CAPITOLO SEI

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All'inizio vedo solo Harry. Il corpo possente potrebbe farlo sembrare carino, e il viso angelico gli dona quell'aria da pazzo che gli ha permesso di toccarmi.

Non mi piace parlarne, e non lo sa nessuno, ma ve lo racconterò comunque. È molto difficile farlo.

Quel giorno una mia amica (che si chiama Johanne) aveva fatto una grande festa di compleanno in un locale enorme (era la festa dei 18) e aveva invitato più o meno tutti quelli del suo corso, più quelli della sua classe di ballo (tra cui c'ero io). Io avevo 15 anni, ed ero ancora vergine.

Qualcuno si era messo in cerchio a giocare a Obbligo o Verità. Ora che ci penso, tutte le storie d'amore iniziano con un obbligo o una verità, anche se io odio questo gioco, lo consideravo (e lo considero tutt'ora) un gioco da bambini neanche delle medie, ero annoiata e decisi di giocare. Quelli la erano tutti di quinta ed erano andati sul banale, appena io dissi "verità" loro mi chiesero: 《 Sei vergine? 》

《 Sì, d'altronde ho solo quindici anni 》avevo risposto io, come se fosse ovvio.

《 Giusto, giusto 》e proseguirono nel gioco.

Intanto notai che sulle labbra di Harry, anche se ancora non sapevo il suo nome, si era formato un sinistro sorriso.

E poi, beh, io ero da sola e mi ero alzata, penso per andare in bagno, non ricordo tutti i dettagli, e Harry era venuto verso di me, con il suo sorriso che non prospettava niente di buono.

Mi sbatté al muro con forza e avvicinò a me la sua bocca. Puzzava di alcol e fumo, e aveva in mano una sigaretta che non pensai fosse proprio una sigaretta.

Avvicinò a me la sua bocca puzzolente e iniziò a baciarmi sul collo, bisbigliando parole come: "dai, prendimi" o robe simili, ho già detto che non ricordo i dettagli.

Bruciò la sigaretta contro la mia maglietta (vorrei specificare che non ero nuda quel giorno: mi ero messa un maglione mega gigante bianco e dei jeans aderenti, ero la più vestita delle ragazze), e la dovetti buttare, purtroppo. Lo odio anche per questo.

Alla fine mi prese in braccio. Io avrei anche gridato, non state qui a pensare che ero una scema a non farlo, ma la musica era troppo alta e non sarebbe riuscito a sentirmi nessuno, anche perché Harry mi aveva messo una mano sulla bocca.

Mi portò in una camera con un letto matrimoniale (ho già detto che quel locale era una casa affittata per quella sera? No? Scusate) e poi iniziò a ficcare le sue luride e sporche dita dentro di me, iniziando a farmi segni di succhiotti su tutto il corpo.
Poi iniziò a baciarmi.
Appena ficcò la sua sporca lingua dentro la mia bocca io glie la morsicai. Ha ancora la cicatrice.

Ed eccolo li. Due volte in un giorno, oggi non è proprio giornata.

Ma, di fianco a lui c'è un ragazzo che ho conosciuto comunque oggi, ma almeno un capitolo fa, vi consiglio di andare a rivedere, Jamie.

DISASTER #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora