Capitolo 9

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La sera passò normalmente, ma Amber non aveva un'ottima cera.
Le chiesi cosa avesse e mi disse che era stanca e sentiva un forte dolore alla testa. Mi preoccupai tantissimo e decisi di farla stendere sul divano. Mentre le facevo una tisana calda mi affacciavo dalla cucina per vedere se fosse tutto okai. Lo feci per una decina di volte. Ad un certo punto non la vidi più. ANDAI NEL PANICO.
Smisi di tenere d'occhio la tisana per vedere dove fosse finita.
La chiamai ma sentii
solo un "sono qui..." molto tremolante e debole proveniente dal bagno vicino la nostra camera.
Non ci pensai due volte e aprii la porta. Stava vomitando.
Le misi una mano sulla fronte per trattenerle lo sforzo. La cosa persistì per tutta la nottata e decisi di chiamare un'ambulanza che arrivò subito. La caricarono dentro. Le restai vicino tutto il tempo del tragitto. In quel momento ebbi un flashback di quando Amber svenì al parco e mi passò tutta la vita passata insieme a lei davanti. Questa volta ebbi seriamente paura di perderla. So che non avrei dovuto pensarlo. Però non riuscivo a non farlo.
Una volta arrivati in ospedale la ricoverarono d'urgenza. Avevo intenzione di restare con lei fin quando non saremmo usciti da quel posto, a eccezione della mattina perchè sarei dovuto andare a scuola.
Il giorno dopo, finite le solite cinque ore di lezione andai a casa a prepararle qualcosa dato che il cibo dell'ospedale era disgustoso. Presi una sdraio per me, i caricabatterie, due libri, pigiami, cuscino e una borsetta di Amber che ogni volta che avevo intenzione di aprirla mi diceva sempre:"Ehi! Cose da donne!".
Portai tutto in ospedale.
Continuava a stare male e temevo che avrebbe passato la notte in bianco. Se lo avesse fatto, lo avrei fatto anche io. Insieme a lei.

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