3. Matt..

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Il cellulare sta vibrando, forse mi sta chiamando qualcuno o mi hanno inviato un messaggio. Sono talmente concentrata nello studio, che non ho neanche voglia di sapere chi mi stia cercando.
Mi decido ad alzarmi. I miei piedi strisciano come se avessi camminato senza meta per ore e ore sotto il sole cocente.
Raggiungo finalmente l'altra parte del soggiorno. Allungo la mano per afferrare il cellulare posto sopra il tavolino di legno. Inserisco la password.

DA MATT: Affacciati alla finestra!

Corro alla finestra e vedo mio cugino Matt lì sotto che guarda verso il mio pianerottolo.
"Mio dio" sussurro portandomi la mano alla bocca. Il mio cuore batte a mille.
Lascio cadere a terra il cellulare che ho nella mano sinistra e comincio a scendere le scale correndo. I miei occhi nel frattempo si sono gonfiati e una lacrima bagna la mia pelle.
Apro la porta d'entrata e mi fermo per un secondo per capire se è vero che è qui di fronte a me o se sto solo sognando. Mi stropiccio gli occhi con le dita e quando capisco che è tutto vero, gli corro incontro e gli salto letteralmente addosso dalla gioia. Le mie gambe si incrociano dietro la sua schiena e lo stringo forte, quasi a sentire il suo cuore pulsare sul mio petto. Lui mi stringe più forte a sé.
"Mi sei mancata" mi dice nell'orecchio.
"Mi sei mancato anche tu" gli dico con le lacrime agli occhi.
Matt ed io siamo come fratello e sorella. È stato sempre al mio fianco, anche nei momenti difficili, ad esempio quando i miei genitori si sono separati cinque anni fa, e lo ringrazio per questo e per tutto quello che ha fatto per me. Abbiamo vissuto nella stessa casa a New Orleans fino a quando, all'età di 16 anni, si è trasferito a San Francisco con i suoi genitori. Fin da piccoli ci eravamo promessi che qualunque cosa sia successa in futuro, non ci saremmo mai divisi l'un dall'altra, e rivederlo dopo quattro anni da quando si è trasferito è una gioia immensa perchè non c'eravamo mai separati prima. Non averlo più avuto al mio fianco in tutti questi anni è stato un duro colpo perchè siamo passati dal stare ogni giorno assieme e a raccontarci tutto, a non vederci neanche una volta all'anno a causa della distanza che ci separava. Fottuta distanza. Ed è stato difficile da superare. Ma per fortuna potevamo vederci via Skype una volta alla settimana ma dopo circa sette/otto mesi le nostre videochiamate sono diventate sempre meno, a causa degli impegni di ciascuno, fino a non sentirci neanche più. Ma ora è qui e sono felice più che mai.
"Ti voglio bene!" gli dico lasciandogli un dolce bacio sulla sua guancia.
"Lo sai che pesi?" Mi fa scendere fino a quando tocco il suolo. Fa una finta smorfia di dolore seguita da un sorrisino divertito.
"Ehi!" gli tiro uno schiaffo sul braccio e scoppiamo tutti e due a ridere.
Gli è sempre piaciuto prendermi in giro e vedo che non ha perso l'abitudine.
Lo prendo per la maglietta e lo trascino in casa. Si siede quasi buttandosi sul divano. Io mi siedo affianco a lui con le gambe sopra le sue.

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