Una settimana. Era una passata una settimana da quando mi ero rinchiusa, ero sopravvissuta grazie alle mie scorte di cibo segrete in fondo all'armadio e nessuno in questa settimana aveva mai osato bussare alla porta. Il mio telefono vibrò, allungai una mano e vidi che mi era arrivato un messaggio da Peter 'capisco che la scuola faccia male, ma così tanto da non venirci non so! Ora per favore potresti guardare fuori dalla finestra? Sai come è non voglio passare la mia intera vita qui' ma che sta dicendo? Sotto la mia finestra? Mi alzai barcollando fino all'armadio di fronte alla finestra, lo spostai e la luce del sole mi prese in pieno, rimasi accecata per qualche secondo. Aprì la finestra e sentì l'aria fresca avvolgermi, poi guardai giù e ci trovai Peter. Sì, Peter. Ma che diavolo...? "Oh Giulietta, suo padre mi ha cacciato dicendomi che eri malata, ma io non ci ho creduto e ora verresti con me a prendere un gelato?" Disse lui cantando mente io ridevo "Oh Romeo, se offri tu si" risposi io "mia Giulietta, lei mi sta chiedendo troppo! Ma farò uno strappo alle regole solo per lei!" Disse lui "ok!" Ma come esco senza essere vista? "Non è che hai una scala o un rampino?" Gli urlai "direi di no, sali sull'albero di fronte!" "Ma sei impazzito?! Mi ammazzo!" Ma gli si è fuso pure l'unico neurone che gli è rimasto? "Allora esci dalla porta principale no?" Inizio a pensare che l'albero non è così male "se muoio, resuscito solo per ucciderti con le mie mani, sappilo!" Salì sul davanzale della finestra e guardai in basso, era piuttosto alto, guardai l'albero e mi lanciai contro di esso chiudendo gli occhi, aprì lentamente gli occhi e notai con sollievo che ero sul tronco di questo. Iniziai ad agitarmi e muovermi per la gioia e vantandomi di avercela fatta, ma la mia gloria finì poco dopo, eh già, il ramo si spezzò sotto i miei piedi e precipitai, ma non sul duro, il prato era veramente morbido constatai "ecco, non è che potresti spostarti? Penso di aver perso un polmone" brontolò qualcuno sotto di me, ops. Mi alzai a aiutai Peter a tirarsi su, nel frattempo, sentimmo un rumore lontano, come di abbaiati, si...tre dobermann si stavano giusto giusto avvicinando a noi! Iniziammo a correre appena ce ne accorgemmo, arrivammo al cancello e lo scavalcammo arrivando dall'altra parte sani e salvi. Stavamo morendo per la corsa accasciati lì per terra, ma Peter si alzò per primo e si diresse verso una bici "allora Giulietta mi conceda di accompagnarla con la carrozza in gelateria" "e con quale carrozza?" "Avevano finito quelle originali e mi han dato questa" "e dove dovrei sedermi scusa?" "Dietro, ovvio!" Avanzai incerta verso la bici e salì dietro "non muoverti troppo se no ci sbilanciamo!" "Una parola" "in realtà 7!" Arrivammo in gelateria per miracolo rischiando di morire ogni secondo e ci sedemmo in uno dei tavolini, io presi una granita all'anguria e lui un gelato al cioccolato e fragola. Iniziammo a parlare venne fuori il discorso del perché mio padre l'aveva cacciato, così gli raccontai tutto quello che mi avevano detto, finito, Peter vedendomi col morale sotto terra si alzò in piedi di colpo, mi prese per un braccio e mi trascinò verso la bici partimmo con io che facevo mille domande e lui che faceva scena muta. Arrivammo davanti ad un bosco ed entrammo, dovetti iniziare a correre per tenere il passo di Peter che intanto riprese a parlare "mi è venuta un'idea per divertirci! Ti piacerà un sacco! Vedrai!" Diceva lui con euforia, ad un certo punto si fermò e gli arrivai addosso. "Ecco guarda!" Disse lui "guardare cosa?" Risposi io guardandomi intorno "qui non c'è nie-" Peter mi mise una mano sulla bocca per zittirmi e dopo qualche secondo una figura gigante apparve dinanzi a noi. Un lupo mannaro. Peter mi lasciò e iniziò a camminare verso questo, io intanto ero rimasta paralizzata. In un attimo il lupo si trasformò in un umano e mentre io mi sentivo sempre più svenire, Peter e l'altro si batterono il cinque e si tirarono una spallata salutandosi. Cercai di togliere il disturbo ma inciampai e caddi a terra, il tizio di fianco a Peter vedendomi si ritrasformò in lupo e venne verso di me fino a che non ebbi la sua grande, enorme, gigantesca bocca a tre centimetri dalla mia faccia, lì svenni dopo neanche cinque secondi.
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La casa dei vampiri
FantasyIl trasloco, una nuova casa, una nuova madre, una nuova famiglia, nuovi amori, e nuove amicizie, per Miki, una ragazza normale che conoscerà persone affatto normali.