Epilogo

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Note iniziali dell'autrice: okay, wow, è FINALMENTE finita! Mi sento malissimo per averci impiegato così tanto - una serie di eventi, sia nella vita reale sia nel mio processo di scrittura/autostima come scrittrice mi hanno costretta ad accantonare la storia per un pochino - MA sono stata in grado di tornarci sopra con rinnovato entusiasmo e sono felicissima di quest'ultimo capitolo. Spero vi piaccia e spero che valga l'attesa!

Il titolo della fan fiction e la citazione dal libro di Writer Derek provengono da "The Chaos of Stars" di Kiersten White [il libro non è ancora stato pubblicato in Italia]

Grazie per la vostra pazienza e gentilezza baci&abbracci

Note della Traduttrice : Il capitolo precedente uccideva di... *tossicchia*... questo ammazza di Feels. Vi avviso a priori.

***

Il settimo giorno dall'arrivo degli Sterek, Stiles si svegliò con Derek che lo guardava dormire, il viso così vicino al suo che l'unica cosa che poteva vedere di lui erano gli occhi. Così vicino, da permettergli di distinguere le sfumature dorate intorno alle sue iridi, delicati nodi filamentosi che emergevano dal verde marino quasi trasparente nella luce del mattino.
"Eterocromia settoriale," borbottò Stiles, la voce appesantita dal sonno, le labbra che sfregavano contro quelle di Derek, con una mano ad accarezzargli la barba. "Differenti colori nell'iride." Spiegò, baciandolo di proposito questa volta.
Derek gli passò il pollice sullo zigomo. "E qual è il nome scientifico per degli occhi che risplendono come ambra sfumata e popolano i miei sogni con la loro bellezza brillante di miele?"
"O mio Dio," Stiles rise, tirandogli leggermente i capelli. "Ma sei serio?"
Derek rise a sua volta, un suono stupendo che si annidò nel petto di Stiles, facendogli stringere il cuore per quanto amasse l'uomo di fronte a lui, ogni versione di lui, in quella realtà ed in ogni altra.
"Viene dal libro di Writer Derek," ammise Derek. "Uno dei personaggi somiglia molto a te."
"L'hai letto? L'ho cercato dappertutto, pensavo l'avesse preso Lydia."
Derek lo spinse a stendersi sulla schiena e scivolò verso i piedi del letto, lasciando una scia di morbidi, pungenti baci lungo il suo torace, riportando lo sguardo nel suo solo quando fu al livello del suo ombelico. "L'aveva preso lei. Ma l'ha anche letto in un giorno e riportato indietro. Derek ha detto che potremo tenerlo dopo che se ne saranno andati."
Il pomeriggio del giorno prima, dopo la surreale, meravigliosa, orgia dell'altro mondo, Stiles si era svegliato per la seconda volta, da solo con il suo Derek, curvo dietro di lui, le mani strette sui suoi fianchi, le vene annerite a formare una ragnatela sui suoi avambracci. Stiles non era dolorante, non proprio - era morbido e sfinito,estremamente ben consumato, probabilmente come tutti gli altri umani nella casa. Ma Derek stava prendendo quella stanchezza, lasciandolo sospirante e con gli arti molli, ubriaco di felicità. "Grazie," mormorò, girandosi per baciarlo. "Farai lo stesso anche con gli altri ragazzi?"
"Di loro si stanno occupando gli Alpha ed Omega Derek." Derek gli sorrise dolcemente, sfregandogli la barba sulla spalla prima che entrambi si rimettessero a dormire, confortati dalla vicinanza di tutti i loro numerosi sé stessi e dalla pura, dolce aura di amore che riempiva la casa.
"Mi mancheranno." Disse Stiles, piano, affondando le dita nei capelli di Derek.
L'altro alzò lo sguardo su di lui, gli occhi spalancati. "Anche a me."
C'era affetto nella sua espressione, ma anche qualcos'altro, nostalgia forse, che strinse un po' il cuore di Stiles, rendendo il suo amore per Derek così struggente da farlo agitare per la preoccupazione.

~*~

Erano tutti riuniti in salotto, gli Sterek con addosso i vestiti che portavano sette giorni prima quando erano comparsi nel cortile della casa per stravolgere le loro vite nel migliore dei modi. Tutti si stavano baciando ed abbracciando in saluto; non esattamente sicuri di cosa sarebbe successo quando la settimana sarebbe ufficialmente finita, ma tenevano d'occhio l'orologio, in attesa della sparizione degli Sterek o della comparsa del Trickster per riportarli da dove erano venuti.
C'era un'eccitazione palpabile, gli Sterek erano ansiosi di tornare ai loro mondi e alle loro vite, ma c'era anche una vena di tristezza che Stiles poteva percepire persino senza i sensi da licantropo. Per quanto strana l'intera settimana fosse stata, erano arrivati a piacersi a vicenda, persino il suo Derek ed Omega D, e tutti sembravano un po' malinconici mentre si preparavano al congedo.
Guardò i loro numerosi doppioni, pensando a quanto i legami tra Stiles e Derek di questo universo e quelli degli altri si fossero intrecciati così a fondo, dissolvendosi, portando Stiles a sentire ogni versione di sé stesso non come una persona differente, ma come una diversa sfaccettatura di ciò che era, o di ciò che sarebbe potuto essere. Era stata una settimana folle, e filosofeggiare sulla natura dei sé stessi multipli troppo a lungo era massacrante; tutto quello che sapeva era che quegli altri Stiles e Derek se ne sarebbero andati presto e che lui non voleva. Una settimana prima, quando erano comparsi la prima volta, avrebbe dato qualunque cosa per liberarsi di loro, e adesso che stavano per partire lui sentiva gli occhi bruciare per le lacrime e il torace dolere, e, dannazione, amava questa situazione, vedere Stoner Derek abbracciare ed essere abbracciato da Nerd Stiles. Amava essere circondato da Sterek, da così tanti promemoria del fatto che il suo amore per Derek era reale, che forse loro due erano predestinati o almeno cosmicamente legati, che avevano un futuro insieme oltre i soli Stiles e Derek, "riluttanti alleati" divenuti "incerti amici".
C'era anche la paura però, una paura a cui non voleva prestare troppa attenzione. La paura che tutto quello altro non fosse se non un'illusione del Trickster, che questi altri Stiles e Derek fossero delle sue creazioni, che non esistessero delle realtà alternative dove sua madre era ancora viva così come Allison, Boyd ed Erica, dove Derek non aveva perso la sua famiglia e sapeva amare facilmente e con gioia.
Paura che, persino se gli altri mondi fossero davvero esistiti, cosa che supponeva mai avrebbero potuto sapere per certo, non ci sarebbero state garanzie che questo Derek in questo mondo amasse lui, che volesse continuare ad essere uno Sterek quando non fossero più stati faccia a faccia con le loro numerose possibilità. I giorni precedenti erano stati incredibili, straordinari, fuori dal mondo, più di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare o sperare, il che diceva parecchio - ma c'era quello scuro buco di timore nel suo stomaco che gli diceva che qualcosa sarebbe andato storto, perché quello era il cupo destino di questo universo, della vita di questo Stiles. Non riusciva a smettere di pensare che, nel momento in cui gli Sterek fossero spariti e loro fossero tornati alle loro normali vite, la magica aura di amore in cui stavano vivendo sarebbe sparita a sua volta e, cazzo, poi cosa sarebbe rimasto loro?
Dio quanto avrebbe desiderato andare in una realtà dove le sue uniche preoccupazioni fossero il suo successivo tatuaggio e quante volte sarebbe riuscito a far venire il suo Derek in una notte.
"Ehi," disse una voce delicata alla sua sinistra, Writer Derek che si stava muovendo verso dove lui era piazzato sul bracciolo del divano. "Tutto ok?"
Stiles si lasciò andare al contatto, sollevando gli occhi per memorizzare le linee del suo volto, il suo preferito dei Derek alternativi, il Derek gentile e saggio con profonde rughe d'espressione e una spolverata di grigio nella barba, che sorrideva facilmente e la cui quieta calma aveva aiutato tutti a rimanere sani di mente durante la settimana. "Tu sarai quello che mi mancherà di più, Spaventapasseri." Stiles provò a sorridere, ma lo scherzo perse efficacia quando la sua voce si ruppe.
"Vieni qui tu," sbuffò Writer Derek, tirandolo in un abbraccio forte. Lo tenne stretto a sé per un bel po' prima di fare un passo indietro per guardarlo negli occhi, le sue grandi mani Derekose salite ad avvolgergli la mandibola, e sporgersi in avanti per dargli un dolce, casto bacio sulle labbra. "Tutto andrà bene," gli sospirò, sincero, onesto e vero, e Stiles si concesse di credergli.

