Ci sono storie di cui è meglio non approfondire nulla. Storie dalle quali è saggio tenersi alla larga. Non tutti dimenticano...
Questura di Bari
13 dicembre 2010, ore 09.15
Quando due settimane prima l'ispettore Pantaleo aveva garantito a Lomonaco, suo fido braccio destro e agente scelto della Polizia di Stato barese, che se ne sarebbe interessato di persona, non sapeva ancora quanto si sarebbe rivelata stressante l'insistenza del poliziotto.
Ma aveva dato la sua parola e ora avrebbe mantenuto fede alla promessa fatta.
"Dai Nicò, vammi a prendere un cappuccino doppio bollente, e torna qui, così parliamo con calma."
Lo sguardo del poliziotto era insolitamente accigliato.
"Ouh! C'ha scciss'?" insistette Pantaleo, vedendo l'agente titu-bare qualche istante di troppo.
"No ispetto', è che a me 'sta storia proprio non mi va giù. Anzi, mi fa veramente girare i co..."
"Lomo', non dire parolacce che m'innervosisco. Lo sai che non sta bene, eccheccazzo!"
"Ispettò, lei ha sempre voglia di scherzare quando si parla di Clara. Però deve credermi, quella donna certe volte mi fa uscire matto."
"Lo so Nico', lo so..."
"Come lo sa? Cioè, vuol dire che so' matto?"
"Noooo Nico', era... era per dire!" sghignazzò Pantaleo, prendendo in mano alcune pagine dal fascicolo che gli stava davanti sulla scrivania.
Per la prima volta in vita sua aveva usato la stessa espressione che spesso Lomonaco gli propinava quando doveva tirarsi fuori da qualche impasse.
E che, soprattutto, lo irritava come poche.
"Aaah, ha fatto la battuta..."
Pantaleo sorrise a denti stretti, alzando lo sguardo solo di tre quarti.
"Meh Nico', svegliati però. Va' pìggh' ù' cappuccìn', velòsc'. Ti aspetto qui. Mo' parliamo, stai tranquillo."
L'agente si girò di spalle e puntò verso la porta borbottando qualcosa d'incomprensibile, dopodiché uscì a testa bassa.
Pantaleo, nel frattempo, cercò di fare il punto della situazione sull'ultima indagine dell'omicidio di due giovani boss in ascesa della famiglia Laranzata, avvenuto in centro qualche giorno prima. Pochi minuti dopo Lomonaco era di nuovo nel suo ufficio.
"Allora Nico', innanzitutto spiegami perché Clara è così gelosa della compagna di Stramaglia."
"Ma niente ispetto', fesserie. Che vuole che le dica."
"Nico', fesserie una cippa. Tua moglie quando la sente nominare si fa venire i capelli dritti come se avesse visto l'Anticristo. Ald che chìacchr'... quindi, per favore, parla se vuoi che ti aiuti."
"E' una storia vecchia. Patrizia aveva una certa simpatia per me, tutto qui. All'epoca ero single, quindi non ho fatto nulla di male."
"Si lo so, ma si dà il caso che Clara non la pensi esattamente così."
"E che non lo so!"
"Appunto, quindi io come dovrei fare a convincerla?"
"Ispetto', e io che ne so? Le dica qualcosa di persuasivo."
"E cosa ti fa pensare che con me sarebbe più malleabile? 'Sto fatto che me la debba sempre vedere io con tua moglie mica è normale. Il marito sei tu, non vorrei dovertelo ricordare."
"Ispetto' è semplice, perché se le parla lei Clara non s'incazza. Con me invece, sì. E poi, me lo ripete sempre: lei è uomo di mondo, no?! Bene, me lo dimostri. Quale migliore occasione."
Pantaleo sgranò gli occhi.
Per un attimo pensò di non aver sentito bene. Non credeva alle sue orecchie. La sfacciata risposta di Lomonaco per la prima volta l'aveva preso in contropiede.
"Senti Lomo', non è che per caso mi stai prendendo alla testi-cola?"
