Capitolo 16

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Domani. Domani ci porteranno al fronte... Sono passati due mesi, i miei genitori, Jeff ed Ella sono in Inghilterra. Io ed Edward qui. Pronti a combattere una guerra, una guerra vera. Guardo l'orologio, sono le due del mattino. Andy dorme, ultimamente, o meglio da quando abbiamo scoperto il nostro destino, non siamo più come prima. Mi manca tutto quello che ero prima. Tutto quello che volevo era riuscire a finire il liceo per andare al college. Volevo diventare professoressa di inglese. Volevo. Non riesco ad immaginare quello che succederá nei prossimi giorni. Anzi, lo immagino eccome. Immagino che se vorró salvare la vita dei miei amici, o la mia, dovró uccidere. Non sono pronta. L'allenamento ti prepara a affrontare la situazione fisicamente, ma sicuramente non mentalmente ed emotivamente. Odio tutto quello che potrá succedere. Non voglio vedere un bagno di sangue. Non voglio ma devo. Vedró persone a cui tengo molto morire. Portei morire anche io. Potrebbe morire Andy, o Dan, o Alex. Devo proteggere la mia squadriglia. Non sono in grado di riuscire a prendermi questa responsabilitá. Preferirei morire ora ma cosí perderei il mio onore. Voglio che tutto ritorni esattamente com'era. Vorrei che adesso, dandomi un pizzicotto, mi risvegliassi da questo incubo. Anche se questo significhi non stare con Alex, vorrei tornare indietro nel tempo. Il tempo delle serate con Dan ed Andy a vedere i nostri film preferiti. Il tempo delle feste. Il tempo in cui ero la Jen adolescente. Il tempo in cui non avevo la necessitá di crescere cosí in fretta. Ho tanti bei ricordi. Ne voglio ancora di ricordi. Ho bisogno di piú tempo, ma altro tempo sicuramente non c'è. Ho bisogno di riavere indietro la mia vita. Non avevo mai pensato a queste cose prima d'ora. Forse gli altri hanno pensato a queste cose sin dal primo istante ed è per quello che pensavano avessi il cuore di ghiaccio. È per questo che non piangevo mai, gli altri sempre in lacrime. Io l'unica. Ero la migliore perchè in due mesi ho messo da parte le emozioni ed ho fatto tutt'altro.

Ognuno di noi ha un modo per affrontare le situazioni, non c'è un modo migliore o un modo peggiore, ci sono solo un sacco di modi per un sacco di persone differenti. Il mio modo è stato diventare forte, come la pietra, fredda, come il ghiaccio. Alex per esempio l'ha presa in modo strano ma non mi aspettavo nulla di diverso da parte sua, è forte, ma trova che tutto questo sia uno stupido scherzo del destino. Quindi non l'ha mai presa sul serio. Andy, ne ha passate di tutte i colori, è cambiata radicalmente prima era lei quella forte, che riusciva a tirarmi dai capelli fuori dalle peggiori situazioni, ora ha gli incubi la notte. Mi sveglio sentendola urlare, urla fortissimo, tanto che una volta anche Dan e Michael che sono al piano di soèra sono venuti a controllare che tutto fosse apposto. Daniel ha iniziato a prendere le cose sul serio, prima non lo faceva quasi mai. Ricordo la prima volta che lo vidi piangere, eravamo in seconda media a scuola, la professoressa di arte gli mise una nota, non mi ricordo neanche il motivo ma penso sia stata una cosa stupida perchè la nostra professoressa era una matta. Insomma, Dan ha iniziato a piangere, me lo ricordo come se fosse ieri, io mi alzai da posto ed andai da Daniel. Ero arrabiata con l'insegnante perchè nessuno poteva far piangere il mio migliore amico, così la guardai ed iniziai ad urlargli contro che l'unica cosa che voleva era vedere i suoi alunni piangere. Infine, vedendo il mio migliore amico continuare a piangere perchè pensava di dare una delusione ai suoi genitori portando a casa una nota, piansi pure io.

 Mi sento una persona orribile... Ora come ora posso solo pensare di migliorare ancora per domani, così decido di scendere in palestra. Prendo un foglio di carta ed una penna per lasciare un messaggio ad Andy:

"Sono giù in palestra, ti voglio bene. Ce la faremo Andy, te lo prometto. Ce la faremo tutti: io, te, Daniel e Alexander. Tutti. Promesso. Ti proteggo io. Vi proteggo io. Non preoccuparti, andrà tutto bene. Ti voglio bene, tanto bene. Non preoccuparti okay? Se ti servo mandami un messaggio, sono al piano di sotto, sono le due del mattino adesso. Ti voglio bene Andy, tanto.

-Jennifer"

Esco dalla stanza in silenzio, e percorro il corridio vuoto, buoi e silenzioso. Mi prendo un'attimo per osservare tutto ciò che mi circonda per l'ultima volta, forse. Su un po' di positività. No, okay, non mi serve nessuna positività, la realtà è che nessuna persona al mondo dovrebbe fare la guerra. A cosa serve? A nulla! Pensano di poter risolvere le loro questioni mandando degli adolescenti in prima linea? Beh, non penso che ci riusciranno. Dopo questa dannata guerra ci sarà un po' di pace per l'umanità? Dubito. Ed anche se fosse, quanto durerebbe? Dieci anni? Venti? Al massimo una trentina dai. Ricordare tutti ragazzi che moriranno a partire da domani li farà riflettere in futuro? Spero di si, sennò potremmo anche morire in vano. E anche se nessuno dei miei amici morirà qualcuno morirà per forza. Se vedendo che siamo tutti ragazzi battessero in ritirata? Improbabile, soo persone che hanno dichiarato una guerra, non importa nulla se hai sedici anni o quaranta, se ti metti sulla loro strada e sbarri il loro cammino ti uccideranno a sangue freddo. 

Un pensiero attraversa la mia mente velocemente. Molto velocemente. Quasi troppo velocemente. Ma io riesco a captarlo ugualmente.

"E se mi uccidessi ora, per dimostrare che non hanno potere su di me, per ribellarmi. E se mi uccidessi ora? Proprio qui? Con questa pisola che ho nella fondina? Cosa farebbero?"

 -E se mi uccidessi ora?- ripeto ad alta voce

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