~*~

La casa era inquietantemente silenziosa, echeggiante di vuoto dopo quasi due settimane di costanti conversazioni e urla di gente.
Stiles vagava nel salotto, gli occhi sgranati. Un minuto prima erano lì, in tutta la loro Sterekosa gloria, e poi... improvvisamente si erano diffusi un suono che solo i mannari avevano potuto sentire e l'ora familiare aroma di ozono e spezie e loro erano semplicemente... spariti.
Derek era seduto sul bordo del divano, rigido, e si stringeva le mani come faceva quando era ansioso.
"Questo è strano," disse Stiles, solo per riempire il silenzio assordante. Non era sicuro di riferirsi alla casa vuota o a loro, soli adesso per la prima volta da quando erano diventati Sterek,bruscamente strappati dal loro interludio con le realtà alternative e lasciati ad affrontare il postumi.
"Lo è," concordò Derek. Stiles si sedette accanto a lui sul divano, liberando un gran sospiro di sollievo quando Derek immediatamente si mosse per prendergli la mano, intrecciando le loro dita. Aveva quell'espressione che Stiles conosceva bene ma che non vedeva da parecchio tempo, da prima che si evolvesse, le labbra strette e le ridicolmente grandi sopracciglia corrugate. Era l'espressione di frustrazione che lui sembrava sempre voler mascherare in freddo stoicismo ma che non aveva mai ingannato Stiles. Era quella che Derek assumeva quando era messo all'angolo in una discussione, quando aveva tanto da dire ma non sembrava trovare le parole ed era sul punto di arrendersi e buttare fuori qualcosa di istintivo e pungente o rimanere completamente silenzioso ed irraggiungibile.
"Avremmo bisogno di parlare," borbottò debolmente Stiles. "Ma... forse... Immagino che dovrei andare? Non ricordo l'ultima volta che ho dormito nel mio letto."
Derek gli diede un'altra occhiata, all'apparenza momentaneamente confuso, ma forse anche sollevato. Stiles tentò di non leggerci troppe cose. A parte tutto quello che erano adesso, erano rimasti bloccati insieme per quasi due settimane e forse avrebbero potuto sfruttare un po' di spazio, prendersi un po' di respiro dalla convivenza. "Tuo padre probabilmente ti vorrà a casa," disse piano Derek, stringendogli forte la mano prima di lasciarla andare. "Parleremo presto ok?"
Stiles annuì e si alzò per recuperare le sue cose, con la soffocante tranquillità della casa che gli scivolava sotto la pelle, facendolo prudere da tanta era la voglia di andarsene, lontano dalla chiusura in sé stesso di Derek che Stiles poteva vedere stare accadendo davanti ai suoi occhi.
Gettò la sua roba nella Jeep e fu fiero di sé per essere riuscito ad arrivare quasi fino a casa sua prima che le lacrime iniziassero a scendere.

~*~

Dopo essersi girato e rigirato per ore - il suo letto era sempre stato così piccolo, così duro, così senza Derek? - Stiles finalmente si era addormentato, solo per trasalire svegliandosi quando percepì un solido, significativo peso su un lato del letto. "Ehi," disse gentilmente, prendendo una mano di Derek.
Derek giela strinse, guardandolo dall'alto, la luce nebulosa della luna splendente attraverso le tende che illuminava di sfumature blu-grige i suoi lineamenti austeri. Per un momento Stiles pensò - sperò - che Derek fosse venuto per scivolare nel letto con lui, che lui gli fosse mancato tanto da non poter sopportare di passare la notte lontano. Ma Derek non si mosse dal suo posto sul bordo del materasso, ed era completamente vestito, jeans, stivali e la vecchia giacca di pelle che Stiles non gli aveva visto addosso da parecchio tempo.
Stiles si alzò, lasciando cadere le coperte intorno ai suoi fianchi. "Stai andando via," disse, non una domanda, la verità di quelle parole ad inacidirgli lo stomaco.
"Solo per qualche giorno. Al massimo una settimana. Ho bisogno..." gli venne più vicino, tirandogli leggermente la mano per avvicinare Stiles a sé. "Ho solo bisogno di prendermi un po' di tempo per pensare ad alcune cose, ok?"
"Ok," Stiles annuì, sperando che Derek non potesse fiutare le lacrime che stavano iniziando a scendere di nuovo. Almeno stavolta sta salutando, pensò, e non era sicuro se quel dettaglio lo stesse facendo sentire meglio o meno. "Dove andrai?"
"Alla casa al mare della mia famiglia sulla costa meridionale dell'Oregon. Non lontano." Derek fermò il tremito del labbro inferiore di Stiles con il suo pollice. "Tornerò," sussurrò, gli occhi imploranti, la voce ferma e sicura. "Te lo prometto." Sostituì il pollice con le proprie labbra, attirandolo in un bacio tenero, le mani a cullargli il viso proprio come Writer Derek aveva fatto prima di dirgli che tutto sarebbe andato bene. Quando finalmente si tirò indietro, affondò la faccia nel collo di Stiles, ma non prima che lui potesse vedere che aveva gli occhi umidi a sua volta e, cazzo, non sapeva cosa pensare nemmeno di quello.
Derek si strofinò forte contro di lui, respirando profondamente, come se stesse facendo scorta di lui, e quello almeno, gli diede qualcosa di simile alla speranza, un'emozione che rimase anche dopo che Derek sparì.

~*~

Per sua sorpresa e sollievo, mentre era via Derek non mantenne un completo silenzio radio, come l'ultima volta che se n'era andato con Cora. La prima sera dopo che era partito, Derek gli inviò via Snapchat* una foto di un meraviglioso tramonto, un arcobaleno di arancioni e rosa sul pacifico, con la didascalia Voglio portarti qui.
Non era la confessione d'amore che Stiles sperava, ma la fiamma della speranza che andasse tutto bene - più che bene - arse un po' più luminosa. E c'era il fatto che Derek stava davverousando snapchat, nonostante avesse roteato gli occhi e detto che non l'avrebbe mai fatto quando Stiles l'aveva scaricato sul suo telefono.
E poi, il giorno dopo, uno snap dei piedi nudi di Derek su un rivestimento di legno, e un gatto nero con dei giganteschi occhi verdi in mezzo ai suoi polpacci scolpiti e pelosi. GLI PIACCIO! Stiles fu così felice che Derek avesse incontrato un gatto che non fosse spaventato a morte da lui che dimenticò l'incertezza che c'era tra di loro e spese il resto della giornata ad immaginare l'incredibile dolcezza del binomio Derek-gatti.
Un paio di giorni dopo ricevette un altro snap, questa volta del libro di Writer Derek - che era apparentemente sopravvissuto alla riorganizzazione degli universi - aperto sul grembo di Derek, sullo sfondo di una grande finestra con una fantastica vista dell'oceano. Penso che lo amerai.
"Non capisco perché tu sia depresso," gli disse Lydia, un paio di giorni dopo che tutti loro avevano celebrato quietamente il natale a casa McCall, a sei giorni dalla partenza di Derek. "Il vecchio Derek sarebbe sparito senza neanche salutare. E ci avrebbe lasciati nel dubbio se fosse vivo o morto per mesi. Tu sai dov'è e lui ti parla. Molto dolcemente, potrei aggiungere. Allora perché sembri triste?"
Stiles si stiracchiò sul divano nel covo ridicolmente lussuoso di Lydia, premendo sul controllo remoto del caminetto elettrico. "Hai ragione, lo so anche io. Solo che... vorrei che lui fossequi ad essere dolce con me. Perché è dovuto scappare? E perché l'ha fatto prima che potessimo parlare di quel che è successo, prima che parlassimo di cosa siamo adesso?"
"Quegli snap sembrano molto da fidanzato per me," si intromise Scott, unendosi a loro dopo un raid nella cucina fruttato un paio di sacchetti di patatine ed una bracciata di lattine di soda.
"Inconcludenti," replicò Lydia, prendendo dal bordo del tavolo un familiare sottile astuccio metallico. "Stoner Derek mi ha lasciato un regalino," sorrise maliziosamente.
"Cazzo sì!" urlò Scott, pescando un accendino dalla propria tasca e lanciandoglielo.
Lydia accese la spessa canna e la porse a Stiles, che l'accettò con gratitudine per poi passarla a Scott. "Pensandoci," andò avanti lei, esalando elegantemente - che cosa Lydia non faceva elegantemente? -"La relazione di Derek con Paige è finita in tragedia, e lui ha passato parecchio tempo a darsi la colpa, specificatamente di essere un licantropo, per la sua morte. E forse ancora lo fa." Fece spallucce, lo sguardo affilato nel suo. "E poi il demonio incarnato, Kate fottuta Argent," - tutti gemettero al pensiero di lei - "ha fatto il suo numero con lui usando ogni sorta di manipolazione ed abuso, uccidendo la sua intera famiglia, e poi tornando indietro per usare la magia per manipolarlo ed abusare ulteriormente di lui. E Jennifer, che ha usato il potere del sacrificio dei vergini per sedurlo ed usarlo per i suoi scopi malvagi di vendetta."
Stiles osservò cupo il fuoco, sentendo le braccia vuote, dolorante dal bisogno di abbracciare Derek, di baciare via ogni cicatrice del suo cuore, di distruggere chiunque gli avesse mai fatto del male. Da dopo la sua trasformazione in lupo completo, Derek era sembrato essere sceso a patti con il suo passato, il suo carico di colpe e responsabilità considerevolmente alleggerito, così tanto che Stiles a volte si dimenticava quanto ferito fosse stato prima di curarsi da solo. "Quindi stai dicendo che tutte le sue relazioni sono finite in morte, dolore e fottutaggini soprannaturali miste e lui è andato fuori di testa dalla paura? Ma tipo maturamente?"
Lydia sbuffò una risata. "Sì, qualcosa del genere."
Scott prese la canna. "E riguardo a Braeden? Derek non si è spaventato con lei."
"Quello era solo sesso," rispose Lydia, facendo spallucce e sprofondando di più nel morbido divano di pelle. "Il sesso non sembra essere un problema per Derek," fece praticamente le fusa, di sicuro ricordando i dettagli dei loro exploit sessuali che aveva obbligato Stiles a divulgare. "È il bagaglio emotivo che lo fa inciampare. Le sue emozioni sono state torte, controllate con la magia, violate. Ha senso che abbia bisogno di tempo per riportare la sua testa sui giusti binari dopo quello che è successo."
Stiles ponderò tutto quello per alcuni minuti, guardando Scott giocare con Prada sul pavimento. "Quindi il nostro metterci insieme come risultato della magia del Trickster non è probabilmente stato il modo migliore per inizare una fiduciosa, seria relazione?"
"Probabilmente no." ammise Lydia. "Ma i tuoi desideri sono diventai realtà e voi due avete cavalcato verso il tramonto."
Scott, steso sulla schiena davanti al camino, con il cane da borsetta appollaiato sul suo virile, lupesco torace, sollevò lo sguardo su di lei, lo sguardo da cucciolo confuso per il fumo. "Huh?"
Stiles rise, un po' privo di allegria. "Intende che ho incasinato tutto volendo Derek così tanto ed evocando il Trickster. Lui realizza i desideri, ricordi? 'Risponde al desiderio più forte,' o quello che è."
"Non credo tu abbia incasinato nulla," lo rassicurò Lydia. "Derek si sta solo prendendo del tempo per pensare ad alcune cose. È un bene."
"Sì, credo," borbottò, aprendo una borsa di Doritos**. "Tu non pensi... non pensi che Derek mi abbia voluto solo a causa della magia, vero?" chiese piano, sentendosi vuoto al pensiero, alla possibilità che fosse stata solo la magia del Trickster a far sì che Derek facesse sesso con lui e lo stringesse come se fosse prezioso. Quello non l'avrebbe reso diverso da Jennifer, pensò e, cazzo, era come essere pugnalati allo stomaco.
"Impossibile," disse fermamente Scott, sedendosi, ancora cullando il cane. "Piantala di odorare di tristezza, Stiles. Derek ti ha sempre voluto, da parecchio prima del Trickster."
"Cosa?" Stiles saltò su dalla sua posizione afflosciata, agitando le braccia. "Che vuoi dire?"
Scott fece spallucce. "Odorava sempre di felicità quando tu eri in giro, persino mentre stavate litigando come cane e gatto. E poi lui sarà anche particolarmente bravo a mascherare la sua eccitazione, ma ci sono state un paio di volte in cui puzzava fottutamente di lussuria a causa tua. Isaac mi manda ancora messaggi per riderci su. Tipo quella in cui siamo stati sorpresi dalla pioggia e tu indossavi una maglietta bianca?" Scott arricciò il naso al ricordo mentre Stiles sentì i suoi occhi spalancarsi ulteriormente, ricordando quell'escursione nella riserva alla ricerca di fate. "E quando non riuscivamo a trovarti, durante la faccenda del Nogistune," Scott proseguì. "Derek era distrutto, cercava di rimanere tutto d'un pezzo ma tutti potevamo dire che fosse terrorizzato. Chris Argent ha detto che ha pianto quando erano in prigione, parlando della possibilità di doverti uccidere."
Stiles farfugliò in cerca di una risposta, i pensieri sfuocati. "Perché diavolo non me l'avete detto?" chiese debolmente.
"Non era compito mio dirtelo. E non sapevo nemmeno che ti piacessero i ragazzi, meno che mai Derek, ricordi?"
"Giustò," Stiles borbottò, lasciandosi cadere di nuovo sul divano. Quella era un'altra conversazione che lui avrebbe dovuto avere dopo il Grande Fiasco degli Sterek, spiegare al suo migliore amico sin dai tempi del recinto della sabbia perché non gli avesse detto di essere bisessuale anni prima quando l'aveva capito lui stesso.
"Andiamo," disse Lydia, dandogli dei colpetti sulla coscia. "Guardiamoci un film."

~*~

Derek gli mandò un messaggio quella stessa notte, proprio mentre lui stava per andare a letto. Sono a casa. Ti va di venire a qualche ora al più presto?
Stiles, mezzo svestito, gli rispose immediatamente. Ora è troppo presto?
Ora è perfetto.

~*~

Erano passati solo sei giorni da quando era stato a casa di Derek l'ultima volta, ma gli sembrava lo stesso fosse passata una vita dal loro magico interludio. Aveva smesso di bussare alla porta parecchio tempo fa, ancora prima che effettivamente avesse una porta, ma Stiles si sentiva ancora strano ad entrarci così, con un imbarazzato Ciao.
Venne accolto da uno splendore moro con gli occhi verdi della varietà felina piuttosto che di quella lupina, e Stiles non fu neanche minimamente sorpreso che Derek avesse portato a casa l'unico e solo gatto che non lo odiasse. Suddetto gatto si avvicinò a lui cautamente, le pupille verticali intente ad osservare ogni sua mossa mentre lui si abbassava e offriva lentamente una mano.
"Qual è il suo nome?" chiese quando Derek scese dalle scale per accoglierlo.
"Stavo pensando a Loki," sorrise, sollevando il gatto e tirando Stiles nel miglior abbraccio della sua intera vita.
Derek era di nuovo solido tra le sue braccia, e fu solo quando sentì quello - quando il suo corpo lo percepì - che Stiles realizzò che una parte di lui si aspettava che Derek non tornasse mai più. Ma quello era il vecchio Derek, e questo era il nuovo Derek. Trasformato dalla sua evoluzione, alleggerito dal senso di colpa mal riposto e dalla sua rabbia tossica, della sua paura, questo era un nuovo Derek che aveva ancora bisogno di ritirarsi in solitudine quando sopraffatto dalle emozioni ma che, Stiles realizzò in quel momento, sarebbe sempre tornato.
Sarebbe sempre tornato da lui.
Stiles si tirò indietro dall'abbraccio, cercando il viso di Derek tra gli occhi colmi di lacrime. "È tutto a posto tra noi?" sussurrò. "Siamo... un noi? Siamo- "
"Uno Sterek?" Derek ghignò. "Sì, lo siamo. Sempre." Lo baciò morbidamente, pazientemente, perché avevano tempo, tutto il tempo che volevano adesso, per fare le cose con calma, per languire l'uno nell'altro, per raffinare la frettolosa frenesia di caotico ed urgente fare l'amore della scorsa settimana, per prendersi il loro tempo per deliziarsi l'uno dell'altro per il resto delle loro vite.

~*~

"Ero preoccupato," ammise Stiles, ore dopo quando furono immersi nella luce della luna, le lenzuola del letto di Derek attorcigliate intorno alle loro gambe intrecciate. Stiles era poggiato nell'avvallamento dell'ampio torace di Derek, le dita immerse nei peli sul suo torace, la voce appena più forte di un sussurro. "Ho pensato che forse l'interferenza soprannaturale che ci ha portati a stare insieme potesse essere stata troppo per te, dopo tutto quello che hai passato, o che potesse essere solo la magia."
Derek lo tirò più vicino con un braccio e, con l'altro, prese dal comodino qualcosa che Stiles non riuscì a vedere. "Non è stata un'interferenza," spiegò, la voce altrettanto bassa. "È stato un soprannaturale calcio nel sedere per farci finalmente essere onesti su quello che provavamo, per andare oltre tutte le ragioni che abbiamo creato per non provare a stare insieme perché eravamo spaventati." Accese la lampada e prese un libro, che Stiles riconobbe immediatamente essere quello di Writer Derek, quello che lui non aveva ancora avuto la possibilità di leggere, mentre Derek sì. Più di una volta apparentemente, almeno a giudicare dal numero di pagine con orecchie. "Quando sono stato sulla costa, ho pensato molto a come nonostante ci siano così tante versioni di noi stessi nei vari universi, non sembrasse che noi fossimo stati costretti a sentirci così, per niente, ma... sembrasse proprio il fato, come se noi fossimo destinati a ciò, ha senso? Mi sono sempre sentito attratto da te, commesso a te, Stiles, come con nessun altro, e non importa quanto io abbia tentato di ignorarlo, per così tante ragioni, era lì, e col tempo si è solo rafforzato."
"Sì, so cosa vuoi dire," mormorò Stiles, baciandogli il torace, appena sotto ad un sodo capezzolo rosa.
"E poi ho letto questo, e... semplicemente tutto ha avuto senso." Derek si spostò da lui un pochino così da poter tenere sollevato il libro, nonostante divenne abbondantemente chiaro non appena iniziò a leggere che non ne aveva davvero bisogno, che aveva praticamente memorizzato il passaggio. La sua voce era ricca e bassa, sicura e piena d'amore, e Stilesseppe, quella sicurezza che echeggiava sempre più in profondità in lui ad ogni parola, quanto semplicemente vero fosse, quanto vero loro fossero, e lui gli si rannicchiò contro in beatitudine mentre lo ascoltava leggere, stringendosi stretto a Derek, al suoDerek, per sempre.
"Non mi sono innamorato di te***. Ho camminato nell'amore con te, con i miei occhi aperti, scegliendo di fare ogni passo lungo la via. Io credo nel fato e nel destino, ma credo anche che in ogni caso noi siamo solo destinati a fare ciò che scegliamo. Ed io sceglierei te; in cento diverse vite, in cento mondi diversi, in ogni versione della realtà, io ti troverei e sceglierei te."
_______________________________

Fu l'odore, quel misto di terra umida e ozono tipico della magia a svegliare Derek, i suoi occhi scattarono aperti nell'esatto momento in cui le sue orecchie captarono il lieve whoosh che accompagnava l'odore, entrambi provenienti dalla cucina. Stiles - il suo Stiles, per sempre - era steso sullo stomaco accanto a lui, profondamente addormentato e bellissimo con un lungo braccio gettato sullo stomaco di Derek, calde, speziate ondate di felicità si diffondevano dalla sua pelle morbida che sapeva dei loro orgasmi e sudori combinati.
Derek non era mai stato così felice nella sua vita.
Ma era anche sicuro che ci fosse un Trickster nella sua cucina, così scivolò via da sotto Stiles, dando un'occhiata all'orologio - erano appena passate le tre del mattino - e scese al piano di sotto nudo, i peli del collo ritti, pronto a trasformarsi se ne avesse avuto bisogno.
Correzione: c'era una divinità norrena nella sua cucina. Seduto al grande tavolo, in effetti, roteando qualcosa di piccolo e brillante in una mano, verdi scintille di magia a volargli dalle dita. Loki -o comunque la versione cinematografica, con lunghi capelli scuri pettinati all'indietro e pelle pallida, inquietanti occhi verdi e lineamenti aggressivi, con abbigliamento completo di cappa e tutto il resto, intento a ghignare a Derek da dove era seduto.
"Trickster," Derek disse cautamente; le mani curve ai suoi lati, per ogni evenienza, e l'odore della magia pesante nelle narici adesso, accompagnato da un peculiare aroma acidulo che Derek pensò essere il glamour che gli permetteva di assumere quell'aspetto.
"Ciao, giovane lupo," miagolò il Trickster e, cazzo, aveva persino la voce di Tom Hiddleston, Stiles doveva assolutamente essere sveglio per vederlo.
"Stiles sarà davvero furioso di essersi perso te nelle vesti di Loki."
Lui sorrise, come un lupo. "Derek, sempre a pensare prima agli altri. Sembra essere una tua caratteristica fissa, attraverso le realtà, no? Così interessante. Ma sto divagando. Sarò felice di fare una gitarella al piano di sopra per giocare al supereroe con il giovane Stiles se tu prima risponderai ad una domanda."
Derek si rilassò e si appoggiò al mobile della cucina, le piastrelle fredde contro la sua pelle scoperta, incrociando le braccia. "Credevo che avessi finito qui. Hai detto agli Sterek che una volta avuto il tuo divertimento te ne saresti andato. Che c'è, le orge non sono state uno show sufficiente per te?"
Loki - il Trickster - rise di cuore. "Beh, quelle sono state straordinarie, nessun dubbio in proposito. E vedere voi due essere alle prese con la piena forza della vostra connessione l'uno con l'altro, con quanto forte vi desideravate a vicenda - veramente affascinante. Uno dei miei migliori desideri esauditi, se posso permettermi di dirlo di me stesso."
"Lieto di vedere che sei modesto ed umile tanto quanto il personaggio che stai impersonando. "
Lui rise di nuovo, ancora abilmente ruotando l'amuleto tra le dita. "Oh, è così che mi piaci, lupo. Quindi, andiamo, fai il bravo cucciolo e dimmi la verità. Sono oh-così curioso riguardo una cosa."
"E sarebbe?"
"Hai intenzione di dirglielo, lupo? Hai intenzione di rivelargli che è stato il tuo desiderio quello a cui io ho risposto, e non il suo?" Loki si sporse verso di lui, gli occhi scintillanti di magia. "Che il tuo amore per lui è così forte che mi ha permesso di spezzare i legami tra multiple realtà? Entrambi i vostri desideri erano forti, certo, visto che le vostre anime sono sostanzialmente un sistema astrale binario, ma sei stato tu, Derek, è stato il tuo cuore che ha mandato il richiamo più forte e ha fornito potere alla mia magia."
Derek annuì impercettibilmente. L'aveva sospettato anche lui.
"Glielo dirai, allora? Che è stato il tuo desiderio, non il suo? Gli dirai quanto lo ami, quanto lo hai sempre amato?"
Derek sorrise, crogiolandosi nella risoluta convinzione che il suo amore per Stiles era troppo grande per un universo da contenere, troppo vasto per una realtà, troppo eterno per una sola vita, che amare Stiles era scritto fin nelle sue ossa e nelle ossa di ogni Derek Hale era mai esistito e che esisterà mai.
"Lo farò," rispose, sicuro e forte. "Ogni giorno per il resto della mia vita. In questa realtà ed in ogni altra."

~*~

Note del traduttrice:
*Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet. Esso consente di inviare messaggi di testo, foto e video (snap) visualizzabili solo per un certo numero di secondi.

**Doritos: marchio di patatine fritte.

*** In inglese si usa la formula "fall in love" che letteralmente tradotta sarebbe "cadere nell'amore", qui l'autrice fa sì che Writer Derek giochi con questa formula dicendo che non è caduto nell'amore, ma ha camminato con Stiles nell'amore.

Allora ragazzi grazie per aver letto questa storia e per aver votato,spero di non aver rovinato la storia traducendola ma purtropo alcune frasi erano impossibili girarle in italiano ed io ho fatto quel che ho potuto

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