5. Uno sguardo inaspettato

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Mi sveglio con più energia del solito, ho dormito poco ma la sensazione di aver iniziato qualcosa di buono mi ha fatto dimenticare tutte le fatiche dell'inaugurazione e ogni stanchezza.

Ma non il dolore ai piedi!

Da oggi sarò sola al bancone e mi posso permettere delle scarpe comode per lavorare tante ore e non dover soffrire come sto facendo ora. I miei poveri piedi!

Quando arrivo sono tutti rallentati, la serata è stata lunga e oggi non ci si aspetta un gran flusso di persone perciò inizio a sistemare la mia postazione e controllare che tutto sia nel posto giusto e non manchi niente.

«Ben arrivata» sento dire alle mie spalle.

«Ciao Daniel» oggi è molto casual e anche lui ha un'espressione stanca ma soddisfatta, e fa bene ad esserlo, è stato un fantastico anfitrione per questo posto.

«Oggi non ci aspettiamo troppo afflusso e non hai un turno troppo peso» mi guarda serio «quando stacchi passa a salutarmi, sono nel mio ufficio!» se ne va tranquillo mentre il suo cellulare squilla.

Forza Morgana! Devo anche fare il resoconto delle consumazioni fatte ieri sera perché Daniel possa calcolare i costi. Questa è la parte che amo meno ma la devo fare subito prima che qualche cliente mi distragga e mi passi completamente la voglia.

Mentre le ore scorrono riconosco qualche faccia vista all'inaugurazione e vengo anche riconosciuta e lodata per alcuni cocktail che ho servito.

Daniel ha ragione, oggi il mio turno era il primo e l'affluenza non è stata molta. Questo fondamentalmente è un locale da aperitivo e da serata inoltrata, perciò sono ancora carica quando alla fine busso alla porta del mio capo.

«Daniel, posso?» mi affaccio nel suo ufficio.

«Sempre!» alza la testa dai fogli che sta leggendo «entra.»

«Queste sono le consumazioni fatte all'inaugurazione» metto davanti a lui tutta una serie di fogli con i miei resoconti.

«Grazie, dopo li guardo» mi fissa con quegli occhi scuri in modo strano «cosa fai ora?»

Sono spiazzata, non so come rispondere «io... ora?» balbetto «pensavo di andarmene a casa e recuperare un po' di ore di sonno!»

«Ti sembro sfacciato se ti chiedo di uscire con me?»

Ecco, ora sono a bocca aperta? E adesso come ne esco? Giuro che non avevo pensato al mio capo in questi termini, per quanto devo ammettere che è un bell'uomo e mi fa proprio sangue!

«Io non so che dire, Daniel sei il mio capo...»

«Morgana il tuo posto non è a repentaglio anche se mi dai un due di picchè» sorride e alleggerisce la tensione «mi sei piaciuta dal primo momento e ieri sera sono rimasto affascinato da come ti muovevi dietro il bancone.»

Come mai ora che lo sento parlare sono talmente lusingata che sto realmente prendendo la cosa in considerazione?

«Non sarò sempre qui e non sarò il tuo diretto superiore, a breve nominerò un direttore, come per gli altri miei locali, perciò potresti accettare una cena con me, come se l'invito ti arrivasse da un semplice uomo che hai conosciuto all'inaugurazione ieri sera» mi guarda con una luce di sfida «prometto che non ti mangerò e sarà solo una semplice cena» poi alleggerendo la tensione e la mia indecisione «sempre che non decidi di essere commestibile!»

«Vada per la cena ma non sono sul menù!» rido di gusto perché è simpatico e trovo il suo umorismo molto stimolante. Ma è bene che sappia di come al momento non voglio espormi troppo, dovrò farglielo capire bene e subito.

«Peccato! Mi accontenterò di qualcos'altro da mangiare allora» poi mi tende la mano che stringe e si porta alle labbra in un gesto di altri tempi che arriva diretto al mio ventre togliendomi il fiato «ma godrò della tua compagnia.»

Non so nemmeno io perché ho accettato, però non si torna indietro e visto che passerà a prendermi verso le otto ho un po' di tempo per rilassarmi e prepararmi.

Esco dal locale e mi ritrovo in strada. Subito sento la stessa sensazione della sera precedente al collo, è un formicolio molto forte e d'istinto mi porto una mano alla nuca.

«Non ti chiederò un analcolico stavolta» sobbalzo a quelle parole e in un attimo alle mie spalle sento la sua presenza, quella voce mi evoca nella memoria due occhi celesti e profondi.

Mi giro lentamente, bisogna essere preparati per guardare quegli occhi, non è semplice perché sembrano volermi scrutare in profondità e ne sono troppo affascinata.

«Mi dispiace ma sono fuori servizio, anche se lo avessi fatto non ti avrei accontentato» tento di fare la simpatica ma fallisco perché quando fa un passo nella mia direzione e me lo trovo vicinissimo, trattengo il respiro.

«Ti ricordi di me? Sono Giulio Morelli» mi tende nuovamente la mano sorridendo «ieri sera non ci siamo presentati per bene» esito nello stringere quella mano, troppo conscia della scarica elettrica che ho sentito quando siamo entrati in contatto.

Ho paura di sentirla? O forse di non sentirla ancora?

«Io sono Morgana De Angelis» mi faccio coraggio e allungo la mano verso di lui «piacere!»

Eccola! Forte e chiara, questa volta la scarica mi lascia senza parole e frastornata perché la sua vicinanza. Lo sento così intensamente che mi faccio avvolgere dal suo profumo. Tutti i sensi vengono investiti da questo tipo fantastico.

«Penserai che sono sfacciato ad averti aspettato qui fuori ma...» fa una pausa per guardarmi negli occhi e avvicinarsi ancora un pochino «volevo invitarti a cena fuori stasera!»

Bingo! Dopo tanto tempo senza uno straccio di ragazzo decente ora mi capitano due occasioni e tutte e due per la stessa sera.

Se devo essere onesta mi dispiace aver accettato l'altro invito perché questi occhi nel quale mi perderei volentieri e la scarica che sento al suo contatto sono una tentazione veramente unica.

«Mi dispiace ma non posso» lo vedo irrigidirsi e cambiare leggermente atteggiamento, un po egocentrico il ragazzo se non si aspettava un rifiuto, perciò mi affretto subito ad aggiungere «ho già un altro impegno, mi dispiace veramente!» forse mi sto scusando troppo... non vorrei pensasse che sono troppo delusa. Però lo sono. Eccome se lo sono!

Ma il suo irrigidimento è tale che forse si è stizzito perché non è abituato a sentirsi dire di no.

«Hai ragione, forse non dovevo chiedertelo così all'improvviso» indietreggia di un passo «sarà per la prossima volta!»

Sono senza parole perché in poco tempo quello sguardo mi ha fatto provare il caldo del deserto per passare in un secondo al freddo dei ghiacciai.

Con questo comportamento forse è un bene che stasera sarò da un'altra parte, lui è il classico uomo per il quale perderei subito la testa e dal quale riceverei facilmente indietro solamente il mio cuore spezzato in tanti piccoli e fottuti pezzettini.

Vorrei in questo periodo stare tranquilla e sentirmi anche sicura mentre posso affermare con estrema sicurezza che Giulio Morelli è in assoluto l'esatto opposto.

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