Prologo

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Spalancò la spessa e metallica porta di colpo, ansioso nel controllare l'interno, e affannato da non riuscire a credere di aver perso la lucidità anche solo per pochi secondi. Quando aveva visto le guardie fuori stese a terra, l'agitazione aveva preso il pieno controllo della sua mente annebbiando la vista, e un brutto presentimento avanzò allo scoperto. L'aveva lasciata andare sulla montagna, non poteva perdonarselo. Ma ancora più importante, non riusciva a mentirle, o meglio, non poteva. Le teneva troppi segreti ancora nascosti, e questi gli laceravano la mente giorno dopo giorno; ma era per il suo bene. Farla vivere in una bolla lontana dalla dolorosa verità, circondata solo da una falsa ma felice vita per lui era sufficiente. Si sarebbe preso tutto il peso di quel peccato segreto e lo avrebbe portato da solo sulle proprie spalle. Tuttavia, prima doveva dirle quello che provava, quello che aveva sentito per lunghi secoli di gioia passati assieme a lei per poi seppellirli e fare uscire allo scoperto il primo giorno rivista dopo tempo. Su quei sentimenti non poteva tacere, non voleva. Anche per lui la sera del ballo era stata tra le più belle degli ultimi secoli, e averlo sentito dire anche da lei gli fece provare una gioia immensa, che però in quel momento non poteva permettersi di dimostrare. Questo gli costò il dolore di vederla andare via ferita nel profondo e sofferente, ferita da lui, dalla stessa persona che le aveva promesso che l'avrebbe protetta con la sua stessa vita tempo prima. Non poteva lasciare le cose così com'erano, doveva almeno liberarsi dei sentimenti provati per decenni e riaccesi la prima volta che l'ha rivista. Dopo averglielo detto, avrebbe avuto la forza per andarsene e non rivederla più, probabilmente. Quando però arrivò davanti a casa sua, lei non venne ad aprire, fu solo suo zio.

《 Cosa ci fai qui a quest'ora? 》 chiese l'uomo assonnato, probabilmente si era appisolato ancora una volta sul divano con la televisione accesa.

《 Alana è in casa? 》

Il parente guardò strano il ragazzo, da quanto ne sapeva, ascoltando alcune delle conversazioni che sua nipote e l'amica tenevano in soggiorno: lui non andava molto a genio a nessuna delle due.

《 La vicepreside mi ha chiamato dicendo che sarebbe rimasta con lei per qualche giorno per un progetto. 》

Ringraziò l'uomo scusandosi per il disturbo gentilmente, ma dentro di lui era furioso. L'aveva lasciata andare, e quella sporca donna aveva osato approfittarne. In quel momento, decise che non avrebbe vissuto un secondo di più quando l'avrà avuta difronte a lui.

E adesso, era troppo tardi. Seguiva da tempo gli spostamenti del gruppo di quei Venator, poiché uno di loro aveva messo gli occhi su Alana. Eppure non era riuscito a impedire il rapimento, con il risultato della cella ormai vuota e fredda da ore. Nonostante ciò, il suo odore era sempre presente ne era sicuro, non poteva confondere quel dolce profumo di mughetto con una fresca e lieve spruzzata di limone. Entrò nella stanza buia, ma per i suoi occhi era come se ci fosse comunque la luce, e vide il corpo del cacciatore a terra, irrigidito e bianco con le labbra violacee, privo di vita e sopra a una pozza di sangue denso. Quella vista non lo turbò molto, il pensiero che aveva fisso nella mente era un altro, in altre parole l'odore del sangue dalla sua prediletta. Lo sentiva vicino al muro dove c'erano le manette fissate alla parete, sulle grandi bacinelle bianche sporche di rosso ormai evidentemente secco riposte sopra al tavolo in alluminio, e dentro le gigantesche bottiglie di vetro vuote sul carretto con le ruote. Poteva solo immaginare la sofferenza che aveva provato nello stare lì, le torture che aveva subito da sola. Uscì quasi correndo da quella stanza, se restava dell'altro, la sua immaginazione lo avrebbe portato fino alla follia. Riuscì a tornare in se stesso quando l'aria fresca gli accarezzò la pelle, allontanando le nubi nella sua mente. Si chiedeva cosa potevano averle fatto, mentre lui non sapeva neanche che era stata portata via, ammettendo che stavolta i cacciatori avevano trovato un nascondiglio quasi perfetto. L'acqua che passava dal fiume vicino alla fabbrica abbandonata confondeva gli odori con la sua acqua sporca e maleodorante, e la zona isolata proteggeva da qualsiasi occhio indiscreto o curioso.

Il corso del fiume era quasi rilassante, ma non poteva fermarsi. Era stata presa da qualcuno di sicuramente più pericoloso, qualcuno che solo al pensiero rabbia e paura volevano uscire e manifestarsi in tutta la loro potenza. Passò una mano tra i capelli corvini, cercando di dare un miglioramento di qualche genere al suo aspetto; incamminandosi velocemente verso la macchina tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare e in fretta digitò un numero. Tuttavia, il suo stato di allerta era dovuto all'odore che aveva sentito dentro la fabbrica, in mezzo a tutti gli altri, non era né di lei né di uno del gruppo dei Venator. Era una leggera traccia legata a un'altra più forte mai sentita prima, ma quel flebile e quasi impercettibile odore scatenò ogni sua cellula immergendola in un mix di paura, ansia e pura ira. Aveva pregato per non sentire mai più quella traccia che aveva segnato la fine al suo periodo di gioia, catapultandolo in una vita di dolore e silenzio. Si mise il cellulare all'orecchio aspettando impaziente, non poteva riposare un solo minuto di più quando sapeva che lei era nelle sue mani. Era quello che aveva sempre voluto da quando le aveva messo i suoi occhi lascivi addosso, e lui non poteva permetterlo.

" Che sorpresa. Non pensavo ti facessi vivo così presto. Quanto sarà passato? Due secoli come minimo? " rispose una voce dall'altra parte del telefono.

" Non ti ho chiamato per un'amabile chiacchierata. Ho solo bisogno del tuo aiuto. "

"Cosa, cosa? Nikolas, il grande Drago Nero che chiede aiuto? Devi essere davvero preoccupato. "

" Lui l'ha presa, e tu hai un debito da saldare nei suoi confronti. " 

Hey guys!
Eccolo qua il primo capitolo di Remote (sequel di Rebirth) e come anticipato nell'ultimo capitolo della prima storia, per aggiornare il prossimo capito ci metterò molto (ma non so quanto), comunque non poco perché devo tirare giù qualche ideuzza per tirare avanti. Detto questo spero che continuerete a supportarmi.
Baci Alexys97 ❤

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