa non facesse cose "strane ". - Va bene Alissa, tra 5 minuti sono al vicolo - - okay Mia, ma ti prego, ti scongiuro anzi, non fare ritardo. È una rottura assoluta dovermi subire la ragazza di Marco, ma soprattutto Marco quando è con la sua ragazza, non lo sopporto quando sta con lei lo giuro. - - almeno hai le altre che ti aiutano a tenere a bada quei due -disse Mia ridendo - speriamo Mia, a dopo e arriva puntuale - - tranquilla ci sarò - Mia chiuse la telefonata e si mise a correre verso il vicoletto, solo che come per arrivare da kiko, i centinaia di corpi umani che infestava la strada e il marciapiede non sembravano neppure notarla, ed in fondo perché mai avrebbero dovuto farlo. Così Mia decise di prendere una scorciatoia. Una piccola stradella laterale senza lampioni e piena di piccole case o abbandonate o semi abbandonate. Quella strada era totalmente deserta. Per Mia fu quasi più confortante che inquietante ritrovarsi in una strada poco trafficata, lei odiava le folle. Forse era per questo motivo che non era mai andata in una discoteca o alle feste troppo movimentate, per questo motivo e perché lei si sentiva molto inadeguata. Al contrario di quello che diceva Alissa, Mia non si sentiva troppo bella. Era molto alta per una 16enne, arrivava quasi al metro e 75, aveva dei lunghi capelli color nocciola, con le punte rossiccie, sempre spettinati o senza una reale forma. Era dimagrita molto in quel periodo, e considerata prima il divorzio dei suoi e poi la morte di sua nonna era anche normale. Aveva perso così tanto peso che tutte le milioni di felpe che prima le andavano grandi ora erano diventate enormi per il suo corpicino minuto. Non si curava troppo dell'aspetto. Un paio di jeans, una felpa o un t-shirt e le sue amatissime convers. Questo era l'abbigliamento ideale di Mia. Certe volete si truccata mettendosi un poco di mascara e matita nero sotto ordine di Alissa, ma non andava mai oltre. Secondo Alissa però Mia aveva un grande potenziale e se si fosse curata di più avrebbe fatto strage di cuori. Comunque per Mia fare " la rubacuori " non era il primo dei suoi pensieri al momento, anzi avere una relazione non era proprio nei suoi piani.
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Come Bolle Di Sapone
RomanceMia è una semplice ragazza di 16 anni, una ragazza come tutte le altre, con una vita asfissiatamete normale e monotona, ma la sua esistenza verrà stravolta quando incontrerà Rory, un ragazzo magnificamente straordinario e diverso da tutte le altre p...