L'uomo della mia vita.

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Accesi la radio, non appena fui certa dell'assenza della famiglia di Gennaro.

Quello era il weekend che avrei passato a casa del mio fidanzato; venivo da Roma e la distanza è sempre stato un disagio per me e Gennaro, ma questo non ci aveva assolutamente impedito di portare avanti quest'avventura. Perché sì, la nostra storia non era come le altre, era una vera e proprio avventura.
Ci vedevamo quasi tutti i fine settimana, quando uno dei due decideva di salire sul primo treno disponibile. Ultimamente ero sempre io a spostarmi a Somma Vesuviana, semplicemente perché per un motivo o per un altro, la famiglia di Gennaro era sempre fuori casa.

Se maledettamente dovessero entrare da quella porta Imma, Amelia o peggio i suoi genitori, potrei morire seriamente dalla vergogna.

Continuavo a pensare, visto il mio abbigliamento poco presentabile. Mi ero appena alzata: i miei lunghi capelli castani ricadevano morbidi sulle mie spalle, addosso avevo semplicemente una canottiera e un paio di slip.
Sì, Gennaro ed io siamo in quella fase in cui "giro per casa come mi pare e piace, non mi importa se è la tua" e sinceramente la cosa non mi dispiaceva affatto. Ho sempre avuto problemi nel mostrarmi alle persone, in tutti i sensi: sia fisicamente che caratterialmente, ma ormai con lui era diverso. Era riuscito a catturare la mia attenzione, cosa impossibile.

Provai a sistemare il disastro creato la sera prima con il biondino. Era venuto a prendermi in stazione e come ogni volta il mio lato emotivo venne fuori; ogni volta che vedevo Gennaro dopo un po' di tempo scoppiavo in lacrime ed era una cosa che odiavo, ma non potevo farci niente. Ero diventata quasi dipendente da lui e la cosa non mi dispiaceva.
Stavo diventando quasi incoerente.
Quando arrivammo a casa mi spinse letteralmente sul divano facendomi ridere. Non sapevo nemmeno io il motivo delle nostre risate, sapevo solo che eravamo così dannatamente felici ogni volta che ci vedevamo.

"Non mi sei mancata affatto." Disse, intrappolandomi sotto il corpo, ancora sul divano.

"Nemmeno a me sei mancato, in treno non ho fatto altro che pensare a quanto non mi andasse di venire qui. Odio passare del tempo con te." Risposi, con un sorriso stampato sulle labbra.

Queste erano le nostre manifestazioni d'affetto, ma non avrei mai cambiato con nessun altro al mondo il mio Gennaro.

Mi diede un piccolo bacio sul naso, poi mi guardò sorridente. I suoi occhi erano così luminosi.

"Ordiniamo una pizza?" Chiese, alzandosi.

"Tu sì che sai come rendermi felice." Gli feci l'occhiolini, alzandomi a ruota. "Genn, la valigia la metto sempre in camera tua?" Chiesi.

"Non capisco perché ti ostini ancora a portare la valigia, hai praticamente mezza casa qui da me." Osservò.

In risposta ricevette una linguaccia, poi salii le scale, entrando in camera sua. Disordinata come al solito, Dio, Gennaro non cambierà mai.

Raccolsi i cartoni di pizza da per terra, scuotendo la testa. Quel ragazzo riusciva a farmi diventare disordinata, nonostante per me sia impensabile andare a letto senza prima aver sistemato tutto.
Arrossii, non appena mi ritrovai a raccogliere la camicia del mio compagno, ripensando ai vari avvenimenti. Me la misi, respirando quel profumo di coccolino e fumo.

Iniziò, alla radio, Sorry di Justin Bieber; la hit del momento, amavo e odiavo quella canzone allo stesso tempo.

Cominciai a muovere i fianchi a ritmo di quella canzone, lasciandomi trasportare e facendo movimenti strani, nonostante frequenti lezioni di danza.

Is it too late now to say sorry?

Cantavo, ballavo e sistemavo la casa. Quello era il mio concerto, nessuno mi avrebbe rovinato il mio momento da star.

Alzai ancora il volume, non preoccupandomi del mio ragazzo che ancora dormiva al mio piano superiore.

Stavo inventando un nuovo passo di danza, ero completamente presa dalla situazione.

Due mani fredde si posarono sui miei fianchi, afferrandoli. "Mi piaci tanto quando indossi i miei panni," sussurrò al mio orecchio Gennaro, portando la mia schiena contro il suo petto; "ma mi sarebbe piaciuto di più se sotto la mia camicia non ci fosse stata questa canottiera." Finì, lasciandomi un umido bacio sul collo, seguito da tanti altri.

Sorrisi istintivamente, girandomi verso il mio bellissimo ragazzo. Spostai quel suo ciuffo dalla sua fronte, per poter perdermi nei suoi occhi. Stampai un casto bacio sulle sue labbra piene, beandomi di quel dolce contatto, assaporando ogni attimo.

"Mi era mancato sentire il tuo corpo sul mio, Emma." Disse con voce rauca, provocandomi mille brividi ovunque.

Poggiai nuovamente le mie labbra sulle sue, ma questa volta era un bacio più profondo, pieno d'amore.

"Quindi, secondo il parere del qui presente, dovrei togliermi questa comodissima e coprente canottiera?" Lo presi in giro, poggiando la mia fronte alla sua.

"Esatto, vuole una mano, signorina Russo?" Scherzò.

"Credo che lei abbia fatto abbastanza ieri sera." Dissi, staccandomi completamente da lui, ridendo.

"Ehi, dove vai?" Mi seguì.

"Ballo." Risposi, cominciando a muovermi e contagiando il biondo.

Iniziammo a fare movimenti strani e privi di senso logico, ma la mia mente era occupata da altro. La splendida vista di Gennaro con il petto nudo e solo un paio di boxer indosso, mi distraeva e metteva a disagio allo stesso tempo.
Era un ragazzo così affascinante, pieno di cose da scoprire. Mi ero innamorata di Gennaro dal primo istante in cui lo vidi, semplicemente non lo sapevo. La mia mente non sapeva che un giorno questi occhi sarebbero diventati l'unica cosa che desideravo guardare per il resto della mia vita, non sapeva che questa voce sarebbe diventata la colonna sonora della mia vita, non sapeva che questo profumo sarebbe diventato il mio preferito; ma il mio cuore sì, lo sapeva in qualche modo.

"So di essere bello, piccola, ma così non credi di esagerare?" Chiese con tono malizioso, avvicinandosi. "Avevi lo sguardo fisso su di me." Si atteggiò.

"Sparisci." Lo allontanai, ridendo.

"Non vergognarti," mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, "anche a me piace guardarti. Mi piace perché sei la donna più bella che io abbia mai visto, sei l'unica con cui sarei pronto a passare il resto della mia vita." Queste parole mi presero letteralmente di sorpresa. Gennaro è sempre stato un ragazzo non solito a dichiarazioni simili e questa affermazione scatenò in me una reazione completamente inaspettata: iniziai a piangere; piangere di gioia, perché finalmente avevo trovato l'uomo che meritava davvero ogni singola emozione che provavo.

"Non piangere, ja." Disse, piegandosi leggermente sulle gambe per raggiungere il mio livello di altezza. Era a pochi centimetri dal mio viso. "Ho detto qualcosa di male?" Iniziò a preoccuparsi.

"Ti amo, Genn. Tu non immagini nemmeno quanto io ti ami." Mi limitai a dire.

Vidi, sul suo volto, aprirsi un enorme sorriso che mi riscaldò il cuore.

"Ti amo anche io." Rispose, posando una mano sul mio fondoschiena, stringendola.

Mi lasciai andare una risata, asciugandomi una lacrima.

Gennaro era l'uomo della mia vita, non avevo più dubbi.

SPAZIO AUTRICE:

Sono tornata yeeee
Va bene, la one shot non è granché, ma avevo voglia di postare qualcosa.
Spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere nei commenti.

Bonne nuit. xx

ONCE IN A LIFETIME [G.Butch] || Raccolta one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora