Grazie alla Piccadilly Line raggiungeste l'hotel in meno di un'ora. Eravate alloggiati da veri pascià giovani, non in quegli ostelli in cui trovavano rifugio molti vostri coetanei senza risorse. Con questo non voglio dire ch'eravate in una suite imperiale con idromassaggio e sauna finlandese e dipinti tardoromantici, ma certo la vostra camera tripla era piuttosto dignitosa e disponeva di tivù a colori e servizi in camera. Non poteva lamentarsi nemmeno quel rampante del Bardo, soprattutto se si considera che grazie ai suoi lunghi trascorsi negli scout non ostentava dei modi troppo asburgici e a volte lo si vedeva persino mangiare con le mani.
I lunghi corridoi dell'hotel vi colpirono subito per l'insolita moquette simile troppo simile a quella su cui sprintava col suo triciclo l'infante motorizzato di Shining mentre rischiava di finire accoltellato da quel pazzerellone del padre. E tutto questo per dire che forse forse avreste preferito un arredamento più sobrio e magari un bel pavimento di marmo o legno o linoleum. Vabbè, erano solo sottilizzazioni piuttosto oziose, e dopo dieci secondi i vostri pensieri erano già altri.
"Qui è mica come l'Italia. Qui è un vero e proprio figaio", asserì il Bardo dall'alto dell'esperienza di un'antica vacanza-studio, "Peccato solo che io sono già impegnato."
Bastaaa!!! Non s'era forse detto che non si sarebbero più toccati certi argomenti? Il Bardo rischiava proprio di morir giovane, così facendo. Era un comportamento deplorevole, che andava minando i rapporti tra lui e il gruppo, e che cavolo.
Comunque, sulla storia del figaio non poteste dargli torto. Intere mandrie di manze bionde affollavano le strade principali, riassorbite dai centri commerciali di Oxford Street, dai negozi di Regent Street, dalla vita di Piccadilly Circus. Intere mandrie. Dalle vostre parti, se ne contano sulle dita, di femmine simili. Là no.
Intere mandrie.
Il primo impatto con l'ombelico d'Europa non poteva essere migliore, ma per il momento vagavate più come semplici turisti che come potenziali tacchinatori, e la vostra brama di conoscenza vi spingeva a camminare senza sosta per chilometri e chilometri.
Tappa obbligata fu quel regno di balocchi chiamato Hamleys, dove vi perdeste tra aeroplanini macchinine trenini orsetti di Mr. Bean e chi più ne ha più ne metta. Un paradiso in terra, per degl'infantili cronici come voialtri. Comprasti uno yo-yo a frizione libera, ideale per i giochi circensi che stupivano tanto i tuoi amigos. E per il resto delle vacanze te lo saresti sempre portato dietro, cercando di imparare nuovi trucchi, tipo il cane che cammina o il branco o una lunghissima dormita da record.
Molto più disinteressato ai giochi d'abilità, Schopenhauer pensò di portarsi a casa dei quiz tremendi alla Trivial Pursuit, salvo poi rendersi conto che non ci avrebbe capito un emerito per colpa della lingua. Se la cavò con una specie di sapientino d'Oltremanica, in cui si dovevano presumibilmente indovinare i versi degli animali, e le parole più difficili erano dog e cat.
Il Bardo, dal canto suo, spese una cifra astronomica per la serie completa dei personaggi di Guerre Stellari. Cercò di farvi credere che fossero un regalo per il cuginetto di sei anni, ma voi sapevate benissimo ch'era una scusa pietosa: appena arrivato a casa, avrebbe ricostruito una galassia e ci avrebbe ambientato nuove fantastiche avventure.
(Al di là della sua facciata da Uomo Con La Testa Sul Collo, il Bardo era un tipo così.)
"Ve la ricordate la morte di Commander?" chiedesti, ma tanto sapevi già la risposta. Se c'è un episodio per cui tutta una generazione pianse e ancora oggi si commuove, quello è sicuramente la morte del capo dei Transformers. In quel triste giorno molti bambini scoprirono il mistero dell'esistenza grazie a un cartone animato. Fu una vera iniziazione di massa.
"Sai quanto l'ho cercato?" disse il Bardo. "Penso di aver girato tutti i negozi, ma Commander non l'ho mai trovato. E dire che non avrei badato a spese, per lui."
"Commander non era tipo da farsi prendere dal primo che passa. Commander era il migliore, ecco tutto" sospirò Schopenhauer.
Usciste da Hamleys coi lucciconi agli occhi, ché voi tutto 'sto ben di dio non l'avevate mai visto, e pensaste ch'era quello il limbo in cui finivano le anime dei bambini morti, e forse anche l'anima d'acciaio del prode Commander.
"Sono già le cinque", sbottò il filosofo. "Siamo stati là dentro più di due ore."
"Che fretta hai?", ribattesti zen.
Non ti rispose neanche, e preferisti così. Coi filosofi è sempre meglio evitare discorsi sul tempo, ché poi non la smettono neanche se l'implori.
Proprio in quel momento, passarono a due centimetri da voi due giovani fan dei Kiss. Avessero avuto qualche anno in più, sarebbero potuti essere benissimo i Kiss. Stessa faccia dipinta, stesso abbigliamento. Nessuno li guardava, e ciò vi stupì oltremodo.
(Se dalle vostre parti uno si colora la faccia di bianco e nero, come minimo viene insultato dai granata.)
Il Bardo, dopo qualche minuto di riflessione, sostenne che quelli erano inequivocabilmente i Kiss. Non potevano che essere loro. Tu gli ridesti dietro. Schopenhauer confessò di non conoscerli nemmeno, i Kiss.
"Certo che dovevamo portarcelo, Cantagalli", affermò il Bardo, pensando incautamente di portare il discorso su lidi più tranquilli.
"E' lui che non è voluto venire. Mica è colpa nostra", tenesti a sottolineare.
"Lascialo pure dov'è", concluse Schopenhauer, memore delle antiche disfide con Cantagalli. La più recente risaliva alla fine del primo quadrimestre, quando il filosofo vostro compare gli negò un suggerimento durante l'interrogazione per il sette in storia. Cantagalli si dovette così accontentare del sei, ma giurò una solenne vendetta tipo gli eroi di un tempo.
(In realtà, le vendette andavano avanti da anni, e nessuno dei due aveva intenzione di desistere.)
"Due anni fa me lo sono ritrovato al mare, e a momenti m'affogava", ricordò con la sua memoria da elefante vendicativo. Forse era per questo, per sfuggirgli, che aveva accettato di partire per le terre britanniche. E quindi solo nominarlo gli causava dei disturbi cardiovascolari.
"Però è simpatico", provocò il Bardo.
"Però disegna bene", aggiungesti tu.
Ma su questo era d'accordo anche Schopenhauer: Cantagalli aveva una mano strabiliante, almeno quando non la usava per scazzottare il prossimo.
"Dài, telefoniamogli!", incitò il Bardo, fregandosene del motto UN BEL GIOCO DURA POCO.
E solo il tuo tempestivo intervento riuscì a frenare nuovi scontri frontali. Eravate sempre sul filo di una terza guerra mondiale. Ma vi divertivate, perché è viaggiando che si scoprono le debolezze altrui.
STAI LEGGENDO
Bambole cattive a Green Park
Teen FictionUn finto sicuro. Un depresso. Un fidanzato fedele. Hanno 18 anni e sono amici. A due giorni dagli orali decidono di disertare la maturità e scappare a Londra. Qui si muovono a tempo di rock tra luci da luna-park e ragazze da copertina. Ed è proprio...