Undici

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Annuii nascondendo il viso nel cuscino che stringevo.
"Che... Stanno dicendo?"
Passó leggera una mano tra i miei capelli.
"Sì, Toby, siamo le tue voci? Vuoi le coccole, Tobiuccio della mamma? Eh?"
"Lyra. Vattene."
Lei mi fissó con gli occhi sgranati.
"Toby, ma..."
"Vattene. Ho detto vattene."
Mi alzai di scatto, guardandola feroce negli occhi. Sembró spaventarsi e corse via. Sospirai e fu lì che sentii qualcosa vibrare nella tasca dei miei jeans. Afferrai il cellulare, travando un messaggio che proveniva da un numeno sconosciuto. Lo aprii.
---- Ciao Toby..sono Chiara.volevo chiederti se ti andava di uscire domani ----
Avvampai e sorrisi felice. Le risposi saltellando per la stanza.
Quella notte non dormii, continuavo a pensare a cosa avremmo fatto l'indomani. L'avrei stretta, di sicuro. Sorrisi e strinsi il cuscino per tutta la notte. Alla fine mi addormentai verso le due di notte, sorridendo come un matto e ridacchiando.
Mi svegliai tardi il mattino dopo e dovetti correre per arrivare in tempo a scuola. La corsa fu più veloce del previsto ed entrai in classe prima di tutti. Tutti, tranne di due persone. Chiara e un ragazzo muscoloso si stavano baciando. Lei seduta su un banco e lui tra le sue gambe a baciarla con tre metri di lingua.
"Non voglio più vederti con quel t-t-ticchettoso ragazzo"
Disse muovendo la spalla volontariamente nel tentativo di imitarmi. Lei rise e anche lui.
"Figurati! Ora che tu sei qui, lui non mi serve più"
Ricominciarono a baciarsi. Le voci stavano zitte, anch'esse atterrite. Sentii il mondo crollarmi sotto ai piedi, stavo per svenire. Ogni cosa intorno a me svanì. Non potevo aggrapparmi a niente. Entrarono i miei compagni, senza che nessuno si accorgesse di niente. Poi entró la professoressa che inizió ad urlare. Credo di essere svenuto sul banco. La pelle bianchissima, le labbra esangui. Mi ricordo che mi si chiusero gli occhi e che sbattei contro il banco.
Mi risvegliai, a mio malgrado. Ero nella mia camera, sul mio letto. Lyra dormiva esausta su una sedia accanto a me. Aveva delle profonde borse a segnarle gli occhi. Le accarezzai i capelli. Dalla finestra entravano bagliori arancioni che le coloravano i capelli. Era l'alba. Guardai che giorno fosse. Avevo dormito per due giorni. Mi sentii svenire di nuovo e mi sedetti sul letto. Lyra aprì gli occhi e mi guardó.
"Toby, sdraiati!" Mi prese le spalle e mi costrinse a sdraiarmi. "Non mangi da due giorni, é normale che svieni. Vado a prenderti un panino, te resta lì"
Uscì dalla stanza.

Odiavo essere me.

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