1. Con il culo per terra

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Come diceva mia nonna, che era una vera fiorentina e mai affermazione era stata più vera: "ora sono proprio con il culo per terra!". 

Ma come si può essere così sfortunati? Avevo finalmente trovato il lavoro che desideravo da una vita e dopo appena due anni di lavoro i padroni erano scappati rubandosi tutto quanto. Ero rimasta senza lavoro, senza tanti soldi e senza uno straccio di ragazzo. Ovviamente l'ultimo della lista aveva visto bene di tradirmi senza nemmeno farsi troppi problemi a nascondere la cosa al mondo intero.

Onestamente era stato più il mio orgoglio a essere ferito che non l'amore perduto, però anche quello faceva sì che il mio umore fosse proprio nero e che tutto quanto in questo momento remasse contro di me.

Come ciliegina su questa torta di sfortuna ero dovuta volare a Londra, tutto ovviamente pagato non da me, per firmare delle carte da un notaio. Mia nonna alla morte aveva lasciato una donazione ad una strana associazione londinese e ovviamente serviva la mia firma per sbloccare tutte le pratiche. Il notaio e l'associazione mi avevano pagato tutte le spese per il viaggio e il pernottamento di un giorno in un albergo vicino allo studio del notaio.

Da lei avevo ereditato questo breve viaggio e un piccolo appartamento in centro dove mi ero trasferita subito. Almeno avrei risparmiato sui soldi dell'affitto.

Ed eccomi qui a guardare fuori dall'oblò il panorama di Londra, una città che avevo visto per poche ore e chissà se sarei mai stata in grado di rivedere.

«Buonasera.»

Mi volto verso una voce calda e leggermente roca. L'uomo che mi ha salutato si siede accanto a me e mi guarda con un'espressione gioviale e serena. Sorrido appena e mi giro verso il finestrino, non ho voglia di fare conversazione, anche se questo signore mi da l'impressione di essere molto distinto e simpatico.

Avrà circa sui cinquant'anni e una carnagione olivastra con una bella pelle, molto curato ed elegante nel suo completo. Direi un uomo d'affari da come si muove a suo agio, sembra proprio abitato a volare.
Non come me che sto letteralmente aggrappata al bracciolo della poltrona e sono rigida come uno stoccafisso. Ho volato solo un'altra volta e non mi piace proprio, soprattutto il decollo e l'atterraggio mi mettono ansia, per questo ho preso una di quelle pasticche per questo tipo di problemi, spero mi mettano la giusta sonnolenza per schiacciare anche un pisolino e non rendermi conto di niente.

«Paura di volare?»

«Si vede molto?» cerchiamo di sdrammatizzare questa tensione, mi sento ridicola al confronto della rilassatezza del mio vicino.

«Direi che è la poltrona quella messa peggio. Guarda che se la rompi in questa compagnia aerea sono capaci di fartela pagare!»

Anche se sono un fascio di nervi riesco lo stesso a sorridere e rilassarmi per un attimo, mi giro verso il mio compagno di viaggio e gli concedo uno sguardo di ringraziamento, poteva ignorarmi ma ha deciso che vuole farmi sentire a mio agio, non è da tutti e poteva andarmi peggio.

«Ha ragione, non sono abituata a volare e sono molto nervosa.»

«Per favore non sono così vecchio, mi chiamo Omar» sorride «Omar Khan e visto che per più di un'ora staremo insieme dammi pure del tu.»

Lo guardò un attimo, ha un sorriso veramente cordiale e aperto, quest'uomo mi piace molto. Mi sento più a mio agio e mi rilasso senza accorgermi che mentre lo guardò e parliamo abbiamo già decollato.

«Mi chiamo Morgana De Angelis, piacere di conoscerti» gli stringo la mano e sorrido.

«Morgana? Nome interessante...» lo sguardo si fa serio e anche se gli occhi sorridono mi sento osservata con più attenzione mentre ci stringiamo le mani.

MorganaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora