capitolo 4

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«Te che fai nella vita ?» cerco di portare l'attenzione su di lui
«In confronto a te mi sento un emerita testa di rapa »
«Dai mica sono un genio, studiare mi è sempre piaciuto e questo mi ha aiutato, mettiamola così. Dai dimmi come occupi il tuo tempo»
«Allora mi sono laureato due anni fa, ma per il momento non ci penso a lavorare seriamente»,
«Seriamente?» chiedo curiosa,
«Diciamo che in teoria dovrei aiutare mio padre nella sua azienda però voglio godermi ancora un Po la mia  libertà, e i suoi soldi»,
«Allora sei il classico figlio di papà» lo prendo un Po in giro
«Non proprio ma quasi».

Un ora, e quattro cosmopolitan, dopo sono ancora seduta al bancone parlando con il bellissimo sconosciuto. Non so ancora il suo nome, ma questa cosa di mistero mi eccita un po.
Vicino a lui, non so per quale motivo, mi sento a mio agio, forse anche troppo, e questo mi spaventa, perché quando bevo di più , il filtro tra cervello e bocca smette di funzionare e parlo troppo, arrivando anche ad una situazione molto imbarazzante, Sarah ha dei video che lo dimostrano, che bell'amica che ho.
«Ti va di fare un gioco ?» chiede divertito il ragazzo dagli occhi azzurri,
«Cioè?» sono quasi terrorizzata,
« Tranquilla, ci facciamo delle domande, io ti chiedo tutto quello che un italiano vorrebbe sapere da un americano e te fai il contrario con me, ci stai?»,
«Ok , inizio io» è un gioco tranquillo perché no ?!
«Perfetto chiedi tutto quello che vuoi»
«vediamo un Po... ecco , non vi stancare mai di mangiare tutti i giorni la pasta?»,
«Certo che no, ci sono svariati modi per cucinarla, con mille  condimenti, se uno si impegna mangerebbe un piatto di pasta diverso ogni giorno della propria vita, senza ripetersi mai, non esistono solo spaghetti con le polpette o maccheroni al formaggio» la sua risposta mi piace.
«Ora è il mio turno, voi invece come fate a mangiare uova a colazione? Al solo pensiero ho la nausea».
La sua smorfia disgustata è carina, non posso fare a meno di ridere; lui inaspettatamente mi prende una ciocca di capelli, sfuggita alla coda, sistemandola dietro l'orecchio .
Quel delicato tocco mi manda un in confusione, cerco di riprendermi, bevo un sordo e gli rispondo facendo finta di nulla, «Anche se a me le uova non piacciono per niente, per noi la colazione è il pasto più importante di tutta la giornata, a pranzo mangiamo una cosa al volo, quindi ci servono le energie per affrontare il lavoro o lo studio»,
«Perfetto, fai la tua domanda» mi incita.
E ora che gli chiedo? Poi ripenso al primo giorno qui, quando un taxista mi stava per investire sulle strisce pedonali, e per non finire, il conducente si è arrabbiato perché ero in mezzo e lui faceva tardi. Cose da matti, solo a pensarci mi sale la rabbia,
«Qui in Italia avete un codice stradale?» chiedo parecchio urtata, ma non me ne frega,
«Ehi dolcezza come mai tutta questa cattiveria?»,
Gli racconto sell'accaduto, e mi conferma che ognuno fa come cavolo gli pare.
«Turno mio» mi ricorda « Perché a sedici anni avere una pistola è legale?»,
«Sinceramente? Non lo so, forse pensano che in un paese così grande ci sono molti pericoli, anche se un adolescente con un arma è una minaccia come lo può essere un pazzo o un ladro». Senza aspettare la mia domanda, ne fa un altra lui,
«Perché a scuola avete gli armadietti? E se i libri sono negli armadietti, cosa mettete negli zaini?».
Ora mi diverto un Po così impara a rubarmi la domanda,
Lo guardo seria e rispondo « le pistole è ovvio», gli va di traverso una patatina, l'ho spiazzato, non riesco a trattenermi, inizio a ridere a crepapelle,
« Ci cascano sempre tutti, sto scherzando». Si rilassa e anche lui inizia a ridere di cuore.
È proprio bello quando ride,
«Come fate ad essere così sexy?»,
mi metto le mani davanti la bocca, MISERIACCIA !!!!!! l'ho detto ad alta voce, lo sapevo il filtro si è rotto sono una cretina, spero che con la musica alta non mi abbia sentito. Ma da come mi sta guardando, capisco che ha sentito benissimo.
Senza togliermi gli occhi di dosso, intreccia la sua mano nella mia, si avvicina pericolosamente, basterebbe un mio leggero movimento e le nostre labbra si sfiorerebbero. Sento il suo respiro caldo nel collo, « Vieni com me, te lo dimostro» mi sussurra all'orecchio portandomi sulla pista da ballo

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