Dedications to Bebix13, my first follower
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Capitolo 2 – Obbligo o verità
Mi guardai allo specchio e mi venne voglia di piangere. Perché? Perché io? Sembravo un clown e mi rifiutai di uscire. Phebs e Belle mi deridevano istericamente. Ma perché non avrebbero dovuto farlo? Indossavo un vestito blu a pois bianchi e una cintura che cingeva la mia vita sottile. Avevo le tette e di conseguenza vestivo sempre magliette larghe in modo da poterle nascondere, ma con questo vestito era praticamente impossibile. Avevo davvero una forma a clessidra e lo odiavo! Le mie amiche amavano la mia figura tutta curve, ma io la detestavo, così come detestavo il fatto di indossare vestiti colorati: mi facevano ricevere attenzioni non desiderate. Gli uomini mi guardavano quando indossavo indumenti aderenti e la cosa non mi piaceva.
“Non fatemelo fare” implorai ancora una volta, ma l’unica risposta che ottenni dalle mie amiche fu una nuova ondata di risa.
La sera prima stavamo giocando ad obbligo e verità, piuttosto ubriache, dovrei aggiungere, e, ovviamente, Belle mi sfidò ad indossare un vestito femminile per il giorno successivo, quando saremmo uscite. Avrei dovuto accettare la punizione per non aver seguito le regole piuttosto che dover sopportare tutto questo. Stavo addirittura indossando dei tacchi! Sentivo già la mancanza dei miei combat boots.
“Devi farlo, Alex. Smettila di lamentarti e andiamo!”, disse Phebs sorridendo e prendendomi la mano. Sospirai, rassegnandomi al fatto che stavo per farmi umiliare in pubblico. Nota per me stessa: ricordarsi di non giocare mai più a obbligo o verità con le ragazze. Scappare lontano da loro se sono ubriaca.
La mia coda di cavallo rimbalzava mentre mi avviavo verso la macchina con le mie amiche. Stavamo andando ad un ristorante dove un sacco di persone mi avrebbero visto con questo…questo…costume. Oh uccidetemi! Si, probabilmente stavo solo esagerando, ma era davvero difficile per me fare una cosa del genere. Non ero abituata a tutto questo, non ero il genere di ragazza a cui piaceva andare a fare shopping, indossare vestitini e tacchi- Dio, odiavo questi cosi con tutto il mio cuore. Ecco perché alle mie amiche piaceva così tanto farmi fare queste cose.
“Pagherete per questo” promisi mentre salivamo in macchina. Phebs guidò fino al ristorante, mentre io sussurravo imprecazioni sul sedile posteriore. “Almeno avreste potuto farmi sedere davanti” mi lamentai, ma le mie amiche continuarono a deridermi e alzarono il volume della radio che stava passando un’altra canzone di quella boyband. Quel giorno non ero dell’umore adatto.
Al ristorante fu peggio di quello che mi aspettavo. Vedevo gli sguardi che mi lanciavano gli uomini, quegli sguardi disgustosi e lussuriosi che mi facevano venire i brividi. Era in momenti come quelli che pensavo che sarebbe stata un’idea grandiosa smettere di fare esercizio fisico. Mi piaceva mangiare, mi piaceva un sacco e non ero una di quelle che può ingurgitare tonnellate di cibo senza mettere su un etto; no, dovevo fare un po’ di esercizio, jogging, ciclismo, anche yoga due volte alla settimana, in modo da poter essere in grado di passare da una porta.
Prendemmo posto ad un tavolo e subito ci raggiunse un giovane cameriere per prendere il nostro ordine. Mi guardò cercando di flirtare, ma io sbuffai impaziente. Cioè, non stava propriamente guardando me, era più intento a fissare la mia scollatura. Stupida scollatura. Quando annotò il mio ordine, il suo sguardo non aveva prezzo. Sapevo che il giorno prima avevo mangiato una quintalata di hamburger, ma ordinai un sacco di cibo senza poterlo evitare.
Dopo un po’ andai in bagno tentando di non farmi notare anche se fallii miseramente. Sentii anche qualche sussurro provenire da un tavolo a cui sedevano cinque ragazzi, ma non mi girai per guardarli. Non volevo cominciare una rissa intrappolata in un vestitino.
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Backfire (Niall Horan) Versione italiana del testo di Bel Watson
FanficLibro 1 - C'era una volta...Aspetta, mi stai prendendo per il culo? Questa storia non comincia così! Al contrario! Questa è la storia di una ragazza che pensava di averne avuto abbastanza degli uomini, ma, ovviamente, le sue stesse parole le si rito...