"Chi, io?"
"Eh."
"No ispetto', che dice. Solo che lei aveva promesso di darmi una mano. Se lo ricorda?"
"Purtroppo sì..."
"La prego, convinca Clara a uscire con i colleghi e le loro compagne per quella pizza. Restiamo quasi sempre in casa per colpa dei miei turni. Quando riusciamo a fare due passi, tre volte su quattro abbiamo mia suocera tra le..."
"Nicola, non dire cattiverie" l'interruppe parlando lentamente Pantaleo.
"Ispetto', la prego, se non ci andiamo neppure questa volta i miei colleghi mi prenderanno per i fondelli per un altro anno."
"In che senso, scusa?"
"Ma sì, diranno che non conto un ... niente... in famiglia."
"Lomo', odio sottolineare l'ovvio, però è la sacrosanta verità."
"Grazie ispetto', ora ci si mette anche lei."
"No Nico', non volevo infierire, ma devi ammettere che non brilli per potere decisionale. Se no non mi staresti stressando da due settimane per parlare con Clara."
Lomonaco abbozzò. Era dura da ammettere, ma Pantaleo stava dicendo la verità. Come i suoi colleghi, del resto.
"Va be', andiamo avanti" glissò Andrea per non mettere Lomonaco troppo con le spalle al muro.
"Dimmi, con quale scusa dovrei convincerla, secondo te? Ti ascolto, Einstein."
"Non ne ho la più pallida idea" sentenziò Lomonaco con aria soddisfatta, strizzando le labbra in un gesto di dispettoso assenso.
Pantaleo lo fissò dritto negli occhi, facendolo pian piano sentire sempre più piccolo.
"Non ne hai idea, eh... Ok, mi sta bene" replicò l'ispettore con voce ieratica "parlerò con Clara." Lomonaco non sapeva se gioire di soddisfazione, o aspettarsi il classico: Nico' sto scherzando.
"Il fatto è però, che tu..." continuò d'improvviso Pantaleo.
"Che io...?" sussurrò appena l'agente, intuendo solo ora che ci sarebbe stato un prezzo da pagare per quel favore.
"Che tu dovrai offrirmi cappuccino bollente doppio, e cornetto caldo alla nutella, per un mese intero, festivi esclusi, a partire dal giorno dopo la mia chiacchierata con Clara, chiaro?"
Lomonaco sembrava per un attimo frastornato. Rielaborava in fretta la richiesta per capire se vi fosse una velata fregatura tra le righe.
Oltre alla richiesta in sé, s'intende.
"Ah, e anche un tortino al cioccolato per Jack, lo sai che lui ne va pazzo. Faremo colazione sempre qui dietro, da Michele, al Bar dello Studente."
"In che senso?" azzardò Lomonaco.
"Cosa in che senso, Lomo'?"
"Lei mica viene al lavoro con Jack!"
"Infatti, glielo porterò quando sarò di rientro a casa, a fine giornata. Tranquillo però, gli specificherò che lo offri tu."
Lomonaco alzò le sopracciglia in segno di resa. Si profuse in una smorfia soddisfatta che assomigliava tanto a un ghigno. Il suo sesto senso gli aveva suggerito per tempo che il dazio richiestogli da Pantaleo sarebbe stato qualcosa del genere.
"Affare fatto ispetto'. Che si fa per amore."
"Se lo ripeti giuro che ti mando a fanculo."
"Ok, come non detto."
"Bravo."
I due si strinsero la mano in segno di definitivo accordo.
Quando Andrea vide Lomonaco sgranare gli occhi, silenziosamente dolorante, provò un sordido piacere nell'aver stretto troppo la presa.
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LA VENDETTA DEL TEMPO
Mistério / Suspense17 Dicembre 2010. L'ispettore Pantaleo viene svegliato all'alba dall'amico americano Henry Domonte, consulente storico dell'F.B.I.. L'uomo è sconvolto, fuori di sé. La moglie, Elisabeth Darrell, valente psichiatria e direttrice di una delle clinic...