Danvers State Hospital - Stato del Massachusetts (USA)
23 ottobre 1977 - ore 19.50
(33 anni prima)
Il profumo umido della nebbia scesa d'improvviso, penetrava lento attraverso gl'infissi in legno del secondo piano del Danvers State Hospital, strisciando simile a un serpente in cerca di preda. Non appena la pioggia aveva smesso di cadere da un cielo sinistro venato di riflessi plumbei, uno strano silenzio si era impadronito dell'edificio. La dottoressa Darrell, reduce dal tour de force estenuante della settimana precedente, si era per tempo chiusa nel suo ufficio intenta a studiare le cartelle cliniche di alcune nuove pazienti. Da quel momento nessuno l'aveva più vista aggirarsi come uno sbirro tra i corridoi scricchiolanti del secondo piano della clinica.
Inserita a tempo pieno nell'organico del Danvers State Hospital poco più di due anni prima, la ventisettenne professionista si era da subito dimostrata una valida psichiatra, dalle potenzialità estremamente promettenti. Al punto che il professor Collie, relatore di laurea della Darrell, aveva segnalato il suo nome al direttore del Danvers State Hospital quando ancora non erano passate quarantott'ore dai festeggiamenti della tesi. Si era esposto in prima persona per caldeggiare la candidatura della giovane psichiatra, senza nutrire remore né esitazioni. Dopo una lunga fase di selezione, gli slanci del professor Collie erano stati ripagati. L'avvenente dottoressa aveva sbaragliato la concorrenza rappre-sentata dagli altri cinque candidati rimasti, i più preparati laureati in psichiatria che lo Stato del Massachusetts avesse sfornato negli ultimi vent'anni. E lo aveva fatto con una certa facilità, grazie al suo temperamento energico e a quella marcia in più che tutti le avevano sempre riconosciuto sin dai tempi del college. Il posto di responsabile di reparto in una delle strutture più famose degli Stati Uniti, a cui aveva sempre aspirato, Elisabeth Darrell se l'era conquistato sul campo, a pieno titolo. Nei corridoi del Danvers State Hospital quella sera si riusciva a percepire solo il via vai di alcune infermiere occupate a smistare le terapie alle pazienti del reparto femminile, da tempo concentrato in parte nella palazzina B della clinica. Elisabeth Darrell, seduta alla scrivania, giocava distrattamente con una delle tante biro multicolore di cui amava riempirsi la tasche. Totalmente assorta nella lettura, studiava con attenzione le informazioni che la schermata del suo 486 di ultima generazione le suggeriva. Elisabeth Darrell non aveva una postura comune.
I lunghi capelli biondi le si adagiavano fluenti e luminosi sulle spalle, poco oltre il colletto del camice che preferiva tenere all'insù, così da donarle uno charme raro da scorgere in una psichiatra della sua età. La montatura di tartaruga che la donna lasciava sempre scivolare delicatamente sulla punta del naso, più per un vezzo e per un tocco di innata seduzione che per evidente necessità di lettura, creava il giusto contrasto con gli occhi azzurro ghiaccio nei quali la maggior parte dei suoi interlocutori, almeno per qualche breve istante, rischiavano di annegare ogni volta che si trovavano a incrociarli. Questo, nonostante a onor del vero la dottoressa Darrell fosse di certo rinomata per essere un'instancabile stakanovista piuttosto che un'involontaria seduttrice.
Un lieve tocco alla porta, solo accennato, spezzò d'improvviso il silenzio della stanza in cui la donna continuava a studiare un documento dopo l'altro. Era talmente assorta nelle sue riflessioni che non si scompose. Rimase concentrata sull'analisi dei profili delle numerose pazienti come se nulla fosse. L'unica presenza di vita intorno a lei sembrava essere quella del cursore che, imperterrito, continuava a lampeggiare sul fondo della schermata nera del desktop, pronto a ulteriori comandi. Quando i primi secondi di attesa fuggirono via rapidi e silenziosi lasciando ad altri il compito di ottenere dalla giovane psichiatra una risposta, la Darrell distolse lo sguardo dal pc.
"Avanti" biascicò, mentre strizzava gli occhi affaticati.
"Dottoressa, mi scusi se la disturbo..." le preannunciò, aprendo di misura la porta, una voce famigliare per la Darrell.
![](https://img.wattpad.com/cover/62402432-288-k545222.jpg)
STAI LEGGENDO
LA VENDETTA DEL TEMPO
Mystery / Thriller17 Dicembre 2010. L'ispettore Pantaleo viene svegliato all'alba dall'amico americano Henry Domonte, consulente storico dell'F.B.I.. L'uomo è sconvolto, fuori di sé. La moglie, Elisabeth Darrell, valente psichiatria e direttrice di una delle clinic...